a caccia di risorse

Manovra economica 2025, possibili nuove tasse su imprese e banche

Ipotesi di un’addizionale Ires anche sulle assicurazioni per coprire la manovra. Crescita Pil rivista al ribasso dall’Istat, aumenta la pressione fiscale

Manovra economica 2025, possibili nuove tasse su imprese e banche

La prossima manovra economica del governo potrebbe comportare un aumento della pressione fiscale per imprese, banche e assicurazioni. In un contesto in cui la crescita economica appare meno solida, anche a seguito delle recenti stime riviste al ribasso dall’Istat, le istituzioni finanziarie si preparano a resistere a ulteriori carichi fiscali. La revisione del Pil e il conseguente impatto sul bilancio pubblico pongono nuove sfide per il governo, che potrebbe trovarsi a dover negoziare a lungo con le parti coinvolte per garantire le coperture necessarie.

 

Addizionale Ires per imprese, banche e assicurazioni

Una delle possibili misure per finanziare la manovra economica del governo è l’introduzione di un’addizionale Ires, con un incremento tra lo 0,5% e l’1%. Questo nuovo contributo sarebbe richiesto a imprese, banche e assicurazioni, un settore che già si prepara a respingere tale misura. Le istituzioni bancarie, in particolare, sono preoccupate per l’impatto che un ulteriore onere fiscale potrebbe avere sui loro bilanci. “I prelievi forzosi e improvvisi, peraltro su redditi già generati, non sono il modo migliore per rilanciare il Paese”, ha affermato Augusto Dell’Erba, presidente di Federcasse-Bcc.

Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, ha espresso una posizione simile, sottolineando che “più le tasse sono alte, più la ricchezza e i valori vanno via”. Tuttavia, ha offerto una prospettiva leggermente più ottimista sulla legge di bilancio, definendola “meno drammatica di quanto possa apparire”, citando i segnali di ripresa e il miglioramento della legalità come elementi che potrebbero contribuire a maggiori entrate per lo Stato.

 

Il Pil rallenta: Istat rivede le stime e aumenta la pressione fiscale

La situazione economica italiana si complica ulteriormente con la revisione al ribasso del Pil da parte dell’Istat. La crescita acquisita per il 2024, inizialmente stimata allo 0,6%, è stata corretta allo 0,4%, un dato che rischia di creare ulteriori difficoltà per il governo. Meno crescita significa, infatti, meno entrate e maggiori difficoltà nel mantenere sotto controllo il deficit pubblico. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva ribadito con fiducia il traguardo del +1% previsto dal governo nel Piano strutturale di bilancio, ma queste nuove stime potrebbero compromettere tale obiettivo.

Un ulteriore elemento critico è l’aumento della pressione fiscale. Nel secondo trimestre del 2024, il peso del fisco rispetto al Pil è salito al 41,3%, con un incremento di 0,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Questo dato, pur essendo influenzato da aggiustamenti statistici, rischia di accendere nuovi scontri all’interno della maggioranza di governo, oltre a offrire all’opposizione un’arma per attaccare la politica fiscale in corso.

 

Il dibattito sulle tasse: accise, sigarette e il contributo delle imprese

Al centro delle discussioni interne alla maggioranza rimane anche il tema delle accise. Il governo ha chiarito che non vi sarà un aumento netto delle accise sul diesel, bensì un allineamento tra benzina e gasolio. Tuttavia, i calcoli dell’Unione Energie per la Mobilità (Unem) indicano che questa misura potrebbe tradursi in un aumento del prezzo del gasolio di 13,5 centesimi al litro, con un conseguente aggravio per le famiglie stimato in quasi 2 miliardi di euro, pari a circa 70 euro all’anno.

Un’altra proposta controversa riguarda le sigarette: alcuni oncologi hanno suggerito un aumento di 5 euro a pacchetto, con l’obiettivo di destinare questi fondi al Sistema sanitario nazionale. Il ministro Giorgetti ha sottolineato l’importanza di legare la sostenibilità del sistema sanitario alla capacità di investire nella prevenzione, aprendo così a un possibile dibattito sulla fattibilità di tale misura.

Ma il punto centrale rimane il contributo delle imprese. Anche se molti rappresentanti del mondo bancario e assicurativo si oppongono a un’addizionale Ires, il sindacato sembra avere una visione diversa. Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, e PierPaolo Bombardieri della Uil hanno espresso sostegno all’idea di chiedere un maggior contributo alle grandi imprese, definendo ragionevoli le posizioni del ministro Giorgetti. Anche Francesca Re David della Cgil ha invocato una “aliquota pesante” sulla ricchezza prodotta, in linea con la proposta governativa.

 

Verso una manovra complessa

Le trattative per la legge di bilancio si prospettano complesse e ancora in divenire. Da un lato, il governo è costretto a fare i conti con una crescita economica più debole del previsto, dall’altro, deve affrontare la resistenza delle imprese e delle istituzioni bancarie a nuove tasse. Tuttavia, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha ribadito che l’obiettivo resta quello di ridurre la pressione fiscale, puntando su misure di premialità per chi investe e sostiene la crescita.

In ogni caso, trovare le coperture per la manovra rimane una sfida aperta e centrale nel dibattito politico delle prossime settimane, con il rischio che l’equilibrio tra alleati di governo e opposizione possa subire ulteriori tensioni.

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