preoccupazione per la sicurezza

Allarme a Roma per la manifestazione pro-Palestina non autorizzata

La Capitale si prepara alla mobilitazione delle associazioni a favore della causa palestinese, nonostante il divieto della Questura. Alto rischio infiltrati

Allarme a Roma per la manifestazione pro-Palestina non autorizzata

Roma si trova in stato di allerta per la manifestazione pro-Palestina annunciata per oggi, vietata dalla Questura, ma che sta raccogliendo numerose adesioni da parte di gruppi e collettivi. Il rinvio proposto al 12 ottobre non è stato accettato da tutti, e c’è preoccupazione per possibili infiltrazioni violente. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso preoccupazione per la sicurezza, sottolineando che la manifestazione sarà “gestita con equilibrio” dalle forze di polizia, nonostante il rischio di infiltrati. La mobilitazione è prevista alla vigilia del primo anniversario dell’attacco di Hamas a Israele, un evento che aumenta la tensione.

 

Misure di sicurezza eccezionali

Il piano di sicurezza è stato predisposto nel corso di un tavolo tecnico guidato dal nuovo questore Roberto Massucci. Le misure includono controlli serrati nelle stazioni ferroviarie e ai caselli autostradali per intercettare i pullman di manifestanti in arrivo da altre città. La zona di Ostiense, dove si prevede che i manifestanti cercheranno di convergere, sarà circondata da un dispositivo di sicurezza a cerchi concentrici sempre più stretti. Piantedosi ha definito la manifestazione “illegale ma ha rassicurato sulla professionalità delle forze dell’ordine, confidando nel loro operato.

Nonostante il divieto ufficiale, diverse realtà continuano a dichiarare la loro partecipazione, a partire dall’Unione democratica arabo-palestinese e dai giovani palestinesi, che hanno ribadito la loro intenzione di scendere in piazza. Anche il collettivo studentesco del liceo Virgilio di Roma ha diffuso un video in cui appare uno striscione con la scritta “Israele stato terrorista”, un segnale delle tensioni crescenti.

 

L’unione delle fazioni opposte

Il divieto della Questura ha avuto un effetto imprevisto: ha portato all’unione tra fazioni politiche solitamente opposte. L’estrema sinistra, rappresentata da movimenti come Potere al Popolo, e l’estrema destra, con Forza Nuova, si sono schierate a favore della mobilitazione. Potere al Popolo ha dichiarato che il corteo sarà una risposta a quello che definisce “un pericoloso meccanismo repressivo”, mentre Forza Nuova ha descritto la manifestazione come “doppiamente legittima” e ha criticato quella che definisce una “campagna di criminalizzazione e censura del mondo antisionista”. Anche il Movimento 5 Stelle si è unito alle critiche: il capogruppo alla Camera, Francesco Silvestri, ha accusato il governo di facilitare lo scontro invece di prevenirlo, mentre la parlamentare Stefania Ascari ha espresso preoccupazione per il divieto delle manifestazioni, definendolo “sempre un errore e un brutto segnale”.

Molte associazioni partecipanti hanno sottolineato che la protesta non è a favore di Hamas, ma a difesa del popolo palestinese e dei civili che hanno perso la vita a causa degli attacchi israeliani. “I palestinesi non sono Hamas”, è il messaggio ripetuto da diverse voci, mentre altri evidenziano come Israele abbia violato le risoluzioni dell’ONU e la Convenzione di Ginevra, colpendo anche strutture ospedaliere. “Non è una manifestazione pro-Hamas, ma pro-Palestina”, hanno dichiarato alcuni partecipanti, chiedendo il rispetto del diritto del popolo palestinese a uno Stato libero e indipendente.

 

L’eco della protesta e l’intervento delle forze dell’ordine

La manifestazione pro-Palestina non si limiterà alla Capitale. Anche a Cagliari è previsto un corteo, in segno di protesta contro il ddl sicurezza e per difendere il diritto di manifestare a favore del popolo palestinese. Intanto, l’attenzione delle forze dell’ordine si è intensificata su possibili legami con il terrorismo. Nelle ultime ore, un giovane egiziano di 22 anni è stato arrestato a Brescia per apologia di terrorismo, dopo aver condiviso contenuti che inneggiavano allo Stato islamico. Il giovane, secondo gli inquirenti, progettava di colpire una chiesa nel centro di Bergamo. A Torino, un altro giovane tunisino è stato espulso per i suoi contatti con affiliati all’Isis.

 

La giornata di oggi sarà quindi delicata non solo per le forze dell’ordine, ma anche per i manifestanti e le organizzazioni coinvolte. Lo chef e attivista Rubio ha annunciato la sua presenza in piazza e, attraverso un post sui social, ha invitato i partecipanti a protestare anche in altre zone della città, nel caso non fosse possibile raggiungere piazzale Ostiense. La mobilitazione, pur vietata, si preannuncia come un evento di ampia portata, con la Capitale pronta a vivere una giornata di tensione e di alto rischio per l’ordine pubblico.

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