Un documento di 9 pagine, 14 articoli

Migranti in Albania, critiche e dubbi sull’accordo Meloni-Rama

Il protocollo d’intesa prevede la creazione di due strutture in territorio albanese dove verranno trasferiti i richiedenti asilo salvati nel Mediterraneo.

Migranti in Albania, critiche e dubbi sull’accordo Meloni-Rama

L’Italia e l’Albania hanno firmato un protocollo d’intesa per la gestione dei migranti che prevede la creazione di due strutture in territorio albanese dove verranno trasferiti i richiedenti asilo salvati nel Mediterraneo. L’accordo, presentato dalla premier Giorgia Meloni come un modello per l’Europa, ha suscitato però critiche e dubbi da parte dell’opposizione, dell’Ue e delle organizzazioni umanitarie.

 

Il contenuto dell’accordo Italia-Albania

Il protocollo, siglato il 6 novembre a Roma tra Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama, è un documento di 9 pagine e 14 articoli che resterà in vigore per 5 anni, rinnovabili per altri 5. L’Albania metterà a disposizione dell’Italia due aree, il porto di Shengjin e la zona di Gjader, dove saranno costruite, a spese italiane, due strutture di ingresso e accoglienza temporanea dei migranti, che potranno ospitare fino a 3mila persone contemporaneamente. In queste strutture, che saranno sotto la giurisdizione italiana, verranno espletate le procedure di identificazione, di trattazione delle domande di asilo o di eventuale rimpatrio, nel rispetto dei diritti umani e delle norme internazionali. L’Italia si impegna a restituire le aree all’Albania a chiusura del protocollo.

 

Le motivazioni della Meloni

La premier Meloni ha difeso l’accordo con l’Albania come una svolta nella gestione dei flussi migratori, che si pone tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale. Meloni ha anche sottolineato che l’intesa rafforza il partenariato strategico tra Italia e Albania e può diventare un modello di collaborazione tra Paesi Ue e Paesi extra-Ue sul fronte della migrazione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha precisato che le strutture in Albania non saranno Cpr (centri di permanenza per il rimpatrio) ma strutture analoghe a quella di Pozzallo-Modica, dove si trattiene i migranti per il tempo necessario a svolgere le procedure accelerate di identificazione e gestione della domanda di asilo.

 

Le critiche e i dubbi

L’accordo con l’Albania ha suscitato però numerose critiche e dubbi da parte dell’opposizione, dell’Ue e delle organizzazioni umanitarie. La segretaria del Pd Elly Schlein ha affermato che l’intesa sembra violare le norme di diritto internazionale e di diritto europeo, in particolare il principio di non respingimento e il regolamento di Dublino, che stabilisce che il Paese responsabile della domanda di asilo è quello di primo ingresso nell’Ue. Schlein ha anche accusato Meloni di scaricare il problema sui Paesi terzi invece di convincere i suoi alleati nazionalisti europei a condividere l’accoglienza.

 

Anche il deputato di Più Europa Benedetto Della Vedova ha chiesto che Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani riferiscano al Parlamento i dettagli dell’accordo, che ha definito uno spot populista.

 

L’Ue, dal canto suo, ha chiesto all’Italia di ricevere dettagli sull’accordo per capire cosa si intende fare esattamente e se è in linea con le norme comunitarie.

 

Infine, le organizzazioni umanitarie hanno espresso preoccupazione per le condizioni dei migranti che verranno trasferiti in Albania e per il rischio di creare nuovi hotspot al di fuori dell’Ue, senza garanzie di accesso ai diritti fondamentali.

 

Amendola (Pd): Meloni fa il 'patto dello spritz' con l'Albania. "Centocinquantamila migranti via mare. Blocco navale? Slogan. Patto con la Tunisia? Scomparso. Accordo europeo? 'Non rispondono al telefono'. Colpo di genio, il 'patto dello spritz' con l'Albania: prima li mando lì e poi li riprendo, fuori da regole UE. Meloni e il gioco disumano delle 3 carte". Ha commentato il deputato del Pd su X.

 

M5S: l'accordo con Albania ennesimo spot. "Meloni nasconde la polvere della sua fallimentare politica migratoria sotto il tappeto albanese, lanciando l'ennesimo spot che non risolvere il problema". Dichiarano i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Politiche Ue di Camera e Senato: i deputati Elisa Scutellà, Filippo Scerra e Bruno Raffaele i senatori Pietro Lorefice e Dolores Bevilacqua.

 

Davide Faraone, deputato di Italia Viva: l'accordo con l'Albania inutile propaganda. "L'accordo con l'Albania è il classico provvedimento fumoso di un governo che non sa più dove sbattere la testa: è pura propaganda". Ha detto Faraone, a Sky. "La Meloni, come sempre, ha parlato di 'accordo storico' ma l'Albania non diventa altro che un luogo di posteggio temporaneo. Se si verifica che i migranti spediti in Albania hanno diritto all'asilo, verranno rimandati in Italia. Per quelli che non hanno diritto allo status di rifugiati, o esiste un accordo sui rimpatri con i paesi di provenienza e allora li rimpatriamo - ma lo facciamo anche oggi; oppure quelle persone dovranno tornare in Italia. Mi spiegate che cosa cambia? Il problema dell'immigrazione si affronta in Europa, cambiando le regole. Se continuiamo a tenere il Trattato di Dublino per com'è e ad accettare i veti dei paesi sovranisti, questi problemi non li risolveremo mai. Né li risolveremo se continuiamo a usarli per fare solo della propaganda", ha concluso.

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