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Covid, variante Xec: cresce la preoccupazione per l’alta contagiosità

Il nuovo ceppo Covid potrebbe diventare dominante nei prossimi mesi. Gli esperti rassicurano sull’efficacia dei vaccini, ma invitano alla prudenza

Covid, variante Xec: cresce la preoccupazione per l’alta contagiosità

La variante Xec del Covid-19, un nuovo ceppo della famiglia Omicron, sta attirando l'attenzione degli scienziati per la sua rapida diffusione e l'elevata contagiosità. La mutazione, un ibrido delle sottovarianti KS.1.1 e KP.3.3, si sta propagando in Europa, Asia e Stati Uniti, e molti esperti ritengono che potrebbe diventare dominante entro l'inverno. Sebbene i sintomi associati a Xec non sembrino più gravi rispetto alle varianti precedenti, la sua capacità di trasmissione e il potenziale impatto sulla salute pubblica stanno spingendo gli esperti a raccomandare fortemente la vaccinazione.

 

Covid, variante Xec in rapida ascesa

Dalla sua scoperta, avvenuta per la prima volta in Europa a giugno, la variante Xec ha mostrato un impressionante "vantaggio di crescita". Mike Honey, un ricercatore di Melbourne, Australia, che ha tracciato un primo identikit di Xec, ha sottolineato che la variante sta crescendo a un ritmo del 3,8% al giorno, ovvero del 27% su base settimanale. Questo tasso supera ampiamente quello di altre varianti come JN.1, che già presentavano mutazioni in grado di renderle particolarmente competitive. “Xec è la variante con la crescita più rapida che abbia osservato finora,” ha scritto Honey su X.

Questo “vantaggio di crescita” potrebbe portare la variante a soppiantare altre mutazioni del virus già diffuse, come KP.3.1.1, che ha guidato i contagi durante l'estate. Andrea Garcia, vicepresidente dell'American Medical Association, ha ribadito l’importanza di monitorare attentamente la diffusione di Xec nelle prossime settimane, in quanto potrebbe rapidamente diventare la causa principale di nuove infezioni, soprattutto negli Stati Uniti.

 

Gli esperti invitano alla prudenza

Peter Chin-Hong, esperto di malattie infettive presso l’Università della California a San Francisco, ha evidenziato come le mutazioni presenti in Xec possano conferirle una maggiore capacità di trasmissione rispetto alle varianti precedenti. “È possibile che questa mutazione conferisca a Xec dei veri e propri ‘superpoteri’ in termini di contagiosità,” ha dichiarato Chin-Hong. Tuttavia, l’esperto ha espresso fiducia nell’efficacia dei vaccini attualmente disponibili, soprattutto nella prevenzione delle forme gravi della malattia, in particolare tra le persone anziane. Il suo invito è stato chiaro: vaccinarsi entro la fine di ottobre per essere protetti durante la stagione invernale, quando il rischio di diffusione è maggiore.

Eric Topol, direttore dello Scripps Research Translational Institute di La Jolla, ha confermato che la variante Xec ha tutte le caratteristiche necessarie per guidare la prossima ondata di contagi. Anche lui ha sottolineato l'importanza dei vaccini, considerati uno strumento fondamentale per ridurre l'impatto del virus sulle categorie più vulnerabili.

 

Sintomi e severità dell’infezione

I sintomi legati all'infezione da variante Xec non sembrano discostarsi molto da quelli già noti nelle precedenti varianti di Omicron. Febbre, mal di gola, mal di testa, tosse e dolori muscolari restano i sintomi principali riportati dai pazienti. Attualmente non ci sono indicazioni che Xec provochi forme più gravi di malattia rispetto alle varianti precedenti, ma la sua diffusione capillare potrebbe comunque rappresentare una sfida per i sistemi sanitari, soprattutto in concomitanza con altre infezioni respiratorie tipiche della stagione invernale.

Mike Honey ha comunque avvertito che, sebbene non si registri una maggiore severità dei casi, la velocità di diffusione di Xec potrebbe sovraccaricare gli ospedali, in particolare nelle aree dove i tassi di vaccinazione sono ancora bassi. Per questo motivo, gli esperti continuano a ribadire l’importanza della vaccinazione come principale arma contro il virus.

 

Vaccini aggiornati e nuove strategie

Marco Cavaleri, responsabile del Dipartimento rischi sanitari dell'Agenzia europea del farmaco (Ema), ha confermato che i vaccini anti-Covid approvati in Europa forniscono una protezione adeguata anche contro le nuove varianti, inclusa Xec. Cavaleri ha spiegato che i vaccini attualmente disponibili coprono anche le varianti derivanti dal ceppo JN.1, il che li rende efficaci nella prevenzione di forme gravi di malattia nei mesi invernali, quando il rischio di infezione è più elevato.

Il coronavirus Sars-CoV-2, ha ribadito Cavaleri, continuerà a mutare anche dopo l’ondata estiva, rendendo essenziale la vaccinazione soprattutto per le persone più a rischio, come gli anziani e coloro con patologie preesistenti. “È fondamentale immunizzare chi è a rischio in vista dei mesi freddi,” ha dichiarato, ricordando che nei mesi passati sono già emerse nuove varianti, come KP.3.1.1 e LB.1, e che la comunità scientifica deve mantenere alta la guardia.

L’ultimo aggiornamento dell’Ema, pubblicato a luglio, ha delineato le linee guida europee per l'aggiornamento dei vaccini contro le nuove varianti. Cavaleri ha inoltre assicurato che la task force per le emergenze dell’Ema (Etf) continua a monitorare da vicino l’evoluzione del virus e a collaborare con le autorità sanitarie internazionali per garantire una risposta rapida ed efficace.

 

La variante Xec rappresenta dunque una nuova sfida nella lotta contro il Covid-19. La sua rapida diffusione e la capacità di competere con altre mutazioni la rendono un potenziale pericolo per i prossimi mesi. Tuttavia, gli esperti rimangono fiduciosi nell’efficacia dei vaccini aggiornati, che continuano a offrire protezione contro le forme gravi della malattia. La raccomandazione è chiara: vaccinarsi, soprattutto per le categorie più vulnerabili, e mantenere alta la vigilanza, in vista di un inverno che potrebbe portare con sé nuove ondate di contagi.

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