Una situazione esplosiva

Notte di tensione al Beccaria, la rivolta di 58 giovani detenuti

Ieri, nel carcere minorile di Milano, incendi e tentativi di evasione di massa hanno causato otto feriti tra agenti e detenuti e gravi danni alla struttura

Notte di tensione al Beccaria, la rivolta di 58 giovani detenuti

La rivolta scoppiata nella notte nell'istituto penale minorile "Beccaria" di Milano ha riportato all'attenzione pubblica le gravi problematiche del sistema carcerario italiano, in particolare per quanto riguarda la gestione dei giovani detenuti.

Nella notte tra ieri e oggi, un tentativo di evasione di massa, accompagnato da incendi e violenze, ha coinvolto i 58 detenuti del penitenziario, causando danni ingenti alla struttura e lasciando un bilancio di almeno otto feriti. L'episodio, che ha richiesto l'intervento massiccio delle forze dell'ordine e dei Vigili del fuoco, è solo l'ultimo di una serie di eventi che mettono in luce le carenze strutturali e organizzative del sistema penitenziario minorile italiano, già sotto accusa per una gestione spesso inefficace e insufficiente.

 

La rivolta e i tentativi di evasione di massa

Gli scontri all'interno del carcere sono iniziati nella serata di ieri, quando i detenuti hanno appiccato il fuoco a diversi materassi all'interno delle celle. L'obiettivo apparente era quello di raggiungere l'ingresso della struttura e fuggire. La situazione è degenerata rapidamente, con le fiamme che si sono propagate in varie aree del penitenziario. Quattro detenuti sono riusciti a scavalcare il muro di cinta, ma sono stati tutti rintracciati e riportati all'interno del perimetro carcerario dopo ore di ricerche.

Le forze dell'ordine, prontamente intervenute, hanno circondato l'edificio e chiuso le strade circostanti per prevenire ulteriori tentativi di fuga. Nel frattempo, i Vigili del fuoco sono riusciti a entrare nell'area incendiata solo nelle prime ore della mattina, quando la situazione è stata parzialmente messa sotto controllo, per valutare l'entità dei danni. L'episodio ha lasciato sul campo un bilancio di otto feriti, tra cui agenti di polizia penitenziaria e detenuti. Un carcerato, in condizioni più gravi, è stato ricoverato in ospedale e piantonato dalla polizia.

 

L'allarme dei sindacati: un sistema al collasso

La rivolta al Beccaria non è un caso isolato. Secondo i sindacati di polizia penitenziaria, episodi simili sono ormai all'ordine del giorno nelle carceri minorili italiane. "Quanto accaduto nuovamente a Milano, preceduto da fatti analoghi sempre al Beccaria così come al 'Ferrante Aporti' di Torino e in molti altri istituti per minorenni del Paese, è la prova provata del fallimento organizzativo e gestionale del sistema penale inframurario minorile, che fa il paio con quello per gli adulti", ha dichiarato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. De Fazio ha inoltre sottolineato l'urgenza di un cambio di passo, che deve essere dettato dalla politica e non solo dalle amministrazioni carcerarie. "Il sistema va messo in sicurezza potenziando i presidi, a partire dagli organici della Polizia penitenziaria, che attualmente soffrono di una carenza di oltre 18 mila unità", ha aggiunto, esortando il Governo e il Ministero della Giustizia a prendere misure concrete e immediate.

Anche Aldo Di Giacomo, segretario del Sindacato di polizia penitenziaria (Spp), ha espresso preoccupazione per la crescente frequenza di tali episodi: "Episodi del genere, che ormai si verificano sempre più spesso, sono la dimostrazione che lo Stato ha fallito e il sistema carcere è sempre più abbandonato a se stesso".

 

Riflessioni sulla gestione delle carceri minorili

La rivolta al Beccaria evidenzia, ancora una volta, le profonde falle del sistema penitenziario minorile italiano. Oltre alle problematiche strutturali e organizzative, è la gestione dei giovani detenuti, ad essere al centro del problema, considerando anche la pratica che consente ad alcuni di restare reclusi in istituti penali minorili, nonostante siano prossimi ai 25 anni, una scelta che, secondo molti, andrebbe rivista. La situazione esplosiva che ha portato alla rivolta di ieri potrebbe essere il segnale di un malessere più profondo, legato a condizioni di detenzione difficili e a un sistema che sembra non riuscire a garantire né la sicurezza degli operatori né quella dei detenuti.

Le parole dei sindacati, che chiedono interventi urgenti e strutturali, devono trovare risposta nelle azioni concrete delle istituzioni, per evitare che episodi simili si ripetano e per ristabilire un minimo di ordine e sicurezza all'interno del sistema carcerario minorile italiano.

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