operazione “Northern Arrows”

Israele e Libano in fiamme: escalation senza precedenti nel conflitto

Bombardamenti e attacchi tra Israele e Hezbollah. Almeno 492 morti in Libano. Netanyahu invita i civili a evacuare. Cresce la tensione per l’escalation

Israele e Libano in fiamme: escalation senza precedenti nel conflitto

La situazione tra Israele e Libano ha raggiunto un punto critico, con bombardamenti incessanti e l’escalation del conflitto che minaccia di estendersi ulteriormente. Nella giornata di ieri, il Libano ha vissuto il suo momento più sanguinoso dagli anni della guerra civile, con quasi 500 morti e oltre 1.600 feriti. Nel frattempo, le forze israeliane e Hezbollah continuano a colpirsi reciprocamente, mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l'evolversi di una crisi che sembra ormai fuori controllo. La possibilità di un conflitto di più ampio respiro è sempre più concreta, con gli sforzi diplomatici che faticano a ottenere risultati concreti.

 

Attacchi intensificati e rischio di invasione terrestre

La tensione lungo il confine settentrionale di Israele è esplosa in un’escalation violenta che ha coinvolto sia le forze israeliane che Hezbollah. In risposta agli attacchi israeliani, il movimento sciita libanese ha lanciato una serie di razzi contro postazioni militari israeliane e una fabbrica di munizioni, aggravando ulteriormente il conflitto. Nella giornata di ieri, Hezbollah ha rivendicato attacchi su numerosi obiettivi strategici in territorio israeliano, tra cui la base di Amos, la fabbrica di esplosivi Zichron, la base aerea di Ramat David e l'aeroporto militare di Megiddo. Attacchi che rappresentano una reazione diretta ai bombardamenti che hanno causato 492 vittime, tra cui 35 bambini e 58 donne, secondo il bilancio fornito dal ministro della Sanità libanese.

Il comando militare israeliano, nel frattempo, ha risposto con operazioni su larga scala nel sud del Libano. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno annunciato di aver colpito decine di obiettivi terroristici legati a Hezbollah, tra cui postazioni di lancio di razzi e basi logistiche. Questi attacchi, parte dell’operazione "Northern Arrows", sono stati condotti con l’obiettivo di colpire le infrastrutture utilizzate dal gruppo per attaccare Israele. "Abbiamo colpito la cellula terroristica che ha effettuato gli attacchi e i lanciatori utilizzati nella notte", ha affermato un portavoce dell'IDF. La possibilità di un’incursione terrestre da parte delle forze israeliane sembra sempre più probabile, in un contesto di crescente instabilità.

 

Civili intrappolati nel fuoco incrociato: appelli e evacuazioni

Mentre il conflitto si intensifica, le autorità israeliane hanno ordinato la chiusura delle scuole nel nord del Paese e l’evacuazione di diverse aree colpite dai razzi di Hezbollah. Le città di Megido, Yokneam Illit, Daliyat al-Karmel e Isfiya sono state interessate da misure di sicurezza straordinarie. Nel contempo, anche il traffico aereo ha subito gravi ripercussioni: Wizz Air, British Airways e Azerbaijan Airlines hanno cancellato tutti i voli da e per l’aeroporto Ben Gurion, temendo che l’intensificazione del conflitto potesse mettere a rischio la sicurezza dei passeggeri.

Benjamin Netanyahu, in un messaggio video, ha invitato i civili libanesi a evacuare le proprie case, ribadendo che gli attacchi israeliani sono diretti esclusivamente contro Hezbollah. "Lasciate le vostre case, prendete sul serio questo avvertimento", ha dichiarato il premier israeliano, promettendo che i civili potranno tornare in sicurezza una volta conclusa l’operazione militare. Le parole di Netanyahu hanno sollevato ulteriore preoccupazione tra la popolazione libanese, già duramente colpita dai bombardamenti, con molti che temono ulteriori devastazioni nelle aree civili.

Anche a livello internazionale, la crisi sta suscitando reazioni di sdegno. La Cina ha condannato gli attacchi indiscriminati contro i civili, esprimendo solidarietà al Libano e ribadendo il proprio impegno per la tutela della sovranità e della sicurezza del Paese. Wang Yi, ministro degli Esteri cinese, ha affermato che Pechino segue da vicino gli sviluppi della situazione e si oppone fermamente agli attacchi che coinvolgono la popolazione civile.

 

Una crisi globale in crescita: reazioni e tentativi di mediazione

La gravità del conflitto ha attirato l’attenzione della comunità internazionale, con molte nazioni che esprimono preoccupazione per il rischio di una guerra su vasta scala in Medio Oriente. Il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, ha accusato Israele di voler trascinare la regione in un conflitto totale, avvertendo delle conseguenze "irreversibili" di una tale escalation. "Non vogliamo la guerra, vogliamo vivere in pace", ha dichiarato Pezeshkian, sottolineando che è Israele a cercare di innescare un conflitto su larga scala.

Anche l'Unione Europea ha espresso allarme per la situazione. Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera dell'UE, ha dichiarato che l’escalation tra Israele e Hezbollah è ormai "quasi una guerra a tutti gli effetti". Secondo Borrell, è necessario un impegno diplomatico immediato per evitare una catastrofe su larga scala, sottolineando il pesante tributo che i civili stanno pagando in questa fase del conflitto.

In questo contesto, anche l'Italia si sta muovendo per proteggere i propri cittadini presenti in Libano. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato che l’Italia ha chiesto garanzie alle Nazioni Unite per la sicurezza dei militari italiani coinvolti nella missione Unifil, e ha preparato un piano di evacuazione per gli italiani presenti nel Paese, qualora la situazione dovesse peggiorare ulteriormente.

 

Il conflitto tra Israele e Hezbollah rischia di trascinare l'intera regione in un vortice di violenza. Mentre i combattimenti continuano, i civili di entrambe le parti restano intrappolati in una crisi che sembra destinata a peggiorare, con poche prospettive di un immediato cessate il fuoco. La comunità internazionale, seppur consapevole della gravità della situazione, sembra ancora in difficoltà nel trovare una soluzione efficace.

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