misure e coperture

Manovra 2025: ipotesi proroga del bonus ristrutturazioni al 50%

Il viceministro Leo suggerisce il possibile ritorno del bonus edilizio per la prima casa, tra le misure discusse nella prossima legge di Bilancio 2025

Manovra 2025: ipotesi proroga del bonus ristrutturazioni al 50%

La prossima legge di Bilancio si avvicina, e il governo è impegnato in una corsa contro il tempo per definire misure e coperture finanziarie che influenzeranno la vita dei cittadini italiani. Un tema centrale è quello degli incentivi per la casa, in particolare il bonus ristrutturazioni, che dal 1° gennaio 2025 rischia di scendere dal 50% al 36%. Tuttavia, il viceministro delle Finanze, Maurizio Leo, ha ipotizzato una possibile proroga, affermando che potrebbe esserci il ritorno dell’agevolazione al 50%, ma ha avvertito che ogni decisione dipenderà dalla disponibilità di risorse. Si tratta di una misura cruciale per famiglie e proprietari di case, che si aggiunge alle altre proposte già presenti nel documento programmatico di bilancio.

La conferma del bonus ristrutturazioni non è l’unico intervento sul tavolo. Il governo sta anche lavorando a una serie di misure per il sostegno alle famiglie, con particolare attenzione alla denatalità, e all’introduzione di un piano per agevolare l’accesso alle abitazioni in affitto per chi deve spostarsi per lavoro. Tutte queste iniziative si inseriscono in una manovra che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha descritto come “equilibrata e prudente”, mirata a garantire la stabilità economica del paese.

 

Una manovra da 25 miliardi: coperture e misure

Per rendere possibile l’ambizioso programma, il governo punta a mobilitare risorse per circa 25 miliardi di euro. La sfida maggiore, tuttavia, rimane trovare le coperture necessarie. Tra le fonti previste vi sono 9 miliardi provenienti dal deficit e altri miliardi da risparmi generati dalla spending review, tagli alle tax expenditures e riallineamento delle accise. A questi si aggiungeranno le risorse destinate alla riforma dell’Irpef, con l’obiettivo di confermare le tre aliquote fiscali e alleggerire ulteriormente il carico fiscale per il ceto medio.

Tuttavia, i sacrifici richiesti per raggiungere questi obiettivi non riguarderanno lavoratori e imprese, assicura Giorgetti. “Ci saranno ritocchi sulle entrate, ma chi lavora e le imprese non hanno nulla da temere”, ha affermato il ministro, rispondendo così alle critiche delle opposizioni, che hanno definito alcune delle misure in discussione come nuove forme di tassazione. Schlein, leader del Partito Democratico, ha criticato il riallineamento delle accise, etichettandolo come una nuova “tassa Meloni, mentre l’ex premier Giuseppe Conte ha giudicato insufficiente il bonus al 50%.

 

Sforzi richiesti ai grandi attori economici

Un aspetto rilevante della manovra sarà il contributo richiesto ai grandi attori economici, come le banche e le grandi imprese. Giorgetti ha sottolineato che anche il settore finanziario deve fare la sua parte per sostenere le finanze pubbliche. “Non mi sembrava una bestemmia dire che anche i banchieri devono fare sacrifici”, ha dichiarato il ministro, ribadendo la sua posizione in un contesto di dialogo con il mondo finanziario. Il ministro ha anche accennato a possibili richieste di contributo alle grandi aziende, come quelle del settore degli armamenti e delle assicurazioni, ma ha escluso, per il momento, l’imposizione di nuove tasse alle imprese energetiche.

 

La strada verso l’approvazione della manovra è quindi segnata da un equilibrio delicato tra la necessità di garantire risorse e la volontà di non gravare ulteriormente su imprese e lavoratori. Le prossime settimane saranno cruciali per definire i dettagli di un provvedimento che, come ha affermato Giorgetti, dovrebbe garantire all’Italia di “navigare in acque sicure”.

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