368º giorno di guerra a Gaza

Netanyahu minaccia il Libano, tensioni e bombardamenti aumentano

Mentre il premier israeliano avverte i cittadini libanesi, i raid infliggono pesanti perdite a Gaza, Beirut e Damasco, aggravando la crisi umanitaria

Netanyahu minaccia il Libano, tensioni e bombardamenti aumentano

Il conflitto tra Israele, Hezbollah e i gruppi palestinesi si intensifica giorno dopo giorno. Ormai giunto al suo 368º giorno, l’operazione militare in corso sembra destinata a segnare ulteriori drammi. L’attuale contesto di guerra vede il premier israeliano Benjamin Netanyahu rilasciare dichiarazioni minacciose contro il Libano, puntando il dito contro Hezbollah, accusato di essere il principale responsabile del caos che imperversa nel Paese. La crisi mediorientale continua ad aggravarsi, mentre le popolazioni civili soffrono le conseguenze devastanti di una guerra che sembra non avere fine.

L’ordine di evacuare l’ospedale di Gaza, emesso dalle autorità israeliane, è solo l’ultimo atto di un’escalation di violenza che coinvolge anche altri Paesi come Libano e Siria, dove nella notte si sono registrati raid aerei su Beirut e Damasco. Netanyahu non usa mezzi termini, minacciando il Libano di una distruzione simile a quella che ha colpito Gaza.

 

Netanyahu: “Morte e distruzione come a Gaza”

In un discorso video rivolto ai cittadini libanesi, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha lanciato un chiaro avvertimento: “Il Libano rischia di essere distrutto come Gaza se non si libererà da Hezbollah”. Il messaggio del leader israeliano riflette la volontà di intensificare le operazioni militari, ampliando il conflitto al territorio libanese. L’obiettivo di Netanyahu è quello di smantellare l’influenza di Hezbollah, il movimento filo-iraniano che controlla vaste aree del Libano meridionale.

Nonostante la retorica minacciosa, la leadership militare israeliana ha espresso dubbi sull’effettiva uccisione di Hashem Safieddine, leader di Hezbollah, come annunciato in un primo momento dallo stesso Netanyahu. L’esercito israeliano ha chiarito che stanno ancora verificando i risultati del raid su Beirut che avrebbe colpito Safieddine. Nel frattempo, Israele continua a mantenere una pressione militare costante su Hezbollah, respingendo due tentativi di infiltrazione delle truppe israeliane nel sud del Libano, come confermato dallo stesso gruppo libanese.

 

Raid e bombardamenti su Gaza, Beirut e Damasco

Nelle ultime ore, nuovi raid aerei israeliani hanno colpito la Striscia di Gaza, Beirut e Damasco, con vittime sia tra i civili che tra i militanti. A Gaza, un’operazione israeliana ha provocato numerose vittime, tra cui un bambino, nel campo profughi di Bureij. Altri bombardamenti hanno interessato l’area occidentale della città di Gaza, e un raid su Nuseirat ha ucciso un giovane palestinese. Tra le vittime degli attacchi aerei anche un cameraman di Al Jazeera, Ali al-Attar, colpito mentre si trovava in un ospedale nel centro della Striscia di Gaza.

Parallelamente, la notte scorsa, a Beirut sono state colpite diverse aree a maggioranza sciita considerate roccaforti di Hezbollah. Secondo i media locali, almeno quattro raid hanno colpito il sobborgo meridionale di Dahiyeh, e un “massiccio attacco aereo” ha interessato la valle della Bekaa, a est della capitale libanese. La tensione in Libano cresce di ora in ora, con Hezbollah che minaccia di colpire le città israeliane di Haifa e Kiryat Shmona se non cesseranno i bombardamenti israeliani. “Se Israele continua con questi attacchi, risponderemo colpendo obiettivi strategici nel nord”, ha dichiarato il gruppo attraverso un comunicato.

Nel frattempo, nella Siria colpita dai raid aerei israeliani, si contano nuove vittime. Nove persone, tra cui un bambino, sono morte in un attacco su Damasco. L’edificio colpito era già stato bombardato altre due volte nella scorsa settimana e si ritiene che fosse utilizzato da membri delle Forze Quds iraniane e di Hezbollah per il traffico di armi. Teheran ha smentito qualsiasi coinvolgimento, condannando l’attacco come un “atto terroristico” e dichiarando che nessun cittadino iraniano è tra le vittime.

 

Tensioni diplomatiche e interventi internazionali

La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l’escalation del conflitto. Il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, in visita in Bahrein e Giordania, ha descritto la situazione come “incredibilmente pericolosa”. Lammy ha ribadito la necessità di un cessate il fuoco immediato, invitando tutte le parti coinvolte a non alimentare ulteriormente il conflitto e a garantire l’accesso agli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

In unoscenario di crescente isolamento, Israele continua a puntare il dito contro l’Iran, definito uno dei principali sponsor del terrorismo globale. Attraverso un post sul proprio account ufficiale su X, Israele ha ricordato il lancio di circa 200 missili balistici iraniani lo scorso primo ottobre. Secondo le autorità israeliane, questo attacco non solo ha preso di mira Israele, ma rappresenta una minaccia per la stabilità globale, alimentando un conflitto di portata internazionale.

 

Mentre il conflitto si estende tra Israele, Libano e Gaza, la situazione diventa sempre più complessa e devastante per le popolazioni coinvolte. Gli appelli della comunità internazionale per una tregua e per l’assistenza umanitaria rimangono per ora inascoltati. La minaccia di un’escalation ulteriore resta elevata, e le ripercussioni politiche e umanitarie si fanno ogni giorno più drammatiche.

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