per circa 500mila locazioni

Stretta sugli affitti brevi: nuove regole e sanzioni dal 1° settembre

Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è diventato obbligatorio per tutti gli affitti brevi in Italia, con sanzioni fino a 8.000€ per chi non si adegua

Stretta sugli affitti brevi: nuove regole e sanzioni dal 1° settembre

Dal primo settembre 2024 sono ufficialmente in vigore una serie di nuove disposizioni normative che riguardano gli affitti brevi in Italia. Con la fine della fase sperimentale, il Codice Identificativo Nazionale (CIN) diventa un requisito obbligatorio per chiunque affitti immobili per periodi inferiori a 30 giorni, sia per interi appartamenti che per singole stanze. Si tratta di una misura che interessa un vasto numero di locazioni, circa 500mila in tutto il Paese, e che punta a contrastare l’abusivismo nel settore turistico.

 

Che cos'è il CIN

Il CIN, introdotto dall’articolo 13 ter del decreto legge n. 145 del 2023, è un codice alfanumerico che deve essere esposto non solo all’interno dell’immobile affittato, ma anche in tutti gli annunci pubblicitari online e offline. La misura non si applica solo ai privati, ma anche alle piattaforme digitali come Airbnb e Booking, che saranno tenute a bloccare gli annunci privi del codice. Chi gestisce più di quattro immobili in locazione sarà inoltre obbligato a possedere una partita IVA e a presentare la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA).

 

Come ottenere il Codice Identificativo Nazionale

L’ottenimento del CIN non è automatico e richiede una specifica procedura. I locatori devono registrarsi sulla piattaforma BDSR del Ministero del Turismo utilizzando credenziali digitali come lo SPID o la Carta d'Identità Elettronica (CIE). Una volta autenticati, dovranno seguire un processo guidato per generare il codice, che verrà poi inviato tramite email. La piattaforma offre anche una funzione di verifica pubblica: chiunque può controllare l’autenticità del CIN di una struttura ricettiva prima di prenotare un soggiorno.

La normativa impone anche requisiti di sicurezza stringenti per ottenere il codice. Gli immobili devono essere dotati di dispositivi funzionanti per la rilevazione di gas combustibili e monossido di carbonio, oltre a estintori portatili. Le unità gestite in forma imprenditoriale devono inoltre rispettare le normative statali e regionali sulla sicurezza degli impianti. L’obiettivo è quello di aumentare il controllo e la trasparenza nel mercato degli affitti brevi, rendendo più difficile l’operatività di chi agisce fuori dalle regole.

 

Sanzioni severe per chi non si adegua

Chi non si adegua alle nuove disposizioni rischia sanzioni molto severe. Le strutture ricettive e i locatori avranno due mesi di tempo, a partire dal 1° settembre, per mettersi in regola. Da dicembre 2025, il sistema di sanzioni sarà pienamente operativo: chi pubblicizzerà un immobile senza CIN potrà essere multato fino a 5.000 euro, mentre chi affitta senza aver ottenuto il codice potrà incorrere in sanzioni fino a 8.000 euro. Inoltre, le piattaforme di intermediazione online come Airbnb e Booking hanno già firmato accordi con il Governo per bloccare gli annunci privi del CIN, rendendo di fatto impossibile per le strutture non in regola continuare a operare sul mercato.

Il Governo ha già avviato le prime verifiche per garantire il rispetto delle nuove norme. La Corte dei Conti ha condotto controlli sperimentali incrociando i dati del sistema "Alloggiati Web" del Ministero dell’Interno con le dichiarazioni fiscali e le informazioni raccolte dalle piattaforme online. Sono già state stilate liste di contribuenti considerati a rischio, e potrebbero presto partire ulteriori ispezioni mirate.

 

L’introduzione del Codice Identificativo Nazionale rappresenta un passo significativo verso la regolamentazione del mercato degli affitti brevi in Italia. Questa misura non solo mira a ridurre l’abusivismo, ma anche a garantire maggiori standard di sicurezza e trasparenza per i turisti. Con l'entrata in vigore delle nuove sanzioni, il settore dovrà adattarsi rapidamente alle nuove normative, pena l’esclusione dal mercato e pesanti multe. Chi opera in questo ambito deve quindi attivarsi.

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