la minaccia reciproca

Israele e Libano: una nuova escalation tra bombardamenti e missili

La situazione tra Israele e Hezbollah raggiunge livelli critici, con missili balistici intercettati su Tel Aviv, raid aerei e molte vittime tra i civili.

Israele e Libano: una nuova escalation tra bombardamenti e missili

Il conflitto tra Israele e Hezbollah ha vissuto una nuova e preoccupante escalation, con missili balistici lanciati contro Tel Aviv e raid aerei su obiettivi strategici in Libano. La situazione, già tesa, è degenerata rapidamente con un numero crescente di vittime, tra cui molti civili, e l'interruzione di voli verso Israele da parte di diverse compagnie aeree internazionali. La comunità internazionale, attraverso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha lanciato appelli disperati per fermare questa spirale di violenza, ma la tensione sembra lontana dall'allentarsi.

 

Missili e raid: la minaccia reciproca

La giornata di oggi ha visto un’escalation senza precedenti nelle ostilità tra Israele e il movimento sciita libanese Hezbollah. Quest'ultimo ha dichiarato di aver lanciato un missile balistico contro il quartier generale del Mossad, il servizio segreto israeliano, situato vicino a Tel Aviv. Il missile terra-terra, un Qader 1, è stato intercettato dal sistema di difesa aerea israeliano David’s Sling, mentre le sirene d’allarme risuonavano su Tel Aviv e nella regione di Sharon. L’attacco, che ha generato allerta tra i residenti, non ha causato vittime né danni, ma ha confermato la gravità della situazione.

Hezbollah ha descritto l’azione come una risposta agli attacchi israeliani che, la settimana precedente, avevano provocato decine di vittime in Libano. L'esercito israeliano (IDF) ha confermato di aver lanciato nella notte una serie di raid aerei contro obiettivi di Hezbollah, distruggendo depositi di armi e infrastrutture militari. Secondo fonti israeliane, i raid hanno colpito anche postazioni di lancio per missili di precisione e missili da crociera, causando esplosioni secondarie a testimonianza della presenza di grandi quantità di munizioni.

 

Vittime civili e l’appello alla sicurezza

Le vittime civili del conflitto continuano ad aumentare. Oltre alle numerose perdite già registrate, anche due operatori delle Nazioni Unite sono stati uccisi durante gli attacchi israeliani in Libano, mentre il bilancio tra i civili comprende molti bambini. L’esercito israeliano ha emesso un avvertimento ai civili libanesi, invitandoli a non rientrare nelle proprie abitazioni fino a nuovo ordine, sottolineando che le operazioni militari contro obiettivi terroristici proseguiranno. La situazione è ormai fuori controllo, e diversi appelli internazionali sono stati lanciati per cercare di fermare questa escalation.

In parallelo, l'aviazione israeliana ha continuato i suoi attacchi notturni contro le posizioni di Hezbollah, ribadendo l’intento di eliminare le minacce provenienti dal Libano. Secondo il portavoce dell'IDF, gli obiettivi colpiti comprendevano non solo miliziani, ma anche importanti depositi di armi, il che rende la situazione ancora più critica per la popolazione civile. Le esplosioni seguite ai raid hanno devastato intere aree già fortemente colpite dal conflitto, aggravando ulteriormente le condizioni di vita in diverse regioni del Libano.

 

Il rinvio di Netanyahu e la diplomazia sospesa

In questo contesto di estrema tensione, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha deciso di posticipare la sua partenza per gli Stati Uniti, dove avrebbe dovuto partecipare all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il rinvio, secondo il suo ufficio, è stato motivato dalla necessità di gestire la situazione in corso e coordinare le operazioni militari. Netanyahu terrà consultazioni con il governo e i vertici militari, per decidere come proseguire nelle azioni contro Hezbollah e garantire la sicurezza del Paese.

La sua partenza, ora prevista per il giorno successivo, sottolinea come la crisi tra Israele e Libano stia mettendo in secondo piano anche gli appuntamenti diplomatici più importanti. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha programmato una sessione straordinaria per discutere dell’escalation, ma al momento la possibilità di un dialogo tra le parti sembra remota, dato che né Israele né Hezbollah sembrano disposti a cedere nelle loro posizioni.

 

Il futuro della crisi: appelli e incertezze

Mentre l’escalation continua, le principali compagnie aeree internazionali, preoccupate per la sicurezza, hanno sospeso i voli da e per l'aeroporto di Tel Aviv. La decisione coinvolge 16 compagnie, segnalando l’ampiezza della preoccupazione internazionale per la stabilità della regione. I continui lanci di missili e i raid aerei rendono la situazione altamente volatile e difficile da prevedere.

Hezbollah ha inoltre confermato la morte di Ibrahim Qubaisi, il comandante della sua divisione missilistica, in un raid aereo israeliano a Beirut. L’uccisione di Qubaisi rappresenta un duro colpo per il gruppo sciita, poiché egli era considerato un obiettivo chiave per Israele a causa della sua responsabilità nella pianificazione di numerosi attacchi contro civili e soldati israeliani. La morte di questo comandante potrebbe innescare ulteriori ritorsioni, alimentando ancora di più la spirale di violenza in corso.

La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione lo sviluppo di questa crisi, lanciando appelli per un cessate il fuoco e un ritorno al dialogo. Tuttavia, le speranze di una rapida risoluzione sono flebili, poiché la guerra tra Israele e Hezbollah, che affonda le sue radici in decenni di rivalità e scontri, appare oggi più feroce e inarrestabile che mai.

In questo scenario drammatico, l’incertezza domina il futuro della regione, con l’unica certezza che il prezzo più alto sarà pagato dai civili innocenti, intrappolati in una guerra senza fine.

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