fine della guerra entro il 2025

Zelensky in Europa: diplomazia e sostegno militare per una pace giusta

Il presidente ucraino chiude il suo viaggio europeo, tra appelli per la pace e la necessità di armi, ottenendo nuovi aiuti da Scholz da 1,4 miliardi di euro

Zelensky in Europa: diplomazia e sostegno militare per una pace giusta

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha concluso un tour di 48 ore in quattro capitali europee, inclusa Roma, per promuovere un piano che prevede la fine della guerra con la Russia entro il 2025. Zelensky ha ribadito l’importanza del sostegno militare degli alleati occidentali, necessari per realizzare la sua roadmap di pace, che include una difesa più incisiva contro Mosca e una maggiore pressione diplomatica. Nel frattempo, le tensioni restano alte, con la Russia che continua a respingere qualsiasi proposta di negoziato e intensifica la sua presenza militare nelle regioni di confine.

 

Il tour europeo di Zelensky: tra diplomazia e armi

In un tour europeo che ha toccato Londra, Parigi, Roma e Berlino, Zelensky ha delineato con chiarezza la sua strategia per porre fine alla guerra con la Russia. Durante questi incontri, ha messo l’accento sulla necessità di un sostegno militare continuo, soprattutto alla luce delle incertezze sul futuro dell’aiuto americano, che dipende dalle prossime elezioni presidenziali. Il presidente ucraino ha incontrato leader come Meloni, Scholz, Macron e Rutte, illustrando la sua roadmap per la vittoria, che prevede un possibile termine del conflitto nel 2025, purché ci sia una maggiore unità tra gli alleati occidentali. Il nodo centrale resta la fornitura di armi occidentali, indispensabili per consentire all’Ucraina di attaccare in profondità il territorio russo e consolidare la sua posizione.

In particolare, Zelensky ha incontrato Papa Francesco in Vaticano, in un colloquio che si è concentrato sia sugli aspetti umanitari della guerra, come il ritorno dei prigionieri di guerra, sia su come raggiungere una “pace giusta e stabile”. Il presidente ucraino ha fatto appello anche alla Chiesa cattolica per un sostegno morale in questa fase cruciale del conflitto.

 

Gli impegni di Berlino e le divergenze sugli aiuti

La tappa berlinese del viaggio di Zelensky ha segnato un momento cruciale, con il cancelliere tedesco Olaf Scholz che ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari del valore di 1,4 miliardi di euro, in collaborazione con Belgio, Danimarca e Norvegia. La Germania, ha sottolineato Scholz, continua a essere il principale sostenitore militare dell’Ucraina in Europa e il secondo a livello globale, assicurando che tale impegno non verrà meno nonostante le polemiche interne legate al taglio del budget tedesco per gli aiuti militari previsto nel 2025.

Zelensky, dal canto suo, ha ribadito l’importanza di mantenere questo livello di aiuto anche per il futuro, ponendo l’accento sull’urgenza di una risposta concreta e immediata. “È fondamentale che il sostegno continui anche nel prossimo anno”, ha dichiarato il presidente ucraino, insistendo su un’unità d’intenti tra i partner occidentali.

 

La risposta della Russia e il rifiuto del dialogo

Nonostante i segnali di apertura da parte ucraina, la Russia continua a respingere qualsiasi tentativo di negoziato. Mosca ha ribadito che i suoi obiettivi nel conflitto restano invariati, con il Cremlino che declina ogni proposta di dialogo, anche quella avanzata da Scholz per partecipare a un nuovo vertice di pace. Secondo la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, Putin ha persino rifiutato di parlare al telefono con il cancelliere tedesco, segnalando una chiusura sempre più netta.

Nel frattempo, sul campo, la Russia rafforza le sue truppe lungo il confine, con 50.000 soldati dispiegati nell’oblast di Kursk, mentre le forze ucraine continuano a resistere all’avanzata russa nell’est del Paese. Nonostante le difficoltà, Zelensky punta a un cambiamento della situazione militare sul terreno, sostenendo che solo un rafforzamento della posizione ucraina potrà portare a negoziati di pace che vedano Kiev in una posizione di vantaggio.

 

La sfida globale e l’appello all’unità

L’obiettivo finale di Zelensky rimane quello di convocare una nuova conferenza di pace, invitando anche la Russia, ma con un’Ucraina più forte sul piano militare e diplomatico. Tuttavia, questa prospettiva appare ancora lontana, dato che Mosca non sembra disposta a fare concessioni, mentre la comunità internazionale continua a discutere sulle modalità di supporto da fornire all’Ucraina.

Nel frattempo, il presidente russo Vladimir Putin intensifica i legami con i suoi alleati, incontrando il leader iraniano Pezeshkian e riaffermando l’importanza della cooperazione tra Teheran e Mosca. Putin ha anche lanciato un chiaro avvertimento all’Occidente, sottolineando che la formazione di un nuovo ordine mondiale è ormai un processo irreversibile.

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