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Guerra in Ucraina, i nuovi aiuti USA e la minaccia nucleare di Putin

Gli Stati Uniti annunciano 375 mln di dollari di aiuti militari. Putin ribadisce la possibilità di una risposta nucleare. Zelensky all’Onu: una pace giusta

Guerra in Ucraina, i nuovi aiuti USA e la minaccia nucleare di Putin

L'amministrazione Biden ha annunciato un ulteriore pacchetto di aiuti militari a favore dell'Ucraina, del valore di 375 milioni di dollari, come parte dell’impegno continuativo a sostenere Kiev nella sua difesa contro l’aggressione russa. Gli aiuti comprendono forniture di armi, munizioni e risorse per rafforzare la capacità di resistenza ucraina. La decisione rientra nel più ampio quadro di supporto definito durante il vertice del G7 in Puglia, dove si è discusso anche di un piano per fornire a Kiev prestiti straordinari per un valore di 50 miliardi di dollari. Tali finanziamenti saranno garantiti dalle future entrate straordinarie derivanti dall’immobilizzazione degli asset sovrani russi sequestrati nell’Unione Europea e in altre giurisdizioni. Una parte di questi fondi sarà destinata direttamente alle necessità militari ucraine, secondo quanto dichiarato nel comunicato congiunto delle potenze occidentali.

Intanto, sul fronte della politica internazionale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha tenuto un accorato discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dove ha sottolineato il rischio di un disastro nucleare a Zaporizhzhia, uno dei più grandi impianti nucleari d'Europa, attualmente sotto il controllo delle forze russe. “Il mondo comprende cosa è in gioco”, ha avvertito Zelensky, menzionando il rischio di una nuova Chernobyl e denunciando i piani russi di attaccare ulteriormente le installazioni nucleari ucraine, secondo quanto riportato dall'intelligence di Kiev. Zelensky ha ribadito che l’Ucraina non accetterà mai un accordo di pace imposto, ma chiede piuttosto "una pace giusta e reale".

 

La Russia rivede la sua dottrina nucleare

Parallelamente, il presidente russo Vladimir Putin ha presieduto una riunione del Consiglio di Sicurezza nazionale, durante la quale si è discusso un aggiornamento della dottrina nucleare del Paese. La Russia, ha spiegato Putin, si riserva il diritto di usare armi nucleari non solo per difendersi da un attacco contro il proprio territorio, ma anche per proteggere la Bielorussia, considerata una stretta alleata. In particolare, il leader russo ha dichiarato che Mosca potrebbe prendere in considerazione l’uso di armi nucleari in caso di informazioni affidabili riguardo a un imminente attacco con armi aerospaziali in grado di oltrepassare i confini dello Stato russo.

L'atteggiamento sempre più assertivo della Russia, unito alle crescenti minacce nucleari, non si ferma qui. Secondo l'agenzia di stampa Reuters, Mosca ha avviato una collaborazione con la Cina per sviluppare e produrre droni d'attacco a lungo raggio da impiegare nella guerra contro l'Ucraina. Documenti trapelati da fonti dell'intelligence europea confermano che la società russa IEMZ Kupol ha già condotto test su nuovi droni in Cina e prevede di produrli su larga scala, utilizzandoli nel conflitto in corso. Questa mossa rappresenta un ulteriore passo verso il rafforzamento delle capacità belliche di Mosca, e al contempo alimenta le preoccupazioni internazionali sulla possibile escalation del conflitto.

 

Zelensky all'Onu: “Putin vuole spezzare lo spirito ucraino”

Nel suo intervento all'Assemblea Generale dell'Onu, Zelensky ha denunciato come la Russia stia deliberatamente colpendo l'infrastruttura energetica del suo Paese, nel tentativo di indebolire il morale della popolazione ucraina. “La Russia ha distrutto tutte le nostre centrali termoelettriche e una gran parte della nostra capacità idroelettrica”, ha dichiarato il presidente ucraino, accusando Putin di voler tormentare milioni di persone, privandole di elettricità e riscaldamento durante l'inverno, nel tentativo di piegare la resistenza ucraina. “Putin vuole lasciarci al buio, sperando che ci arrendiamo”, ha proseguito Zelensky, appellandosi alla comunità internazionale affinché non si divida di fronte all’aggressione russa e continui a sostenere la causa ucraina.

Il discorso di Zelensky si è concluso con un accorato appello per una pace giusta e reale, non imposta dalle armi, ma ottenuta attraverso un negoziato che rispetti la sovranità e l’integrità dell’Ucraina. "L'alternativa alla pace è solo ulteriore sofferenza", ha avvertito, mentre i presenti all'Assemblea lo hanno salutato con un lungo applauso.

 

La minaccia nucleare di Mosca contro Londra

In un contesto già caratterizzato da tensioni crescenti, la propaganda russa ha ulteriormente inasprito i toni. Un canale televisivo vicino al Cremlino, Tsargrad, di proprietà dell'oligarca russo Konstantin Malofeev, ha rilanciato sui social un video che simula un attacco nucleare a Londra, con dettagli agghiaccianti che descrivono le possibili conseguenze: 850 mila morti e oltre 2 milioni di feriti. Il filmato, originariamente pubblicato tre mesi fa, è stato riproposto nel tentativo di aumentare la pressione psicologica sul Regno Unito, mentre il Paese valuta la possibilità di autorizzare l'Ucraina a utilizzare missili Storm Shadow per colpire obiettivi all'interno della Russia. Questo nuovo gesto propagandistico riflette l'intensificazione della retorica bellica di Mosca, determinata a mantenere alta la tensione sul piano internazionale.

 

La diplomazia internazionale e il futuro del conflitto

A livello diplomatico, la posizione degli Stati Uniti e dei loro alleati occidentali rimane ferma nel sostegno all'Ucraina, mentre la Russia continua a rivendicare il diritto di difendersi da quella che considera una guerra scatenata dall'Occidente per mano degli ucraini. Durante la sua permanenza a New York per partecipare all’Assemblea Generale, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha ribadito che l’Occidente "perderà questa guerra", sottolineando come Mosca abbia ormai consolidato l’unità del proprio fronte interno di fronte all'aggressione percepita.

 

Nel frattempo, il panorama internazionale si presenta sempre più complesso, con negoziati di pace ancora lontani e il rischio di un'escalation nucleare che grava pesantemente sul futuro della regione e del mondo.

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