scene da guerriglia urbana

Pro-Palestina a Roma: violenza e disordini pianificati da gruppi

Scontri alla manifestazione per chiedere la fine delle ostilità in Medio Oriente: infiltrati violenti contro la polizia. 40 feriti, condanna di Meloni.

Pro-Palestina a Roma: violenza e disordini pianificati da gruppi

La manifestazione pro-Palestina organizzata a Roma, nonostante il divieto imposto dalla Questura, si è trasformata in un campo di battaglia, con scontri violenti tra le forze dell’ordine e un gruppo di infiltrati. Circa 7.000 manifestanti si erano riuniti, rispondendo a una mobilitazione internazionale a sostegno della causa palestinese, ma la giornata si è conclusa con un bilancio di 40 feriti, di cui 30 tra gli agenti di polizia. Le tensioni sono esplose quando alcuni individui incappucciati, separatisi dalla folla pacifica, hanno iniziato ad attaccare le forze dell’ordine. Il Primo Ministro Giorgia Meloni ha espresso la sua indignazione per la violenza.

 

Violenza in piazza Ostiense

Il cuore degli scontri si è concentrato a piazzale Ostiense, dove un gruppo di “professionisti dei disordini” ha innescato una vera e propria guerriglia urbana. Questi individui, coperti da cappucci e kefiah, si sono distaccati dal corteo principale che sventolava bandiere palestinesi e libanesi, dando il via a violenti attacchi contro la polizia. Bombe carta, sassi e bottiglie sono stati lanciati contro gli agenti in tenuta antisommossa, che hanno risposto con cariche e lacrimogeni. Alcuni manifestanti hanno persino divelto pali della segnaletica stradale per tentare di sfondare il cordone di sicurezza, creando momenti di panico.

Il corteo, che avrebbe dovuto essere pacifico, si è trasformato rapidamente in un campo di battaglia. Nonostante gli imponenti dispositivi di sicurezza posti dalla polizia nelle stazioni ferroviarie e ai caselli autostradali, circa 40 persone sono state fermate e denunciate. I disordini, pianificati da gruppi violenti, non si sono placati neanche dopo l’intervento di mezzi idranti e cariche delle forze dell’ordine.

 

La risposta delle istituzioni

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, ha duramente condannato gli scontri. In una dichiarazione rilasciata poche ore dopo i fatti, ha espresso “piena solidarietà alle forze dell’ordine”, definendo “intollerabile” la violenza subita dagli agenti. Meloni ha anche ringraziato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per le misure di sicurezza adottate, sottolineando come tali manifestazioni non possano diventare il pretesto per sfogare violenze gratuite.

Le autorità stanno indagando per identificare i responsabili, concentrandosi in particolare su gruppi anarchici, centri sociali e ultrà, i cui membri avrebbero partecipato agli scontri. Il Ministero dell’Interno ha ribadito che il divieto di manifestare, imposto per motivi di sicurezza, si è rivelato una decisione necessaria, dato il rischio concreto di infiltrazioni violente.

 

Proteste internazionali e solidarietà europea

Mentre Roma viveva momenti di forte tensione, il resto d’Europa ha assistito a proteste pro-Palestina relativamente pacifiche. Da Londra a Berlino, da Parigi a Dublino, migliaia di manifestanti hanno sfilato chiedendo la fine delle ostilità in Medio Oriente. Le proteste, sebbene animate, non hanno registrato gli episodi di violenza visti a Roma. A Londra, la polizia ha arrestato 15 persone, accusate di aggressione e incitamento all’odio, mentre a Berlino le autorità hanno rafforzato i controlli in risposta al crescente antisemitismo.

In Francia, leader della sinistra come Jean-Luc Mélenchon hanno preso parte alle manifestazioni, mentre a Londra l’ex leader del partito laburista, Jeremy Corbyn, ha guidato il corteo chiedendo un cessate il fuoco immediato. Anche altre città europee, come Barcellona e Valencia, vedranno nelle prossime settimane manifestazioni simili, mentre l’Unione Europea ha espresso preoccupazioni per possibili minacce terroristiche legate all’escalation del conflitto in Medio Oriente.

 

La giornata di proteste a Roma si è conclusa dunque con un bilancio pesante, sia in termini di feriti che di tensioni politiche. Mentre le autorità indagano sulle responsabilità degli scontri, il dibattito sulla sicurezza nelle manifestazioni e il ruolo degli infiltrati resta aperto. Il contesto internazionale, con manifestazioni pacifiche in altre capitali europee, mette in evidenza come la situazione romana sia stata eccezionalmente violenta.

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