Le prospettive per il futuro

La Fed riduce i tassi: taglio dello 0,5% tra critiche e attese

L’abbassamento dei tassi d’interesse di mezzo punto divide Democratici e Repubblicani. Obiettivo: stimolare investimenti e prevenire una recessione

La Fed riduce i tassi: taglio dello 0,5% tra critiche e attese

La Federal Reserve ha deciso di invertire la sua politica monetaria, tagliando i tassi d'interesse di 50 punti base, lo 0,5%, una mossa che segna il primo allentamento dal 2020. Dopo una serie di undici aumenti consecutivi iniziati nel 2022, finalizzati a frenare l'inflazione, la Fed cambia direzione in risposta a una congiuntura economica complessa, con una crescita economica rallentata e un mercato del lavoro in leggero raffreddamento. La decisione, annunciata dal presidente Jerome Powell, è stata accolta da critiche sia dal fronte repubblicano che da quello democratico, seppur per motivi diametralmente opposti. Tuttavia, Powell ha difeso la scelta della banca centrale, sostenendo che è guidata esclusivamente da considerazioni economiche e non politiche.

 

La decisione e le sue ragioni

Con il nuovo taglio, la Fed ha abbassato il tasso d'interesse in una forchetta compresa tra il 4,75% e il 5%, con l'intento di stimolare gli investimenti e alleviare le pressioni sul mercato immobiliare, gravato da mutui più costosi a causa dei precedenti rialzi. Jerome Powell ha sottolineato come questo intervento sia mirato a prevenire un blocco completo nel mercato del lavoro, favorendo una ripresa graduale. “Ci muoveremo rapidamente o lentamente a seconda delle esigenze”, ha affermato Powell, rimarcando che la Fed valuterà l'andamento dell'economia in ogni riunione, senza fare previsioni rigide sulla velocità dei futuri interventi.

L’allentamento monetario è visto da molti osservatori come un tentativo di evitare una recessione, puntando a un "atterraggio morbido" dell'economia. Powell ha ricordato che l'inflazione sta finalmente rallentando, ma ha avvertito che la battaglia non è ancora vinta: “Non dichiariamo vittoria sull'inflazione”, ha ribadito, segnalando la prudenza della banca centrale nonostante i segnali positivi. Secondo le previsioni della Fed, l'inflazione dovrebbe scendere al 2,1% entro il 2025, mentre il tasso di disoccupazione potrebbe stabilizzarsi al 4,4% entro la fine dell'anno, accompagnato da una crescita economica media del PIL del 2%.

 

Le reazioni politiche e di mercato

Nonostante le ragioni economiche alla base della scelta, le reazioni politiche non si sono fatte attendere. I Democratici, tra cui la senatrice Elizabeth Warren, hanno criticato la decisione per non essere stata abbastanza incisiva, chiedendo un taglio più drastico, almeno di 75 punti base. “Questo taglio dimostra che Powell ha atteso troppo a lungo per ridurre i tassi”, ha dichiarato Warren, esortando ulteriori riduzioni nel prossimo futuro. La Casa Bianca ha adottato un tono più moderato, vedendo il taglio come un segnale di miglioramento delle condizioni economiche complessive.

Dall’altro lato, i Repubblicani hanno criticato l’intervento, sostenendo che la riduzione dei tassi d'interesse prima delle elezioni presidenziali di novembre abbia una componente politica. L’ex presidente Donald Trump ha accusato la Fed di “politicizzazione, affermando che il taglio dei tassi dimostra che l'economia è in cattive condizioni. Powell ha prontamente respinto queste accuse, chiarendo che la Federal Reserve prende decisioni basate esclusivamente su dati economici e non su considerazioni elettorali.

Wall Street, inizialmente favorevole alla decisione della Fed, ha avuto una reazione contrastante. Dopo un primo momento di entusiasmo, il mercato ha chiuso in negativo, deluso dall'assenza di segnali più chiari su un futuro allentamento della politica monetaria. Molti investitori speravano infatti in un taglio ancora più consistente, che potesse accelerare una ripresa del settore economico e finanziario.

 

Le prospettive per il futuro

Guardando al futuro, la Federal Reserve ha lasciato intendere che ci saranno probabilmente ulteriori riduzioni dei tassi entro la fine dell'anno, stimando un ulteriore taglio di 25 punti base per ciascuna delle prossime riunioni del 2024. La governatrice Michelle Bowman, tuttavia, ha espresso dissenso, preferendo un approccio più cauto con una riduzione iniziale di soli 25 punti base.

Nonostante le tensioni politiche e le incertezze del mercato, Powell ha ribadito che l'obiettivo finale della Fed rimane quello di garantire la massima occupazione e mantenere l'inflazione al 2%, come previsto dal suo mandato. Tuttavia, ha ammesso che le prospettive economiche restano incerte e che la Fed sarà vigile riguardo ai rischi futuri.

Un elemento interessante riguarda la tempistica della prossima riunione della Fed, che cade il giorno successivo alle elezioni presidenziali di novembre. Questo potrebbe permettere alla banca centrale di prendere decisioni più indipendenti senza essere influenzata dai risultati elettorali, che potrebbero non essere immediatamente disponibili. Tuttavia, gli osservatori concordano sul fatto che la Fed si trovi in una situazione senza precedenti, con un’economia ancora solida ma in fase di rallentamento. 

Gli analisti del mercato azionario e obbligazionario sperano che la Fed possa raggiungere un atterraggio morbido come quello del 1995, quando Alan Greenspan guidava la banca centrale. Se Powell riuscirà a evitare una recessione, potrebbe consolidare il suo ruolo di garante della stabilità economica negli Stati Uniti. Ma per ora, restano molte incognite e la strada da percorrere appare lunga e tortuosa.

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