50^ edizione 6-7-8 settembre

Zelensky a Cernobbio: Italia cruciale per pace e futura ricostruzione

Il presidente ucraino partecipa al Forum Ambrosetti, dove ribadisce l’importanza del sostegno militare occidentale. L’obiettivo è ottenere maggiori aiuti

Zelensky a Cernobbio: Italia cruciale per pace e futura ricostruzione

Volodymyr Zelensky ha raggiunto il prestigioso Forum Ambrosetti di Cernobbio dopo una visita a Ramstein, in Germania, dove ha preso parte alla riunione del gruppo di contatto sull'Ucraina e incontrato il cancelliere tedesco Olaf Scholz. L’incontro in Italia, considerato una "mini-Davos" per la rilevanza degli ospiti internazionali, ha un obiettivo chiaro: chiedere maggiore supporto militare agli alleati occidentali, e in particolare all’Italia. L’intenzione del presidente ucraino è non solo consolidare l’appoggio di Roma, ma anche superare il limite finora imposto sull’uso delle armi fornite per attacchi in territorio russo. Un tema delicato, che Zelensky vuole affrontare direttamente con la premier Giorgia Meloni, presente al Forum.

 

Zelensky e l’Italia: tra pace e ricostruzione

La presenza di Zelensky a Cernobbio è avvenuta in un contesto di rinnovata intensità del conflitto tra Russia e Ucraina. Con la recente offensiva russa e i raid su varie città ucraine, il leader di Kiev ha chiarito che il suo Paese ha urgente bisogno di maggiore supporto, non solo per difendersi, ma anche per attaccare strategicamente in territorio russo. L'Italia, secondo Zelensky, ha già dimostrato un forte impegno per la pace e la stabilità, e ora può svolgere un ruolo chiave nella ricostruzione post-bellica. "Apprezziamo tutti i passi che l'Italia ha compiuto per sostenere l'Ucraina", ha dichiarato Zelensky, sottolineando come l’obiettivo ultimo sia "porre fine alla guerra, ma non a danno del nostro Paese".

Tuttavia, una delle questioni cruciali per Zelensky è sbloccare l'uso delle armi fornite dall'Occidente per colpire obiettivi in territorio russo. Durante la sua partecipazione al Forum, ha spiegato come questa capacità di colpire le basi militari russe, fino a 100-300 chilometri, sia vitale per portare la Russia a negoziare seriamente una pace. "Non usiamo queste armi contro i civili", ha specificato, aggiungendo che l'obiettivo è solo "colpire infrastrutture militari". Convincere l’Italia a supportare questa strategia sarà uno dei punti centrali dell'incontro con Giorgia Meloni, che, da parte sua, ha ribadito in altre sedi l’impegno italiano a sostenere l’Ucraina fino a una "pace giusta e duratura".

 

Un’Europa divisa e un sostegno crescente

Il dibattito sull’invio di armi a lungo raggio rimane acceso in Europa. Da una parte, alcuni leader europei, come l'Alto rappresentante dell'Unione Europea Josep Borrell, sostengono che le restrizioni all'uso delle armi in Russia dovrebbero essere eliminate. Dall'altra, Paesi come l’Italia e l'Ungheria restano cauti, temendo che una tale escalation possa compromettere la già fragile stabilità regionale. A Cernobbio, la presenza di Viktor Orbán, primo ministro ungherese, ha ulteriormente evidenziato le divisioni all'interno dell'Unione Europea. Orbán ha ribadito la sua posizione favorevole a un incontro tra Zelensky e Putin, sostenendo che un dialogo diretto tra i due leader sia "necessario e possibile". Tuttavia, a Kiev, Orbán è visto come una figura sempre più isolata, considerata vicina al Cremlino e ai suoi interessi.

Nonostante queste divergenze, Zelensky è riuscito a ottenere ulteriori promesse di aiuti militari durante il suo viaggio. A Ramstein, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti da 250 milioni di dollari, mentre la Germania ha confermato l’invio di altri 12 obici Panzer 2000. Anche il Regno Unito, attraverso il nuovo governo di Keir Starmer, si è impegnato a inviare 650 missili Martlet, insieme a nuove batterie contraeree dalla Spagna e fondi aggiuntivi dall’Unione Europea, destinati al ripristino delle infrastrutture energetiche ucraine danneggiate dai continui attacchi russi.

 

Un futuro incerto e la ricerca di una soluzione negoziale

Nel suo intervento a Cernobbio, Zelensky ha posto l’accento sulla necessità di rafforzare la posizione ucraina prima di qualsiasi negoziato. "Putin non si fermerà", ha avvertito, "e dobbiamo arrivare a un tavolo negoziale in una posizione di forza". Questo, secondo il presidente ucraino, è l’unico modo per costringere Mosca a considerare una vera pace. La guerra, intanto, continua a mietere vittime e a causare devastazioni. Solo nelle ultime ore, un attacco missilistico russo sulla città di Pavlograd ha provocato almeno 50 feriti, tra cui un bambino di quattro anni, e un morto.

Mosca ha anche rivendicato la conquista di nuovi territori nel Donetsk, tra cui il villaggio di Zhuravka. In risposta, Zelensky ha sottolineato i successi dell'esercito ucraino, che ha ripreso il controllo di oltre 1.300 chilometri quadrati di territorio russo, inclusi più di 100 insediamenti nella regione di Kursk. Questi progressi, ha ricordato, sono possibili solo grazie al continuo supporto dei Paesi occidentali, e l’obiettivo resta quello di "liberare completamente" l’Ucraina dalle forze di occupazione.

 

La guerra prosegue dunque non solo sul campo di battaglia, ma anche nelle sale diplomatiche. Zelensky, sostenuto da alleati come la Nato e l'Unione Europea, continua a cercare nuove forme di sostegno, consapevole che solo con un supporto costante e deciso potrà ottenere i risultati sperati. Il Forum di Cernobbio si conferma così un crocevia cruciale per le sorti del conflitto, non solo per il suo ruolo economico, ma anche per le implicazioni geopolitiche che le sue discussioni portano alla luce.

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