critiche a sinistra e a destra

Barnier, Macron nomina un veterano della politica europea come premier

Il presidente francese ha scelto il 73enne Michel Barnier per formare un governo “il più stabile possibile”, in un momento di grande incertezza e di sfide

Barnier, Macron nomina un veterano della politica europea come premier

In un momento di grande incertezza, il presidente Emmanuel Macron ha deciso di affidare la guida del governo a Michel Barnier, ex commissario europeo e negoziatore capo per la Brexit. La nomina di Barnier, 73 anni, segna un importante punto di svolta, sia per il profilo politico del nuovo premier, sia per il contesto in cui avviene. Dopo oltre 50 giorni di stallo, la Francia si trovava senza un governo stabile e la nomina di Barnier sembra voler imprimere una svolta per superare l'impasse politica.

L'Eliseo ha confermato la nomina con un comunicato ufficiale: "Il presidente della Repubblica ha nominato Michel Barnier come primo ministro, affidandogli il compito di formare un governo di unificazione al servizio del Paese e dei francesi". L’obiettivo dichiarato è chiaro: ristabilire l'equilibrio politico e sociale, in un momento in cui le divisioni interne rischiano di compromettere la stabilità del Paese. Macron ha poi aggiunto che, attraverso un ciclo di consultazioni senza precedenti, si è assicurato che il nuovo governo disponga delle condizioni necessarie per essere "il più stabile possibile".

 

Un veterano della politica europea

Michel Barnier, figura di spicco della politica francese ed europea, è un nome che non sorprende gli osservatori. Con una carriera che abbraccia oltre quattro decenni, Barnier ha ricoperto diversi incarichi ministeriali sotto i presidenti Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy, oltre ad aver rappresentato la Francia come commissario europeo in due occasioni. Tuttavia, il suo ruolo più noto è stato quello di capo negoziatore dell'Unione Europea per la Brexit, un compito delicato e complesso che gli ha permesso di guadagnarsi stima e fiducia a livello internazionale.

Nato nelle Alpi francesi, vicino Grenoble, Barnier ha sempre mostrato un forte attaccamento alla montagna e al proprio Paese, descrivendosi come un "patriota ed europeo". Esponente della destra neogollista, la sua nomina segna un interessante ritorno al centro della scena politica francese. Con 73 anni, diventa il più anziano primo ministro della Quinta Repubblica, un fatto che contrasta con il giovane Gabriel Attal, 35 anni, che lascia ora il ruolo di premier.

 

Le critiche dall'opposizione: sinistra e destra in disaccordo

Nonostante l’esperienza di Barnier, la sua nomina non è stata accolta con favore da tutte le forze politiche. Le critiche più dure sono arrivate dalla sinistra, in particolare dal Nuovo Fronte Popolare (NFP), che vede in questa scelta una mancanza di rispetto per la volontà popolare. Olivier Faure, segretario del Partito Socialista, ha commentato su X: "Stiamo entrando in una crisi di regime. Il negazionismo democratico ha raggiunto il suo apice con la nomina di un primo ministro del partito che si è classificato al quarto posto alle elezioni". Secondo Faure, l’attuale governo non rispetta le dinamiche elettorali e si allontana sempre di più dalle istanze del popolo.

Anche Mathilde Panot, rappresentante de La France Insoumise (LFI), ha espresso un forte dissenso, accusando Macron di ignorare la "sovranità popolare". In un tweet, Panot ha dichiarato: "Dopo cinquantadue giorni di governo sconfitto alle urne, Macron continua a comportarsi da autocrate". La deputata ha poi invitato i cittadini a protestare il 7 settembre e a firmare una petizione per chiedere la destituzione del presidente.

 

La risposta del Rassemblement National: attendere per giudicare

Dal fronte della destra, la reazione è stata più cauta. Jordan Bardella, leader del Rassemblement National (RN), ha dichiarato che il suo partito valuterà Barnier sulla base del discorso di politica generale che il neo-primo ministro pronuncerà prossimamente. "Giudicheremo il suo operato in base alle risposte che offrirà alle questioni urgenti che affliggono i francesi: potere d'acquisto, sicurezza e immigrazione", ha scritto Bardella su X. Il leader del RN non ha escluso la possibilità di proporre una mozione di censura, ma ha anche sottolineato che la situazione richiede un'attenta valutazione delle politiche che Barnier metterà in campo.

Bardella ha inoltre criticato l'interminabile attesa per la nomina del nuovo primo ministro, definendola "indegna di una grande democrazia". Il suo partito si riserva di agire in base a come Barnier affronterà le priorità nazionali nelle prossime settimane.

 

Un governo di sfide e aspettative

Con la nomina di Michel Barnier, la Francia entra in una nuova fase politica, caratterizzata da sfide complesse e da una crescente polarizzazione del dibattito pubblico. Mentre Macron spera che l’esperienza e la competenza del nuovo premier possano ridare slancio al governo, l’opposizione è pronta a monitorare ogni passo. Da una parte, le critiche della sinistra riguardano la legittimità democratica del nuovo esecutivo, dall'altra, la destra attende risultati concreti su questioni cruciali come la sicurezza e il potere d'acquisto.

Sarà quindi interessante osservare come Barnier affronterà queste sfide e se riuscirà a comporre un governo che risponda alle esigenze del Paese, garantendo quella stabilità tanto necessaria per uscire dall’impasse politica.

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