evacuazioni e stanziamenti

Alluvione in Emilia-Romagna, 2.500 evacuati: Meloni annuncia 20 mln

Il governo si mobilita per affrontare la crisi, la Presidente del Consiglio che ha convocato per oggi il CdM, delibererà lo stato d’emergenza per la regione

Alluvione in Emilia-Romagna, 2.500 evacuati: Meloni annuncia 20 mln

L'emergenza alluvionale in Emilia-Romagna continua a lasciare il segno, con 2.500 persone evacuate e danni ingenti. Il governo si mobilita per affrontare la crisi, con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha convocato il Consiglio dei Ministri, annunciando lo stanziamento di 20 milioni di euro per far fronte alle prime necessità. Nel frattempo, la Protezione civile intensifica gli interventi, mentre sale la polemica politica sulla gestione del territorio e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Da oggi, l'allerta meteo passa da rossa ad arancione.

 

Emergenza alluvionale: evacuazioni e stanziamenti

L’Emilia-Romagna è di nuovo in ginocchio per l’alluvione che ha colpito la regione, con precipitazioni che hanno superato i 350 millimetri tra il 17 e il 19 settembre, causando l’esondazione di quattro bacini. Le aree più colpite includono Ravenna, Bologna e Forlì-Cesena, dove le autorità hanno evacuato oltre mille persone, tra cui 800 nel ravennate. Dopo momenti di apprensione per la ricerca di dispersi, l'allarme è rientrato: nessuno risulta mancare all'appello.

La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato la convocazione urgente del Consiglio dei Ministri per deliberare lo stato d'emergenza e lo stanziamento di 20 milioni di euro, destinati alle prime necessità e al ripristino dei servizi essenziali. Meloni, in videocollegamento con i rappresentanti regionali, ha espresso solidarietà alla popolazione colpita, sottolineando che ulteriori fondi saranno valutati in base alla gravità della situazione. Il governo ha deciso di agire con rapidità, cercando di offrire un primo sostegno concreto alla regione devastata.

 

Cambiamenti climatici e prevenzione

Nello Musumeci, ministro della Protezione Civile, ha dichiarato che il Paese si è trovato impreparato di fronte all’impatto dei cambiamenti climatici, che hanno esasperato una situazione di vulnerabilità già presente nel territorio. Musumeci ha richiamato l'attenzione sulla distinzione tra interventi ordinari e straordinari, sottolineando che la messa in sicurezza del territorio è un processo che richiede anni di pianificazione e investimenti. Ha poi precisato che il commissario straordinario, Francesco Figliuolo, ha il compito di ricostruire quanto distrutto nell’alluvione di maggio 2023, mentre le opere preventive, come le casse di espansione dei fiumi, competono alla Regione

Le polemiche politiche non si sono fatte attendere, con molti che si interrogano su quanto fatto finora dalle autorità locali per prevenire simili disastri. Musumeci ha affermato che un confronto con la Regione Emilia-Romagna sarà presto fissato per valutare gli interventi già effettuati e quelli ancora necessari, ribadendo l'importanza di una stretta collaborazione tra Stato e Regioni.

 

Protezione civile e danni stimati

Nel frattempo, la Protezione Civile del Trentino ha raddoppiato il proprio contingente in aiuto all'Emilia-Romagna, con circa 50 operatori impegnati a Bagnacavallo, una delle aree più colpite nel ravennate. Gli operatori sono attivi nelle operazioni di sgombero degli accessi alle abitazioni e nel ripristino delle infrastrutture, utilizzando piccole macchine per il movimento terra, autobotti e idrovore per liberare i piani inferiori dagli allagamenti. 

Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), l’Italia ha subito danni per 360 miliardi di euro in 80 anni a causa di dissesto idrogeologico e terremoti, con il 91% dei comuni italiani esposti al rischio di frane e alluvioni. Nonostante il crescente impatto del cambiamento climatico, le misure preventive e le infrastrutture di mitigazione del rischio rimangono insufficienti. La spesa nazionale per affrontare il dissesto idrogeologico è triplicata negli ultimi anni, passando da una media di 1 miliardo di euro annui nel 2010 a 3,3 miliardi nel 2023. Tuttavia, la Corte dei Conti ha stimato che occorrerebbero almeno 26,5 miliardi di euro per gli interventi necessari a mitigare i rischi idrogeologici.

Il presidente di SIMA, Alessandro Miani, ha sottolineato l’importanza di investire in soluzioni sostenibili, come infrastrutture verdi e bacini di espansione. Ha citato esempi di successo, come i parchi fluviali e i sistemi di drenaggio in Olanda e Germania, che hanno dimostrato come tali interventi possano ridurre significativamente il rischio di alluvioni nelle aree urbane. Anche Bologna ha avviato un programma di drenaggio sostenibile per alleggerire il carico sulle fognature durante le piogge torrenziali.

 

L'allerta meteo in Emilia-Romagna, dopo giorni di preoccupazione, passa da rossa ad arancione, ma l'emergenza non è ancora terminata. Le autorità locali e nazionali continuano a monitorare la situazione, mentre si fanno i conti con i danni subiti. Il governo ha già stanziato 20 milioni, ma la strada verso la completa ricostruzione e messa in sicurezza del territorio si prospetta lunga e impegnativa.

Gli esperti e i responsabili politici concordano sulla necessità di migliorare le infrastrutture e adottare misure preventive più efficaci, anche alla luce della frequenza sempre maggiore di eventi climatici estremi. Nel frattempo, la popolazione colpita attende con ansia gli aiuti promessi, mentre le polemiche sulla gestione del territorio continuano a infiammare il dibattito pubblico.

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