la via dell’Aventino

Rai, rinnovato il CdA: divisioni tra le opposizioni e scontro politico

Il Parlamento rinnova il Consiglio di Amministrazione della Rai con 4 nuovi membri, mentre l’opposizione si divide la maggioranza prosegue sulla sua strada

Rai, rinnovato il CdA: divisioni tra le opposizioni e scontro politico

La Rai è al centro di una nuova fase con l’elezione del Consiglio di Amministrazione, segnando un momento cruciale per il futuro della televisione pubblica. Le elezioni hanno visto la Camera e il Senato eleggere quattro consiglieri: Federica Frangi, Roberto Natale, Antonio Marano e Alessandro Di Majo. Questi si affiancheranno ai due membri nominati dal Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, Simona Agnes e Giampaolo Rossi. Tuttavia, il processo di rinnovo è stato caratterizzato da forti divisioni all'interno delle opposizioni, con il Partito Democratico, Italia Viva e Azione che hanno scelto di non partecipare al voto, accusando il governo Meloni di controllare la Rai.

Durante la votazione in Parlamento, l’aula della Camera ha eletto Federica Frangi, candidata del centrodestra, con 174 voti, e Roberto Natale, esponente di Alleanza Verdi Sinistra, con 45 preferenze. Al Senato, Antonio Marano, indicato dalla Lega, ha ottenuto 97 voti, mentre Alessandro Di Majo, già consigliere del Movimento 5 Stelle dal 2021, ha raccolto 27 voti. In totale, il nuovo CdA della Rai sarà composto da sette membri: quattro eletti dal Parlamento, due designati dal governo e uno scelto dai dipendenti Rai.

 

Le nomine e il dibattito politico

Le nomine proposte dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti hanno suscitato reazioni contrastanti. Simona Agnes, candidata da Forza Italia, e Giampaolo Rossi, che potrebbe ricoprire il ruolo di amministratore delegato, sono stati proposti per completare il Consiglio di Amministrazione. L'intero processo di rinnovo si svolge in un contesto di forti tensioni politiche, con una parte delle opposizioni che accusa il governo di voler rafforzare il proprio controllo sulla televisione pubblica, mentre altre forze, come il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra, hanno deciso di partecipare al voto per evitare che il CdA fosse monopolizzato dalla maggioranza.

Il senatore di Forza Italia, Claudio Fazzone, ha annunciato che il 1° ottobre verranno incardinati i disegni di legge per la riforma della Rai, accogliendo la richiesta delle opposizioni di avviare un confronto rapido e proficuo sul futuro della tv pubblica, in linea con il Media Freedom Act approvato dall'Europarlamento. Mentre M5S e Alleanza Verdi Sinistra hanno accolto con favore questo annuncio, partecipando al voto per il CdA con l'obiettivo di mantenere una presenza delle opposizioni all'interno dell'organo di governo della Rai, il Partito Democratico e altri partiti, come Azione e Italia Viva, hanno scelto la via dell'Aventino, rifiutando di partecipare alla votazione.

 

La via dell'Aventino di PD, Azione e Italia Viva

La segretaria del PD, Elly Schlein, ha difeso la scelta del suo partito di non partecipare al voto, dichiarando che "non c'è motivo di rinnovare il CdA, visto che già controllano la Rai". Schlein ha sottolineato che il PD intende continuare la propria battaglia in Vigilanza e fuori, coerentemente con la sua opposizione al rinnovo di un Consiglio d’amministrazione considerato fuori legge, poiché il Media Freedom Act dell'Unione Europea è già in vigore. Anche Azione e Italia Viva hanno seguito la stessa linea, criticando le forze di opposizione che hanno partecipato al voto, accusandole di agire per interesse di partito.

Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva, ha spiegato in un'intervista che la decisione di non partecipare al voto è stata concordata con il PD, ma ha criticato gli altri partiti di opposizione per aver abbandonato la posizione unitaria mantenuta fino a poche settimane prima. Boschi ha sottolineato che il comportamento di M5S e Avs dimostra come il "campo largo" non esista più nella realtà, una visione condivisa anche da Carlo Calenda, leader di Azione.

 

Conte e Schlein: scontro sulle posizioni delle opposizioni

L'elezione del CdA Rai ha anche acceso uno scontro diretto tra Giuseppe Conte e Elly Schlein. Il leader del Movimento 5 Stelle ha criticato la scelta del PD di non partecipare al voto, sostenendo che il CdA Rai debba essere presidiato dalle forze di opposizione e accusando i dem di aver rotto l’unità tra le opposizioni. Conte ha difeso la partecipazione di M5S al voto, sottolineando l'importanza di garantire una rappresentanza delle opposizioni all'interno del CdA e respingendo le accuse di fare politica per "poltrone".

Schlein, dal canto suo, ha ribadito che la posizione del PD era condivisa da tutte le opposizioni fino a poco prima, e ha chiesto che si interroghino gli altri partiti sulle ragioni del cambiamento di posizione. Anche Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra ha riconosciuto che il "campo largo" non esiste, ma ha auspicato un confronto futuro su temi comuni, come il salario minimo e l'autonomia differenziata.

 

Il rinnovo del CdA Rai, come sempre, rappresenta un momento di forte contrapposizione politica, sia all'interno delle opposizioni sia nel rapporto tra queste e la maggioranza di governo. Il futuro della televisione pubblica italiana sembra ora destinato a essere al centro del dibattito politico nei prossimi mesi, soprattutto alla luce della riforma annunciata.

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