alla prova dei conti pubblici

Manovra 2025 oggi in CdM, il governo Meloni tra tagli e misure fiscali

La Legge di Bilancio accelera portando con sé tagli lineari ai ministeri, contributi straordinari per le banche e misure strutturali per il cuneo fiscale

Manovra 2025 oggi in CdM, il governo Meloni tra tagli e misure fiscali

La terza manovra del governo Meloni arriva con un’accelerazione imprevista, anticipata di una settimana rispetto al previsto. Il consiglio dei ministri è chiamato a discutere misure cruciali che coinvolgono banche, ministeri e la gestione delle finanze pubbliche. Con un obiettivo di circa 25 miliardi di euro, la manovra cerca di affrontare questioni fiscali complesse, tra cui il tanto discusso contributo delle banche e i tagli lineari per i ministeri. Mentre l’esecutivo cerca di mantenere un equilibrio tra il rispetto delle scadenze europee e le necessità interne, le opposizioni si mostrano critiche, dipingendo il piano come una manovra di austerità.

 

Il blitz del governo: tra banche e tagli ai ministeri

Il governo Meloni ha sorpreso con un’azione rapida e inaspettata, chiudendo anzitempo la partita della legge di bilancio. La manovra, inizialmente prevista per essere presentata una settimana più tardi, è finita sul tavolo del consiglio dei ministri con un anticipo che, secondo fonti vicine all’esecutivo, è stato dettato dalla necessità di rispettare i tempi imposti dall’Unione Europea. La volontà di portare la legge al Parlamento entro il 20 ottobre ha spinto il governo a procedere con urgenza.

Tra i temi più spinosi affrontati nella manovra vi è il contributo straordinario richiesto alle banche, una misura che ha generato tensioni all’interno della maggioranza. Il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha cercato di smorzare le polemiche, rassicurando che non ci sarà alcuna tassa punitiva sugli extra profitti bancari. Tuttavia, la Lega e Fratelli d’Italia si sono mostrati più possibilisti sull’adozione di un contributo specifico per le grandi aziende bancarie, una proposta che potrebbe prendere la forma di un intervento sulle imposte differite attive (DTA) e sulle stock option.

Parallelamente, il governo ha annunciato tagli lineari per i ministeri, un’operazione gestibile in modo flessibile dai singoli dicasteri. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato che saranno i ministeri stessi a decidere come distribuire i tagli imposti, minacciando tuttavia di “fare il cattivo” se non verranno presentati piani di spending review adeguati. Nonostante l’austerità, alcuni settori essenziali, come la sanità, saranno esclusi dai tagli, con il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha confermato stanziamenti per il piano triennale di assunzioni per medici e infermieri.

 

Le principali misure contenute nella manovra 2025

Tra le misure più significative della manovra di bilancio 2025 figura la conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35.000 euro e la riduzione delle aliquote Irpef a tre scaglioni. Si tratta di provvedimenti che il governo intende rendere strutturali, per un valore complessivo di circa 15 miliardi di euro. Inoltre, è allo studio un possibile ampliamento del taglio del cuneo per i redditi fino a 60.000 euro, una misura che potrebbe richiedere tra i 2,5 e i 4 miliardi di euro. Tuttavia, per contenere i costi, si ipotizza che l’intervento possa essere ridotto ai redditi fino a 40.000 euro.

Il governo prevede anche un intervento sull’assegno unico o sgravi fiscali mirati per contrastare l’inverno demografico. Anche se le risorse destinate a questa misura sono limitate, si cerca comunque di sostenere le famiglie, in linea con l’obiettivo di aiutare i redditi medio-bassi e incentivare la natalità.

Per quanto riguarda il contributo straordinario alle banche, l’esecutivo ha assicurato che non ci saranno nuove tasse per persone e aziende, anche se si attende ancora una definizione chiara dell’entità del contributo. Mentre le tensioni all’interno della maggioranza continuano, la proposta rimane uno dei punti critici della manovra.

 

Tagli lineari e risorse per la sanità

Sul fronte della spending review, il governo ha fissato un obiettivo di risparmio di 3 miliardi di euro. I tagli lineari interesseranno vari ministeri, che avranno la facoltà di gestire la distribuzione delle risorse in maniera flessibile. Tuttavia, il ministro Giorgetti ha chiarito che saranno richieste misure rigide per evitare sprechi. Nonostante l’austerità generale, la sanità sarà esentata dai tagli. Sono stati stanziati circa 3,2 miliardi di euro per finanziare il piano triennale di assunzioni del personale medico e infermieristico, rispondendo così alla necessità di rafforzare il sistema sanitario nazionale.

Anche la Pubblica Amministrazione beneficerà di nuovi stanziamenti, con il ministro Paolo Zangrillo che ha confermato fondi per i contratti relativi al triennio 2025-2027. Sul fronte delle pensioni, il governo punta a rafforzare il bonus, che prevede incentivi per i lavoratori che decidono di rimanere in servizio oltre l’età pensionabile.

Un altro aspetto rilevante è la conferma del bonus ristrutturazioni al 50% per le prime case, una misura che sarà valida fino al 2025. Per le seconde case, invece, il bonus scenderà al 36% a partire da gennaio.

 

Le opposizioni e il timore per i tagli

Le opposizioni hanno criticato duramente la manovra, descrivendola come un piano basato sull’austerità e su sacrifici eccessivi. Il Partito Democratico ha accusato il governo Meloni di limitarsi a tagliare la spesa sociale e di ricorrere a condoni fiscali, senza offrire una visione a lungo termine per il paese. Francesco Boccia, capogruppo del PD al Senato, ha denunciato che i tagli lineari previsti penalizzeranno i servizi essenziali e l’assistenza sociale, danneggiando ulteriormente i settori più vulnerabili.

Anche il Movimento 5 Stelle si è espresso in termini critici, lamentando la mancanza di azioni concrete riguardo alla tassa sugli extraprofitti bancari, proposta oltre un anno e mezzo fa. Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera, ha evidenziato come la misura introdotta in precedenza, essendo facoltativa, non abbia prodotto entrate rilevanti per lo Stato. Nel frattempo, Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha accusato il governo di aumentare le tasse per finanziare i centri per migranti in Albania, definendola una scelta “vergognosa” nell’uso dei fondi pubblici.

 

La manovra, sebbene porti con sé misure economiche rilevanti e tagli significativi, continua a suscitare polemiche sia all’interno del governo che tra le opposizioni. Il contributo straordinario richiesto alle banche e i tagli lineari ai ministeri rimangono i punti più controversi, ma il governo Meloni sembra determinato a rispettare le scadenze europee e interne, cercando un difficile equilibrio tra austerità e sostegno ai redditi medio-bassi. Con la legge di bilancio ormai vicina alla presentazione ufficiale, le prossime settimane saranno decisive per valutare l’efficacia delle misure e le possibili ripercussioni economiche e sociali.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA