la 36esima edizione

Da Pontida 2024, l’alleanza sovranista europea prende forma

Salvini incassa il sostegno dei patrioti europei, con Orban in prima linea contro Bruxelles. Il raduno si chiude con un forte messaggio sovranista

Da Pontida 2024, l’alleanza sovranista europea prende forma

Il raduno di Pontida del 2024 ha visto una partecipazione massiccia di pubblico e di ospiti, segnando una svolta nella storia della Lega. Questa edizione, la 36esima, si è distinta soprattutto per la partecipazione di delegazioni sovraniste provenienti da tutta Europa. Sotto un cielo limpido e un prato umido per l’umidità della notte, il piccolo comune bergamasco è stato il teatro di un evento politico che ha riunito leader di partiti patriottici provenienti da Ungheria, Austria, Spagna e Portogallo, pronti a sostenere l’agenda di Matteo Salvini.

Il segretario della Lega, con uno sguardo rivolto alle fotografie dei militanti scomparsi, ha aperto la manifestazione, incassando un vasto consenso. Sebbene l’assenza di Marine Le Pen sia stata evidente, il suo videomessaggio ha comunque sancito la vicinanza politica. Tra gli ospiti più applauditi, il premier ungherese Viktor Orban ha attirato l’attenzione con i suoi attacchi frontali contro i “burocrati di sinistra” di Bruxelles, mentre il generale Roberto Vannacci ha affermato con forza l’importanza della cittadinanza legata ai sacrifici delle generazioni passate.

 

Orban: Bruxelles nel mirino

L’intervento di Viktor Orban è stato uno dei momenti centrali della giornata. Il leader ungherese, accolto da cori inneggianti, ha ribadito la sua posizione intransigente sul tema dell’immigrazione. “Se l’immigrazione irregolare continuerà in Europa, porteremo i migranti direttamente a Bruxelles,” ha dichiarato tra gli applausi, sottolineando come l’Ungheria abbia già bloccato l’ingresso di immigrati illegali nel proprio territorio. La sua retorica ha trovato pieno sostegno tra i militanti leghisti, che hanno applaudito la sua visione di un’Europa forte e sovrana, lontana dalle politiche migratorie imposte dalle istituzioni europee.

Orban ha inoltre sottolineato i valori tradizionali che caratterizzano il suo governo, affermando con forza: “In Ungheria, il padre è un uomo e la madre è una donna, e questo resterà tale, nonostante l’opposizione della sinistra internazionale”. Le sue parole hanno risuonato fortemente non solo tra i partecipanti, ma anche tra gli alleati stranieri presenti sul palco, come André Ventura di Chega! e Geert Wilders del Partito della Libertà olandese. Il loro messaggio comune è stato chiaro: un fronte compatto di nazioni sovrane pronte a sfidare l’attuale assetto dell’Unione Europea.

 

Autonomia e identità al centro

Un altro tema centrale del raduno è stato l’autonomia differenziata, una delle battaglie storiche della Lega. Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha definito la legge Calderoli “la madre di tutte le richieste, rivendicando con forza il diritto delle regioni del Nord di gestire autonomamente le proprie risorse. “Non è una questione di soldi, ma di libertà,” ha dichiarato, puntando il dito contro chi accusa la Lega di voler spaccare il Paese. Sul palco è salito anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha ricordato l’importanza del referendum sull’autonomia del 2017, definendo questa edizione di Pontida “la Pontida delle Pontide”.

Il ministro degli Affari Regionali, Roberto Calderoli ha espresso con emozione la sua gratitudine ai militanti, affermando che “questa è la legislatura dell’autonomia differenziata, ma la prossima sarà quella del federalismo”. Calderoli ha ribadito che il Nord, pur solidale con il resto d’Italia, ha il diritto di vedere applicato il federalismo fiscale, una richiesta che ha suscitato forti applausi dal pratone leghista.

 

Salvini tra applausi e processi

A chiudere la giornata è stato Matteo Salvini. Con un intervento di circa venti minuti, il leader della Lega ha toccato i temi più cari ai suoi sostenitori, dalla difesa dei confini al processo Open Arms, che lo vede imputato per sequestro di persona. “Difendere i confini non è reato” è stato lo slogan dominante dell’edizione, un chiaro messaggio a chi, secondo Salvini, continua a criminalizzare chi difende la sovranità nazionale.

Accanto a lui, i leader stranieri presenti hanno espresso pieno sostegno, con Orban che ha definito Salvini “un eroe di cui tutta l’Europa ha bisogno. La presenza di delegazioni così numerose ha dato al raduno un respiro internazionale, sottolineando il ruolo centrale che la Lega sta assumendo nel panorama sovranista europeo. Al termine della manifestazione, Salvini ha scattato una foto di gruppo con tutti i leader presenti, un’immagine simbolica di un’alleanza che si fa sempre più solida.

 

Pontida 2024 si conclude così, tra applausi e cori, con la promessa di continuare a lottare per un’Europa più sovrana e meno sottomessa ai diktat di Bruxelles, unita sotto la bandiera della difesa dei confini e delle tradizioni nazionali.

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