La guerra di Gaza, giorno 365

Medio Oriente: tensioni tra Israele e Iran, escalation in Libano

La situazione sul campo si aggrava sempre di più, con raid israeliani e movimenti militari di Hezbollah che lasciano presagire una guerra su larga scala

Medio Oriente: tensioni tra Israele e Iran, escalation in Libano

Nel cuore delle tensioni mediorientali, Israele e Iran continuano a giocare una partita geopolitica ad alto rischio, mentre il Libano si trova nuovamente al centro di scontri violenti. La situazione sul campo si aggrava giorno dopo giorno, con raid israeliani, movimenti militari di Hezbollah e dichiarazioni che lasciano presagire un’escalation. Sullo sfondo, gli Stati Uniti annunciano aiuti umanitari al Libano e riaffermano il loro impegno nella regione.

 

Trump spinge Israele: “Colpite i siti nucleari iraniani”

L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha fatto una dichiarazione che ha subito acceso il dibattito. Durante un comizio in North Carolina, Trump ha sollecitato Israele ad agire contro i siti nucleari iraniani. “La risposta doveva essere: colpite il nucleare prima e preoccupatevi poi”, ha dichiarato, criticando implicitamente la gestione della crisi da parte dell’attuale presidente Joe Biden. Quest’ultimo, al contrario, ha adottato un approccio più cauto, frenando l’ipotesi di colpire non solo le installazioni nucleari, ma anche i giacimenti petroliferi iraniani. “Se lo faranno, lo faranno. Scopriremo quali sono i piani di Israele”, ha aggiunto Trump, lasciando intendere che l’azione potrebbe essere imminente. Secondo Biden, tuttavia, il governo israeliano non ha ancora definito una risposta concreta alla minaccia nucleare iraniana.

Le parole di Trump hanno messo in luce le crescenti pressioni internazionali su Israele. Gli Stati Uniti, infatti, non hanno ottenuto garanzie che Israele non colpirà le installazioni nucleari di Teheran, come riportato dalla CNN, facendo crescere l’incertezza sulla possibilità di un’escalation militare su vasta scala. Fonti dell’amministrazione americana sottolineano come sia “difficile prevedere” se Israele userà l’anniversario dell’attacco di Hamas del 7 ottobre come pretesto per colpire l’Iran.

 

Escalation di violenze in Libano, ucciso leader di Hamas

Mentre l’attenzione internazionale è focalizzata sulla minaccia iraniana, la situazione sul terreno in Libano si aggrava. L’esercito israeliano ha colpito il nord del Libano, uccidendo Sayyed Attaullah Ali, leader delle Brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas. Ali, insieme a tre membri della sua famiglia, è stato ucciso in un raid aereo che ha colpito la loro abitazione nel campo profughi di Dawi a Tripoli. L’attacco, confermato da Hamas tramite Telegram, segna un duro colpo per il movimento islamista palestinese, già sotto pressione nei confronti con Israele.

Parallelamente, Hezbollah ha riportato scontri con soldati israeliani lungo il confine meridionale del Libano, un’area storicamente tesa che rischia di essere teatro di nuovi conflitti. La forza di pace ONU, Unifil, presente nel sud del Libano con oltre 1.000 soldati italiani, ha ricevuto pressioni da Israele per “ricollocarsi” a seguito delle incursioni militari in corso. Tuttavia, l’ONU ha fermamente dichiarato che non abbandonerà le sue posizioni, come ribadito dal capo delle operazioni di pace, Jean-Pierre Lacroix. “Il 30 settembre l’Idf (le forze di difesa israeliane) ha notificato all’Unifil l’intenzione di condurre incursioni limitate in Libano e ha chiesto a noi di spostarci da alcune delle nostre posizioni”, ha affermato Lacroix, sottolineando la complessità della situazione sul campo.

 

Gli Stati Uniti rispondono con aiuti umanitari

Di fronte a questa crisi umanitaria in espansione, gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti destinato al Libano. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha confermato lo stanziamento di quasi 157 milioni di dollari in aiuti umanitari, destinati a sostenere le popolazioni colpite dal conflitto sia in Libano che nella regione circostante. “Questo finanziamento affronterà le esigenze nuove ed esistenti degli sfollati interni, delle popolazioni di rifugiati all’interno del Libano e delle comunità che li ospitano”, ha dichiarato Blinken in un comunicato ufficiale. Gli aiuti includeranno cibo di emergenza, ripari, kit igienici, protezioni e assistenza igienico-sanitaria, rappresentando “un’ancora di salvezza fondamentale per coloro che hanno sopportato difficoltà inimmaginabili”, ha aggiunto.

Nel corso dell’ultimo anno, gli Stati Uniti hanno già stanziato quasi 386 milioni di dollari per sostenere le popolazioni vulnerabili in Libano e in Siria, paesi devastati dall’intensificarsi del conflitto. Con la situazione sul campo in continuo deterioramento, queste risorse si rivelano vitali per fronteggiare una crisi umanitaria sempre più grave.

 

La tensione in Medio Oriente rimane altissima. Da una parte, le parole di Trump e le incertezze israeliane sull’Iran potrebbero spingere la regione verso nuovi conflitti. Dall’altra, l’escalation in Libano e i continui raid israeliani creano un contesto di grande precarietà. Gli Stati Uniti, attraverso aiuti umanitari e pressioni diplomatiche, cercano di mantenere un equilibrio in un’area storicamente instabile. Ma con Hezbollah e Hamas pronti a reagire, e Israele sotto pressione sia interna che esterna, la situazione potrebbe degenerare da un momento all’altro.

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