la sottile linea rossa

Ucraina, missili UK: possibile via libera per attacchi in Russia

Gran Bretagna e Stati Uniti valutano l’uso delle armi fornite all’Ucraina per attacchi mirati oltre confine. Biden e Starmer confermano il pieno sostegno

Ucraina, missili UK: possibile via libera per attacchi in Russia

La possibilità che la Gran Bretagna dia il via libera all'Ucraina per utilizzare i missili a lungo raggio Storm Shadow contro il territorio russo segna un cambiamento significativo nella strategia degli alleati occidentali. Questa decisione, discussa durante un incontro tra il presidente statunitense Joe Biden e il primo ministro britannico Keir Starmer, potrebbe dare a Kiev un nuovo margine di manovra nella guerra contro Mosca. Anche se non è ancora stata annunciata alcuna decisione ufficiale, le fonti riportano che i leader stanno considerando l'ipotesi di autorizzare l'Ucraina a colpire obiettivi strategici oltre i propri confini, utilizzando armi fornite dall'Occidente che potrebbe innescare però una risposta militare più aggressiva da parte della Russia.

Le armi in questione, gli Storm Shadow, sono missili a lungo raggio in dotazione alla Gran Bretagna, noti per la loro precisione e capacità di colpire obiettivi a grande distanza. Finora, l'Occidente ha mantenuto una posizione di cautela nel consentire all'Ucraina di colpire il territorio russo, limitando il supporto a operazioni all'interno dei confini ucraini. Tuttavia, la crescente pressione militare e politica ha spinto Kiev a chiedere una revisione di questa politica, con la speranza di ottenere un vantaggio strategico decisivo sul campo di battaglia.

 

L'incontro Biden-Starmer e le tensioni con la Russia

L'incontro tra Biden e Starmer ha offerto l'occasione per ribadire il sostegno congiunto a Kiev, in un momento in cui la guerra in Ucraina continua a intensificarsi. "Siamo al fianco dell'Ucraina fino alla vittoria", avrebbe dichiarato Biden durante il colloquio, sottolineando che gli Stati Uniti continueranno a fornire assistenza militare e diplomatica a Kiev. Starmer, da parte sua, ha confermato che Londra è pronta a fare di più, valutando di consentire l'uso dei missili Storm Shadow oltre i confini ucraini, se ciò contribuirà a fermare l'avanzata russa.

Una dichiarazione questa che ha subito attirato l'attenzione del Cremlino. Il presidente russo Vladimir Putin ha minacciato pesanti ritorsioni contro l'Occidente se dovesse essere autorizzato l'uso di armi occidentali sul territorio russo. Putin ha definito questa ipotesi "un atto ostile" e ha avvertito che potrebbe portare a un'escalation senza precedenti del conflitto. Tuttavia, Biden ha respinto queste minacce, affermando che gli Stati Uniti non si lasceranno intimidire dalla retorica del leader russo. La posizione di Washington è chiara: continuerà a sostenere Kiev fino alla piena restaurazione della sua sovranità territoriale.

 

Le divisioni in Europa sull’uso delle armi in Russia

Mentre Gran Bretagna e Stati Uniti sembrano considerare seriamente l'ipotesi di ampliare le possibilità offensive dell'Ucraina, non tutti i paesi europei sono d'accordo. In particolare, l'Italia ha espresso la propria contrarietà all'uso di armi fornite a Kiev per attacchi sul territorio russo. Roma ha mantenuto una posizione di cautela sin dall'inizio del conflitto, fornendo aiuti militari all'Ucraina ma ponendo dei limiti all'impiego delle armi fornite.

"Non possiamo permettere che questa guerra si espanda oltre i confini ucraini", ha dichiarato una fonte del governo italiano, aggiungendo che l'obiettivo principale dell'Italia è contribuire alla pace e alla stabilità in Europa, senza rischiare un'escalation del conflitto. Anche altri paesi europei, come la Germania e la Francia, stanno monitorando attentamente la situazione e potrebbero adottare posizioni simili a quella italiana, cercando di mantenere un equilibrio tra il sostegno a Kiev e il rischio di ulteriori tensioni con Mosca.

 

Il futuro del conflitto e il ruolo della Romania

Parallelamente a queste discussioni sull'impiego delle armi, gli Stati Uniti hanno recentemente approvato un contratto di vendita di decine di jet da combattimento F-35 alla Romania, un alleato strategico della NATO nella regione del Mar Nero. Il valore dell'accordo è di circa 7,2 miliardi di dollari, e l'obiettivo è rafforzare le capacità difensive della Romania, che occupa una posizione chiave alle porte dell'Ucraina.

L'annuncio della vendita dei jet arriva in un momento in cui i piloti ucraini stanno iniziando il loro addestramento sugli F-16, un altro jet da combattimento di fabbricazione statunitense, presso un centro specializzato in Romania. Questo centro si candida a diventare un hub internazionale per l'addestramento dei piloti, un segno dell'importanza crescente della Romania nella strategia di difesa della NATO

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito che il prossimo vertice globale sulla pace si terrà a novembre, con l'invito esteso anche alla Russia. Tuttavia, le possibilità di una partecipazione di Mosca appaiono remote, vista la situazione sul campo e le tensioni diplomatiche crescenti.

 

In questo quadro complesso, le decisioni che saranno prese nelle prossime settimane da Londra, Washington e altre capitali europee potrebbero influenzare profondamente il corso del conflitto. L'uso delle armi a lungo raggio contro il territorio russo rappresenta una linea rossa che, se superata, potrebbe innescare una reazione imprevedibile da parte di Mosca. Ma per Kiev, che continua a difendere strenuamente la propria sovranità, queste nuove capacità potrebbero rappresentare un punto di svolta nella guerra contro l'invasione russa.

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