955° giorno di conflitto

Guerra in Ucraina, l’avanzata russa e la crisi idrica nel Donetsk

Le truppe russe vicino a Pokrovsk e i danni all’approvvigionamento idrico, preoccupano Kiev. L’Iran e la Corea del Nord sostengono Mosca con missili e armi

Guerra in Ucraina, l’avanzata russa e la crisi idrica nel Donetsk

L’invasione russa in Ucraina, giunta al 955° giorno, vede l’escalation del conflitto nella regione di Donetsk. Le forze russe si trovano a soli 7 chilometri da Pokrovsk, una città strategica nel cuore dell’oblast orientale. Questa pressione militare si accompagna a devastanti bombardamenti aerei russi, che hanno compromesso gravemente le infrastrutture idriche della zona. Secondo le autorità locali, due importanti impianti idrici sono stati colpiti, causando una riduzione della pressione nell’intero sistema. Circa 260.000 residenti del Donetsk settentrionale rischiano di restare senza acqua per un periodo indefinito. 

Vadym Filachkin, governatore della regione, ha dichiarato su Telegram che i danni alle infrastrutture sono così gravi che non sarà possibile ripararle a breve. L’amministrazione regionale ha espresso preoccupazioni per la distribuzione dell’acqua, soprattutto nei piani superiori degli edifici, ma il numero preciso delle persone colpite resta incerto.

 

Perdite russe e nuove alleanze

Nonostante le offensive, la Russia continua a subire perdite significative. Secondo l’ultimo rapporto delle forze armate di Kiev, nell’ultimo giorno l’esercito russo ha perso 1.280 soldati, portando il bilancio complessivo delle perdite a circa 659.220 persone dal 24 febbraio 2022. Oltre ai soldati, l’Ucraina ha distrutto 8 carri armati, aumentando il numero totale di veicoli corazzati russi eliminati a 8.916. Altri mezzi e sistemi militari russi, come artiglieria, missili antiaerei e UAV, hanno subito danni ingenti.

Nel frattempo, il Regno Unito ha denunciato la fornitura di missili dall’Iran alla Russia. Secondo il ministero della Difesa britannico, questi armamenti vengono impiegati nella vasta invasione russa dell’Ucraina, in violazione delle leggi internazionali. Ma non è solo l’Iran a supportare Mosca: fonti di intelligence occidentali, riportate dal quotidiano britannico “The Times”, rivelano che circa la metà dei tre milioni di proiettili d’artiglieria utilizzati annualmente dalla Russia proviene dalla Corea del Nord. Nonostante il rischio che molti di questi proiettili siano difettosi, la quantità massiccia permette alla Russia di continuare le sue operazioni sul campo di battaglia.

L’intelligence occidentale ha stimato che nell’estate del 2024 la Russia abbia ricevuto circa cinque milioni di proiettili di artiglieria dalla Corea del Nord, e sono emerse anche prove di nuove consegne di missili balistici. Questi scambi militari sono il risultato dell’incontro tra Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un all’inizio dell’anno.

 

Espansione degli addestramenti e la minaccia russa alla NATO

Mentre la Russia rafforza le sue alleanze, l’Ucraina cerca di fare altrettanto. In Polonia, il viceministro della Difesa Pawel Zalewski ha annunciato l’inizio del reclutamento e addestramento di volontari ucraini residenti nel Paese. Questa iniziativa rientra nell’accordo di sicurezza firmato nel luglio 2024 tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il primo ministro polacco Donald Tusk. Il reclutamento e l’addestramento dei volontari rappresentano uno sforzo congiunto per rafforzare le difese ucraine in un momento cruciale della guerra.

Anche la Lettonia, preoccupata per la crescente minaccia russa nella regione baltica, ha espresso la necessità di rafforzare le frontiere esterne della NATO. Andris Spruds, ministro della Difesa lettone, ha sottolineato che la Russia continua a rappresentare una minaccia significativa per l’alleanza occidentale. Durante un incontro a Stoccolma con i ministri svedesi Pal Johnson e Maria Malmer Stenegard, Spruds ha ringraziato la Svezia per la decisione di schierare un battaglione in Lettonia e aderire alla brigata multinazionale della NATO. I ministri hanno discusso della protezione dei confini regionali e della necessità di impedire ulteriori violazioni dello spazio aereo e marittimo da parte della Russia.

 

Un fronte più ampio: le implicazioni per l’Europa

Le conseguenze della guerra in Ucraina si estendono ben oltre i confini del Paese. Gli effetti collaterali, come il ritrovamento di frammenti di droni russi in Romania, dimostrano come il conflitto stia impattando anche i vicini dell’Ucraina. I resti di un drone russo sono stati trovati vicino al canale di Litcov, nel delta del Danubio, vicino al confine ucraino. Sebbene non siano stati segnalati feriti, l’incidente ha portato a una condanna da parte del ministero della Difesa romeno, che ha ribadito come tali attacchi siano inaccettabili e in violazione delle norme internazionali.

In questo contesto, il presidente Zelensky continua a mostrare solidarietà verso le sue truppe, visitando la regione di Sumy e ringraziando i militari impegnati nell’operazione di Kursk. Tuttavia, il clima rimane teso e le sfide sia militari che umanitarie si moltiplicano. La scarsità d’acqua nell’Ucraina orientale rappresenta solo l’ultimo dei problemi che il Paese deve affrontare mentre cerca di resistere all’assalto russo, con il sostegno di alleati sempre più strategici come l’Iran e la Corea del Nord.

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