Contraddizioni e sospetti

Navalny, il mistero del corpo scomparso. La famiglia chiede giustizia

La madre e l’avvocato dell’oppositore russo, non riescono a recuperare la salma. Il team di Navalny denuncia l’omicidio e chiede di continuare la sua lotta

Navalny, il mistero del corpo scomparso. La famiglia chiede giustizia

La morte di Alexei Navalny, l’oppositore russo che sfidava il regime di Vladimir Putin, ha scosso il mondo e ha scatenato una serie di proteste in Russia. Ma la tragedia non si è fermata lì. La famiglia di Navalny non ha ancora potuto dare l’ultimo saluto al suo caro, perché il corpo non è stato consegnato loro dalle autorità. Il team di Navalny sostiene che si tratti di un omicidio premeditato e che il governo voglia occultare le prove.

 

Un viaggio senza fine

La madre di Navalny e il suo avvocato hanno intrapreso un lungo e faticoso viaggio verso il distretto artico di Yamalo-Nenets, dove si trova la colonia penale IK-3, dove Navalny era detenuto e dove è morto ieri. Qui hanno ricevuto la notizia ufficiale del decesso, ma non hanno potuto vedere il corpo. Un funzionario li ha informati che la salma era stata trasferita in un obitorio a Salekhard, la città più vicina, per le indagini del Comitato investigativo. Ma una volta arrivati a Salekhard, hanno trovato l'obitorio chiuso e nessuna traccia del corpo. Al telefono, una voce anonima ha negato che la salma fosse lì.

 

Contraddizioni e sospetti

Le versioni fornite dalle autorità sono state contraddittorie e vaghe. Alla madre di Navalny è stato detto che il figlio era morto per una “sindrome da morte improvvisa”, mentre all’avvocato è stato detto che “la causa della morte non è stata stabilita” e che il corpo sarebbe stato trattenuto fino alla fine dell’inchiesta, prevista per la prossima settimana. Il team di Navalny ha denunciato che si tratta di una copertura per nascondere le tracce dell’omicidio, che sarebbe stato pianificato da tempo. La portavoce dell’oppositore, Kira Yarmysh, ha chiesto che il corpo di Navalny sia restituito alla famiglia e ha invitato tutti a sostenere questa richiesta. Ha anche esortato a non abbandonare la lotta per una Russia migliore, che era il sogno di Navalny.

 

Omaggio al dissidente

In molte città russe, intanto, centinaia di persone hanno reso omaggio al dissidente scomparso, depoendo fiori e candele nei luoghi simbolici della sua battaglia. A Mosca, una fila si è formata davanti alla Lubyanka, l’ex quartier generale del Kgb e ora dei servizi segreti Fsb, dove si trova la Pietra Solovetsky, un monumento alle vittime della repressione sovietica. La polizia ha vigilato sulla situazione, senza intervenire, ma chiedendo alle persone di non fermarsi troppo. In altre città, come San Pietroburgo, Novosibirsk e Ekaterinburg, la polizia ha arrestato quasi 400 manifestanti, secondo l’Ong Ovd-Info.

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