alta tensione in Medio Oriente

Israele intensifica i raid su Beirut: incerta la sorte di Nasrallah

Netanyahu ordina l’attacco alla roccaforte di Hezbollah. Possibile morte del leader Nasrallah. Reazioni da Iran, Russia e comunità internazionale.

Israele intensifica i raid su Beirut: incerta la sorte di Nasrallah

Il conflitto tra Israele e Hezbollah ha raggiunto un nuovo picco di tensione con l’intensificarsi degli attacchi aerei israeliani su Beirut, colpendo le principali roccaforti del movimento sciita. L’obiettivo centrale sembra essere Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, la cui sorte resta incerta dopo il massiccio bombardamento. Il raid, uno dei più potenti mai lanciati su Beirut dal 2006, ha colpito la periferia sud della città, distruggendo diversi edifici e causando almeno sei vittime e decine di feriti. La mancanza di comunicazioni ufficiali da parte di Hezbollah alimenta i dubbi sulla sorte di Nasrallah, dato come "non raggiungibile" dalle fonti vicine al gruppo.

Un alto funzionario israeliano, citato dal Jerusalem Post, ha espresso scetticismo sulla possibilità che Nasrallah sia sopravvissuto all’attacco, dichiarando: "È difficile credere che ne sia uscito vivo". Intanto, l’esercito israeliano ha confermato di aver ucciso Muhammad Ali Ismail, comandante dell’unità missilistica di Hezbollah, e il suo vice, Hussein Ahmad Ismail, in un raid separato nel sud del Libano. Questi due leader erano responsabili di diversi attacchi missilistici contro Israele, compreso il recente lancio di razzi Fadi-1 verso il kibbutz di Kabri, nel nord di Israele.

 

Le reazioni internazionali: Iran e Russia si schierano 

L’attacco a Beirut ha suscitato reazioni immediate a livello internazionale. L’Iran ha condannato fermamente l’azione israeliana, con il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi che ha accusato Israele di crimini di guerra e genocidio nei confronti dei palestinesi, affermando che "l’uccisione di civili e il loro sfollamento sono parte di una pulizia etnica sistematica". Araghchi ha inoltre criticato l’inazione della comunità internazionale, definendola complice di queste violazioni dei diritti umani. Hezbollah ha risposto ai raid rivendicando il lancio di missili contro Israele, un atto che ha ulteriormente esacerbato la tensione nella regione.

Anche la Russia ha preso posizione. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha avvertito che il Medio Oriente è "sull’orlo di una grande guerra" e ha condannato gli attacchi indiscriminati di Israele, accusando Tel Aviv di violare la sovranità del Libano. Lavrov ha sottolineato come la spirale di violenza rischi di sfuggire al controllo, chiedendo un immediato cessate il fuoco per evitare una nuova guerra su larga scala. 

 

 

Israele continua i raid, evacuazioni di massa a Beirut

Nel frattempo, l’esercito israeliano prosegue con la sua offensiva. L’IDF (Forze di Difesa Israeliane) ha colpito lanciatori di razzi, depositi di armi e infrastrutture di Hezbollah in diverse aree del Libano meridionale e di Beirut. L’ordine di evacuazione per i residenti delle zone colpite è stato emesso poco dopo i bombardamenti. Centinaia di famiglie hanno abbandonato in fretta le loro case, creando ingorghi nelle strade della capitale già provate dalla mancanza di elettricità e dalle distruzioni causate dagli attacchi.

L’ordine di evacuazione israeliano ha interessato principalmente i quartieri di Al-Barajneh e Al-Hadath, aree densamente popolate da rifugiati palestinesi e siriani. Secondo il portavoce in lingua araba dell’esercito israeliano, gli edifici bersaglio ospitavano strutture di Hezbollah, ma il movimento sciita ha negato la presenza di depositi di armi, definendo queste affermazioni "menzogne". 

L’offensiva israeliana è parte di una strategia più ampia, mirata a smantellare le capacità offensive di Hezbollah e a colpire duramente la leadership del movimento. Tuttavia, le operazioni militari non sono senza conseguenze. Aerei israeliani continuano a sorvolare l’aeroporto di Beirut per prevenire l’arrivo di armi dall’Iran, mentre il sistema di difesa Iron Dome ha intercettato dieci proiettili lanciati dal Libano verso l’Alta Galilea.

 

 

La comunità internazionale e il futuro del conflitto

In questo contesto, l’Unione Europea ha espresso preoccupazione. L’alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, ha manifestato rammarico per l’incapacità della comunità internazionale di fermare il premier israeliano Benjamin Netanyahu, accusato di voler "schiacciare" non solo Hamas a Gaza, ma anche Hezbollah in Libano. Secondo Borrell, le pressioni diplomatiche non sembrano sufficienti per arginare la violenza, mentre Netanyahu appare determinato a portare avanti la sua campagna militare fino alla distruzione totale del gruppo libanese.

Anche gli Stati Uniti monitorano da vicino la situazione. Il presidente Joe Biden ha ordinato al Pentagono di rivedere la presenza delle forze statunitensi nella regione, nel tentativo di garantire la sicurezza dei propri interessi e delle proprie truppe. Tuttavia, senza una tregua immediata, il rischio che il conflitto si espanda ulteriormente resta elevato.

Con il futuro di Nasrallah ancora incerto e la situazione sul campo che si evolve rapidamente, la guerra tra Israele e Hezbollah potrebbe presto estendersi, con conseguenze devastanti per l’intera regione.

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