accusa e difesa

Processo Open Arms-Salvini: Il dibattito politico si infiamma

Il pm di Palermo chiede sei anni di reclusione per l’ex ministro dell’Interno Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.

Processo Open Arms-Salvini: Il dibattito politico si infiamma

La richiesta della Procura di Palermo di condannare Matteo Salvini a sei anni di carcere segna un momento decisivo nel processo legato alla vicenda della nave Open Arms. Nel 2019, Salvini, allora ministro dell'Interno, bloccò lo sbarco di 147 migranti salvati dall'ong spagnola Open Arms, in un contesto di forte tensione politica e sociale sul tema dell’immigrazione. Mentre l’accusa sostiene che l’ex ministro abbia violato i diritti umani, difendendo la sovranità statale, il dibattito si è intensificato, coinvolgendo figure di spicco della politica italiana, tra cui la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la segretaria del Pd, Elly Schlein.

 

L'accusa: “Salvini doveva garantire un porto sicuro”

Durante l'udienza che si è svolta a Palermo, il sostituto procuratore Geri Ferrara ha esposto la requisitoria, sottolineando il dovere dello Stato di garantire il rispetto dei diritti umani, anche in situazioni di emergenza legate all'immigrazione. "Tra la protezione della sovranità dello Stato e i diritti umani, sono questi ultimi che devono prevalere", ha dichiarato Ferrara, precisando che il processo non è di natura politica, bensì legato a decisioni amministrative.

Ferrara ha puntato il dito sulla gestione dei soccorsi, affermando che "una persona in mare va salvata, indipendentemente dalla sua classificazione, sia essa un migrante, un membro dell’equipaggio o persino un trafficante di esseri umani". Ha ribadito che, secondo la Convenzione SAR (Search and Rescue), spetta agli Stati offrire un porto sicuro dopo un'operazione di soccorso, senza subordinarne l’esito alla redistribuzione dei migranti in altri paesi. Secondo l’accusa, la Libia e la Tunisia non possono essere considerate porti sicuri, come evidenziato anche dall’attuale ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che ha definito "illegali" i centri di detenzione libici.

Ferrara ha inoltre criticato la gestione dei minori a bordo della Open Arms, sottolineando che il loro trattenimento sulla nave violava le norme nazionali e internazionali. La richiesta di scarcerazione da parte del Tribunale dei Minori di Palermo, ha affermato il pm, è stata ignorata dal ministero dell'Interno, contribuendo ad aggravare la situazione legale dell’allora ministro Salvini.

 

La difesa di Salvini: “Processo politico contro il governo”

La difesa di Matteo Salvini, rappresentata dall’avvocato Giulia Bongiorno, ha ribattuto con forza alle accuse, sostenendo che il pubblico ministero sta di fatto processando la linea politica del governo dell'epoca, più che le azioni del suo assistito. Bongiorno ha criticato la requisitoria come un attacco diretto al "decreto sicurezza bis", voluto dall’esecutivo per regolare la gestione dei flussi migratori e degli sbarchi.

Non si tratta di un reato commesso da Salvini, ma di una linea di governo che il pm contesta apertamente", ha dichiarato Bongiorno, difendendo la scelta dell’ex ministro di subordinare lo sbarco alla redistribuzione dei migranti in altri paesi europei. Secondo la difesa, la decisione di Salvini di bloccare l’accesso a un porto sicuro rispondeva alla necessità di tutelare gli interessi nazionali, garantendo la sicurezza del territorio italiano e gestendo i flussi migratori in modo ordinato.

Salvini, assente in aula, ha affidato ai social la sua replica, definendo "follia" la richiesta di condanna a sei anni di carcere per aver difeso i confini del Paese. "Difendere l’Italia non è un reato e io non mollo, né ora né mai", ha scritto su X, condividendo un video che ripercorre i momenti salienti della vicenda Open Arms del 2019.

 

Le reazioni politiche: solidarietà e critiche

Il caso Open Arms ha suscitato un ampio dibattito politico, dividendo le opinioni. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso solidarietà a Salvini, definendo “incredibile” il fatto che un ministro della Repubblica rischi la prigione per aver difeso i confini italiani. "È una evidente stortura e un’ingiustizia", ha dichiarato anche il ministro dell'Interno Piantedosi, aggiungendo che Salvini ha agito in linea con il suo mandato.

Di parere opposto è stata la segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha criticato l'intervento di Meloni, definendolo "inopportuno". Schlein ha sottolineato l’importanza del principio della separazione dei poteri, affermando che l'esecutivo non dovrebbe intervenire o commentare processi giudiziari in corso. "Il rispetto istituzionale impone di non commentare i processi aperti", ha dichiarato Schlein.

Anche fuori dai confini italiani, il caso ha attirato l’attenzione. Elon Musk, imprenditore miliardario e fondatore di Tesla, ha definito "folle" il comportamento del pubblico ministero, sostenendo che "dovrebbe essere lui a finire in prigione per sei anni".

 

Il dibattito sul caso Open Arms prosegue, con la prossima udienza che si preannuncia cruciale per definire il futuro giudiziario di Salvini e le ripercussioni politiche che questo processo potrebbe avere sull'attuale governo.

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