367 giorni di conflitto

Guerra in MO, Israele minaccia l’Iran: tensioni senza tregua

La Striscia di Gaza continua a essere martellata dalle bombe mentre il Libano affronta la fuga di migliaia di persone verso la Turchia. Le ultime notizie

Guerra in MO, Israele minaccia l’Iran: tensioni senza tregua

La situazione nella Striscia di Gaza si è ulteriormente intensificata nel 367° giorno di conflitto, con nuovi lanci di razzi da parte delle milizie palestinesi verso il sud di Israele. Secondo le Forze di Difesa Israeliane (IDF), quattro razzi sono stati sparati poco dopo l’inizio delle celebrazioni per commemorare il primo anniversario degli attacchi del 7 ottobre. Le difese aeree israeliane sono riuscite a intercettarne tre, mentre un quarto ha colpito un’area non abitata. In risposta, Israele ha lanciato una serie di raid su siti di Hamas nella Striscia, segnalando così l’ennesima escalation nel conflitto.

Contemporaneamente, Hezbollah ha rivendicato nuovi attacchi contro obiettivi israeliani nel nord del paese. Le città di Haifa e Tiberiade sono state colpite da razzi, con almeno undici feriti. Il gruppo armato libanese ha dichiarato di aver lanciato una serie di missili contro basi militari israeliane a sud di Haifa e nella zona ovest di Tiberiade, provocando ulteriori vittime e danni.

 

Il bilancio di una guerra senza fine

I raid israeliani continuano a colpire non solo Gaza, ma anche il Libano. Almeno 12 persone, tra cui diversi bambini, sono morte nei bombardamenti notturni a sud di Beirut. Questi attacchi rappresentano una delle offensive più violente degli ultimi mesi, con conseguenze devastanti per la popolazione civile. Il ministero della Salute libanese ha confermato che, oltre ai morti, più di venti persone sono rimaste gravemente ferite nei raid che hanno colpito le città di Qmatiyeh e Kayfoun.

Nonostante la crescente pressione internazionale per un cessate il fuoco, la situazione appare lontana dal trovare una soluzione. Il presidente francese Emmanuel Macron ha lanciato un appello per una tregua immediata, sottolineando l’urgenza di fermare l'invio di armi ad Israele e il bagno di sangue e di avviare un dialogo che possa riportare la pace nella regione. Tuttavia, i raid israeliani continuano senza sosta, colpendo anche l’ospedale Al-Aqsa nella Striscia di Gaza, accusato da Israele di essere un centro di comando di Hamas. Le Nazioni Unite, da parte loro, hanno criticato duramente questi attacchi, ricordando che le strutture mediche sono protette dal diritto internazionale e avvertendo che tali azioni potrebbero costituire crimini di guerra.

 

Amnesty International e la richiesta di pace

A un anno dall’inizio del conflitto, Amnesty International ha nuovamente richiesto un cessate il fuoco immediato, denunciando le gravi violazioni dei diritti umani commesse da entrambe le parti. Agnès Callamard, segretaria generale dell’organizzazione, ha ricordato l’orrore degli attacchi di Hamas contro il sud di Israele il 7 ottobre scorso, quando circa 1.200 persone persero la vita e altre 250 furono prese in ostaggio. Tuttavia, Callamard ha anche puntato il dito contro Israele, accusandolo di aver condotto attacchi sproporzionati contro la popolazione civile della Striscia di Gaza, che hanno causato decine di migliaia di morti e lo sfollamento forzato di quasi due milioni di persone.

La guerra non ha fatto altro che accrescere il rischio di genocidio per il popolo palestinese”, ha dichiarato Callamard, ricordando che il conflitto ha lasciato un segno indelebile sulla popolazione, con intere famiglie decimate e numerose persone ancora disperse sotto le macerie delle loro case distrutte. Ha inoltre espresso preoccupazione per i circa 100 ostaggi israeliani ancora trattenuti nella Striscia, alcuni dei quali potrebbero essere stati uccisi.

Amnesty International ha ribadito la necessità di porre fine alla fornitura di armi a tutte le parti coinvolte nel conflitto, invitando la comunità internazionale a intervenire per fermare quella che è stata definita una “catastrofe umanitaria senza precedenti”. Callamard ha concluso con un appello al rispetto del diritto internazionale e al rilascio immediato degli ostaggi civili trattenuti da Hamas, nonché alla liberazione di tutti i palestinesi detenuti illegalmente in Israele.

 

L’incognita Iran: nuove minacce

A complicare ulteriormente il quadro della crisi, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha minacciato direttamente l’Iran, avvertendo Teheran che potrebbe subire attacchi simili a quelli condotti su Gaza e Beirut. Le tensioni tra Israele e Iran sono ormai a livelli di guardia, con entrambi i paesi che continuano a scambiarsi minacce e accuse reciproche. L’Iran, da parte sua, ha revocato il divieto sui voli civili sopra il proprio spazio aereo, una decisione che potrebbe avere implicazioni strategiche nella gestione del conflitto in corso.

 

Mentre il mondo guarda con apprensione l’evolversi della situazione, il Medio Oriente sembra intrappolato in un vortice di violenza che non accenna a fermarsi. Il conflitto tra Israele e Hamas, che ha ormai coinvolto anche Hezbollah e altre fazioni armate, rischia di estendersi ulteriormente, con conseguenze imprevedibili per l’intera regione.

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