tensioni crescenti

Von der Leyen in visita a Kiev: sostegno all’Ucraina e sfide future

Una visita simbolica in un momento cruciale quella della presidente della Commissione Europea, dopo il voto del Parlamento sull’uso delle armi occidentali

Von der Leyen in visita a Kiev: sostegno all’Ucraina e sfide future

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, è giunta questa mattina a Kiev per una visita che ribadisce il sostegno dell'Unione Europea all'Ucraina in un momento decisivo del conflitto con la Russia. Con l'inverno ormai alle porte, l'impegno europeo si fa più pressante, specie alla luce delle difficoltà energetiche che l'Ucraina potrebbe affrontare nei prossimi mesi. Lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha più volte sottolineato la necessità di rafforzare le difese infrastrutturali del paese. Parallelamente, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che invita gli Stati membri a revocare le restrizioni sull'uso delle armi occidentali contro obiettivi russi, decisione che ha suscitato non poche reazioni politiche. La giornata si è poi arricchita di ulteriori sviluppi, tra cui il rafforzamento della produzione di droni in Russia e le dichiarazioni del presidente della Duma, che ha evocato il rischio di un conflitto nucleare globale.

 

Von der Leyen a Kiev: sostegno all'Ucraina e sfide future

Ursula von der Leyen ha voluto marcare ancora una volta la vicinanza dell'Europa all'Ucraina, dichiarando su X: “Sono qui per portare il sostegno dell'Europa”. La sua visita coincide con il peggioramento della situazione nella regione di Kherson, dove una infrastruttura critica è stata danneggiata dai bombardamenti russi, come riportato dal capo dell'amministrazione militare locale, Alexander Prokudin. La regione, in parte sotto il controllo russo, è ancora una delle aree più contese, con il 75% del territorio nelle mani delle truppe di Mosca, mentre la riva destra del fiume Dnepr, inclusa la città di Kherson, resta sotto il controllo ucraino.

A Parigi, intanto, si è tenuto un summit internazionale a cui ha partecipato anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani. Durante la riunione, oltre a discutere dell'emergenza mediorientale, si è parlato dell'Ucraina e delle sue esigenze energetiche. Tajani ha ribadito l'importanza di mantenere funzionante la rete energetica del paese e ha annunciato l'impegno italiano per la ricostruzione della rete idroelettrica. Tajani ha inoltre sottolineato la necessità di una conferenza di pace, esprimendo la speranza che anche la Russia possa essere coinvolta, pur mantenendo ferma la volontà di garantire all'Ucraina la propria indipendenza.

 

Europarlamento diviso sull'uso delle armi in Russia

Il voto del Parlamento europeo sul sostegno all'Ucraina ha creato divisioni significative, in particolare tra le delegazioni italiane. La risoluzione che invita a revocare le restrizioni sull'uso delle armi occidentali per colpire obiettivi militari in territorio russo è stata approvata con 377 voti favorevoli, 191 contrari e 51 astenuti. Tuttavia, tra i partiti italiani la situazione è risultata complessa. Mentre Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno votato a favore del testo complessivo, la Lega si è opposta. Il Partito Democratico ha sostenuto la risoluzione, ma alcune figure di spicco, come Cecilia Strada e Marco Tarquinio, si sono astenute. Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra hanno espresso un voto contrario. In particolare, sul controverso paragrafo 8, che invita a permettere l'uso delle armi occidentali in Russia, solo 4 eurodeputati italiani si sono espressi a favore, mentre 55 hanno votato contro e uno si è astenuto.

Questa spaccatura riflette le preoccupazioni crescenti in Europa riguardo all'escalation del conflitto. In un contesto già teso, la possibilità di estendere l'uso delle armi oltre i confini ucraini solleva dubbi su quali potrebbero essere le conseguenze di un simile passo. Tra i più critici c'è stato il presidente della Duma russa, Viaceslav Volodin, che ha lanciato un monito esplicito: “Ciò che chiede il Parlamento europeo porta verso una guerra mondiale con armi nucleari”. Volodin ha dichiarato che, qualora l'Ucraina attaccasse profondamente il territorio russo con armi fornite dall'Occidente, Mosca risponderebbe con “armi più potenti”. Ha inoltre ricordato che il tempo di volo di un missile Sarmat fino a Strasburgo sarebbe di soli tre minuti e venti secondi.

 

La Russia accelera la produzione di droni, Zelensky a Washington

Mentre in Europa si discute sul ruolo dell'Occidente nella guerra, la Russia continua a potenziare il proprio arsenale militare. Il presidente Vladimir Putin ha visitato una fabbrica di droni a San Pietroburgo, annunciando un aumento di dieci volte nella produzione entro la fine dell'anno. Si prevede che il numero di droni militari salirà a 1,4 milioni rispetto ai 140mila attuali. Putin ha anche illustrato i piani per sviluppare nuove tecnologie, tra cui droni dotati di intelligenza artificiale e piattaforme robotiche per il campo di battaglia. “Chi si adatta meglio alle nuove tecnologie è colui che vincerà”, ha dichiarato il leader russo.

Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è atteso a Washington il prossimo 26 settembre, dove incontrerà il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris. L'incontro, confermato dalla portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, servirà per discutere dello stato della guerra e del sostegno degli Stati Uniti all'Ucraina. “Il presidente e la vicepresidente ribadiranno l'incrollabile impegno degli Stati Uniti al fianco dell'Ucraina”, ha dichiarato Jean-Pierre, confermando che gli Stati Uniti continueranno a sostenere il paese fino a quando non avrà prevalso contro l'aggressione russa.

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