giorno 374 di guerra

Escalation in MO, Netanyahu accusa l’Onu: Unifil ostaggio di Hezbollah

Il premier israeliano si scaglia contro la presenza di peacekeeper in Libano utilizzati come scudi umani e diventati un pericolo per la sicurezza israeliana

Escalation in MO, Netanyahu accusa l’Onu: Unifil ostaggio di Hezbollah

La guerra in Medio Oriente continua a infuriare senza sosta. Israele e Hezbollah intensificano le loro azioni, mentre le vittime civili aumentano drammaticamente. Al centro del conflitto, l’Unifil, la missione di peacekeeping dell’ONU in Libano, è sotto attacco da parte delle forze israeliane, suscitando condanne internazionali. Netanyahu, in un discorso infuocato, chiede la rimozione dell’Unifil dalle zone di combattimento, accusando l’organizzazione di fare da scudo a Hezbollah. Nel frattempo, l’Unione Europea e l’ONU esprimono preoccupazioni per i crimini di guerra e richiedono indagini sugli attacchi contro i peacekeeper. La situazione si aggrava di giorno in giorno.

 

Unifil sotto attacco: escalation senza precedenti

La situazione in Libano, con il giorno 374 del conflitto in corso, si fa sempre più tesa. Due tank israeliani hanno forzato l’ingresso di una base Unifil a Ramiyah, ferendo 15 peacekeeper delle Nazioni Unite. Questo incidente segue una serie di attacchi israeliani contro le forze dell’ONU, che hanno causato un’ondata di sdegno internazionale. Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha condannato fermamente l’accaduto, definendo gli attacchi come potenziali crimini di guerra: “Il personale dell’Unifil non dovrebbe mai essere attaccato. Queste azioni violano il diritto internazionale umanitario”.

Le dichiarazioni dell’Unione Europea non sono state da meno. Josep Borrell, Alto Rappresentante dell’UE per la Politica Estera, ha criticato Israele per gli attacchi deliberati contro l’Unifil, sottolineando l’importanza di garantire la sicurezza del personale ONU. “Tali attacchi devono cessare immediatamente”, ha affermato Borrell, chiedendo una spiegazione dalle autorità israeliane e un’indagine approfondita.

 

Netanyahu: “Unifil ostaggio di Hezbollah”

Di fronte alle crescenti pressioni internazionali, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito la sua posizione ferma contro la presenza dell’Unifil nel sud del Libano. “È tempo che l’Unifil lasci le aree sotto il controllo di Hezbollah”, ha dichiarato Netanyahu, aggiungendo che le Nazioni Unite stanno permettendo al gruppo libanese di utilizzare i peacekeeper come scudi umani. Netanyahu ha inoltre sottolineato che le truppe israeliane hanno fatto tutto il possibile per evitare incidenti con le forze ONU, ma ha insistito sul fatto che la presenza dell’Unifil rappresenta un pericolo per la sicurezza israeliana.

Questa dichiarazione arriva in risposta alle accuse mosse dall’ONU e dall’UE, che chiedono a Israele di rispettare il diritto internazionale e di garantire la protezione dei peacekeeper. Nel frattempo, l’esercito israeliano continua le operazioni nella regione, giustificando gli attacchi come parte della lotta contro Hezbollah.

 

Civili in pericolo: il bilancio delle vittime cresce

Mentre la situazione politica si complica, il costo umano del conflitto continua ad aumentare. Nella sola giornata di ieri, gli attacchi israeliani su Gaza hanno provocato la morte di almeno 41 persone, tra cui 12 bambini. Le bombe hanno colpito anche una scuola nel campo profughi di Nuseirat, causando la morte di 22 persone, tra cui un neonato. Altre sei vittime, inclusi membri di una stessa famiglia, sono state uccise in un attacco aereo nel campo profughi di al Shati.

Il dramma umanitario colpisce anche il Libano, dove i bombardamenti israeliani hanno ferito diverse persone. Le città di Maghdoucheh, Ayta Ash-shaab e Ramyeh sono state colpite da attacchi aerei e di artiglieria, mentre gli scontri continuano a devastare le province di Nabatieh e Tiro. Dall’inizio dell’offensiva, Israele ha ucciso oltre 1.400 persone in Libano, sfollando più di un milione di civili.

 

Appelli per la pace e incertezze sul futuro

Nonostante l’aggravarsi del conflitto, le speranze per un cessate il fuoco non sono del tutto svanite. L’Unione Europea e le Nazioni Unite continuano a spingere per una risoluzione diplomatica. L’Alto Rappresentante UE Borrell ha invitato tutte le parti a rispettare il diritto umanitario e ha chiesto l’attuazione immediata della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza, che prevede la fine delle ostilità e il disarmo di tutte le milizie nel sud del Libano.

Tuttavia, le dichiarazioni di Netanyahu indicano che Israele non è disposto a cedere terreno. La guerra in Medio Oriente sembra destinata a proseguire, con un bilancio di vittime civili in aumento e una crescente pressione internazionale per una soluzione diplomatica che, al momento, appare lontana.

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