l’arresto e la confessione

Omicidio di Sharon Verzeni, l’incontro fatale con Moussa Sangare

La barista 33enne è stata brutalmente uccisa la notte del 29 luglio, mentre passeggiava per le vie del paese, dal 31enne senza un apparente motivo

Omicidio di Sharon Verzeni, l’incontro fatale con Moussa Sangare

L’omicidio di Sharon Verzeni ha scosso profondamente la tranquilla comunità di Terno d’Isola, in provincia di Bergamo. Una tragedia apparentemente senza senso, che ha lasciato molti interrogativi aperti e alimentato speculazioni. La barista 33enne è stata brutalmente uccisa la notte del 29 luglio, mentre passeggiava per le vie del paese.

Dopo settimane di indagini, Moussa Sangare, un giovane di 31 anni con un passato apparentemente tranquillo, ha confessato l’omicidio, rivelando una verità cruda e angosciante: non c'era alcun motivo, nessun piano elaborato dietro il delitto. Una confessione che ha portato a galla il lato più oscuro dell’essere umano, evidenziando la fragilità di una vita che può essere spezzata senza una ragione.

 

Un incontro fatale in una notte estiva

E' una notte di luglio, quando Sharon, seguendo il consiglio della sua dietologa, decide di fare una passeggiata per le strade di Terno d’Isola. L’incontro con il suo assassino è del tutto casuale: Sangare, in bicicletta, l’ha raggiunta in via Castegnate, dove, senza preavviso, l'ha aggredita. La violenza è stata immediata e brutale: una prima coltellata al petto, seguita da altre tre. In quegli ultimi attimi di vita, Sharon riesce a chiamare aiuto, pronunciando le sue ultime parole: "Mi ha accoltellato". Purtroppo, non c'è stato nulla da fare per salvarla.

L’assassino, un giovane nato a Milano da una famiglia maliana e residente a pochi chilometri dal luogo del delitto, è stato catturato dopo una lunga e meticolosa indagine condotta dai carabinieri. Sangare aveva già avuto problemi con la legge, soprattutto per maltrattamenti nei confronti della madre e della sorella, ma nulla che potesse far presagire un tale atto di violenza cieca.

 

La confessione e l’assenza di un movente

Durante l’interrogatorio, Sangare ha confessato l’omicidio, dichiarando: "L’ho vista e l’ho uccisa". Un’affermazione che ha lasciato gli inquirenti sbigottiti per la sua apparente assenza di motivazione. Sangare ha parlato di un "raptus improvviso", senza riuscire a spiegare le ragioni del suo gesto. Le autorità, tuttavia, sospettano che dietro questo atto possa celarsi una premeditazione: il giovane era uscito di casa quella notte portando con sé quattro coltelli, segno di una pericolosa ossessione.

Gli investigatori non credono completamente alla versione del raptus, soprattutto considerando che, prima dell’omicidio, Sangare aveva già minacciato due ragazzini con uno dei coltelli che portava con sé. Ora, la Procura di Bergamo sta facendo appello ai due giovani affinché forniscano ulteriori dettagli che potrebbero chiarire i motivi dietro il comportamento dell’assassino.

 

Il dolore della famiglia e il sollievo di una verità emersa

Per i familiari di Sharon, il mese trascorso dall’omicidio è stato un calvario non solo per la perdita, ma anche per le illazioni che hanno circondato la vicenda. Accuse infondate, che hanno colpito soprattutto il compagno di Sharon, Sergio Ruocco, il quale è stato spesso indicato come sospettato, nonostante l'assenza di prove. Con l’arresto e la confessione di Sangare, queste ombre sono finalmente state dissipate, portando un minimo di sollievo ai cari della vittima.

Il padre di Sharon, Bruno Verzeni, ha voluto ringraziare pubblicamente le autorità per l’efficacia delle indagini, sottolineando quanto sia stato importante, per lui e la sua famiglia, vedere affermata la verità e ripristinata l’onorabilità della figlia e del suo compagno. "La morte assurda di Sharon non deve essere vana", ha dichiarato Verzeni, auspicando che questo tragico episodio sensibilizzi l’opinione pubblica sul tema della sicurezza.

Anche Sergio Ruocco, sebbene distrutto dal dolore, ha espresso un certo sollievo per la conclusione delle indagini, riconoscendo che nulla potrà restituirgli Sharon, ma promettendo di mantenere vivo il suo ricordo. Un ricordo che, nelle parole di Ruocco, rappresenterà la forza per continuare a vivere, nonostante l’incolmabile perdita.

 

L’omicidio di Sharon Verzeni ha messo in luce le pericolose conseguenze di una violenza priva di senso, un crimine che ha lasciato un’intera comunità sotto shock. La confessione di Sangare ha chiuso un capitolo doloroso, ma le cicatrici di questa tragedia rimarranno a lungo. Mentre la giustizia segue il suo corso, la famiglia Verzeni e Sergio Ruocco cercano di trovare un modo per convivere con la perdita, affidandosi alla fede e al ricordo di Sharon per affrontare il futuro.

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