credibilità e sostenibilità economica

Manovra, sacrifici per le imprese: Giorgetti scuote Piazza Affari

Il ministro dell’Economia annuncia interventi fiscali sulle grandi imprese, escludendo nuovi oneri per i privati e Milano cede l’1,5% dopo le sue parole

Manovra, sacrifici per le imprese: Giorgetti scuote Piazza Affari

La manovra economica per il 2025 richiederà sacrifici e interventi mirati su alcuni settori produttivi. Lo ha annunciato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante il forum ‘Future of Finance: Italy Economic Outlook 2024’ organizzato da Bloomberg. Le sue dichiarazioni hanno scosso i mercati, portando a un calo significativo a Piazza Affari, con il Ftse Mib che ha perso l’1,5%. Tuttavia, il governo ha precisato che non ci saranno nuove imposte per i cittadini, puntando invece a coinvolgere le imprese più grandi con profitti favoriti dal contesto economico internazionale.

 

I sacrifici per le imprese e la reazione di Piazza Affari

Durante il forum economico, Giorgetti ha tracciato un quadro della situazione economica italiana, chiarendo che la manovra richiederà sforzi significativi, soprattutto da parte delle grandi imprese. “Non esistono contributi volontari delle aziende, ma quello che esiste è la stella polare dell’articolo 53 della Costituzione, secondo cui ciascuno è chiamato a contribuire in base alla propria capacità”, ha dichiarato il ministro. “Stiamo per approvare una legge di bilancio che chiederà sacrifici a tutti”.

Le sue parole hanno avuto un immediato impatto sui mercati finanziari. Il Ftse Mib ha chiuso la giornata in calo dell’1,5%, con alcune delle principali aziende italiane che hanno subito le maggiori perdite. Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha registrato una flessione del 2,8%, mentre Saipem ha ceduto il 5,2% e Stellantis il 4,2%. Il ministro ha inoltre annunciato una possibile vendita di ulteriori quote di Mps entro la fine dell’anno, contribuendo all’incertezza generale sul mercato.

 

Niente tasse sugli extraprofitti, ma contribuzioni straordinarie

Giorgetti ha poi precisato che non si tratta di una nuova tassa sugli extraprofitti, ma di un contributo straordinario da parte delle imprese che hanno registrato profitti significativi. “Non è corretto parlare di extraprofitti”, ha spiegato il ministro, “si tratta di tassare chi ha ottenuto profitti in un contesto particolarmente favorevole. È uno sforzo che tutto il sistema Paese deve fare”.

Il ministro ha inoltre sottolineato l’importanza della credibilità internazionale dell’Italia, affermando che il governo intende rispettare i propri obiettivi di bilancio. “Siamo impegnati in un percorso esigente di rientro del debito. Torneremo sotto il 3% in termini di deficit entro il 2026, mentre altri Paesi, come la Francia, lo faranno nel 2029. Non solo rispettiamo gli obiettivi che ci siamo dati, ma addirittura facciamo meglio”, ha affermato Giorgetti.

Nel contesto europeo, l’Italia sembra essere una delle nazioni più virtuose: il deficit previsto per quest’anno è stato ridimensionato dal 4,4% al 3,8%, un risultato quasi unico nel panorama continentale. “I dati di finanza pubblica per quest’anno andranno meglio di quanto comunicato ai mercati e alla Commissione europea”, ha aggiunto il ministro.

 

Settore della Difesa e chiarimenti finali

Tra i settori chiamati a contribuire maggiormente, Giorgetti ha citato quello della Difesa, che ha visto un aumento dei profitti grazie alle attuali condizioni geopolitiche. “Il comparto della Difesa, avendo beneficiato del contesto internazionale, sarà uno di quelli che dovranno dare un contributo alla Legge di Bilancio. Paradossalmente, oggi l’industria delle armi sta andando molto bene, grazie alle guerre in corso, e produce utili superiori”, ha spiegato. Oltre alla Difesa, anche il settore bancario, già oggetto di interventi in passato, sarà coinvolto.

A seguito delle dichiarazioni del ministro, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha voluto chiarire ulteriormente il quadro, precisando che non ci sarà nessuna nuova tassazione per gli individui. “Si chiederà uno sforzo alle imprese più grandi che operano in determinati settori, dove i profitti sono stati favoriti da condizioni esterne”, hanno riferito fonti ministeriali. Le piccole aziende, invece, sono già coinvolte in un concordato preventivo biennale e non subiranno ulteriori oneri.

 

Le precisazioni del Ministero sono state necessarie per evitare fraintendimenti o interpretazioni forzate delle parole di Giorgetti. Nonostante le turbolenze a Piazza Affari, l’obiettivo del governo è quello di mantenere una linea di credibilità e sostenibilità economica, in un contesto europeo che vede l’Italia ancora alle prese con sfide significative ma con un percorso di crescita che appare più solido rispetto ad altre nazioni.

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