dopo la pausa estiva

Manovra economica 2025: Giorgetti guida le prime ricognizioni al Mef

Il ministro dell’Economia avvia le prime valutazioni tecniche per la prossima legge di bilancio, tra tagli ai ministeri e sfide sulle coperture finanziarie.

Manovra economica 2025: Giorgetti guida le prime ricognizioni al Mef

Con il rientro dalla pausa estiva, riprendono i lavori sul fronte della manovra economica, uno degli appuntamenti più delicati e attesi del panorama politico italiano. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha riaperto i dossier al Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) per avviare le prime valutazioni tecniche in vista della presentazione del Piano strutturale di bilancio, prevista entro il 20 settembre. Tale documento prenderà il posto della Nadef, segnando un cambiamento di approccio rispetto al passato. Nel frattempo, la questione del bilancio sarà oggetto di un vertice di maggioranza previsto per il 30 agosto, che servirà a delineare le linee guida politiche per l’imminente manovra.

 

La sfida delle risorse: tagli e riconferme

Prima della pausa estiva, Giorgetti aveva già avviato un dialogo preliminare con diversi membri del governo per discutere la questione dei tagli di spesa, un tema ricorrente che quest'anno si presenta con una complessità maggiore. La necessità di ridurre il disavanzo strutturale del Paese di almeno lo 0,5% annuo per i prossimi sette anni, a causa delle regole di Maastricht riformate e della procedura per deficit eccessivo avviata dall’Unione Europea, rende la manovra particolarmente impegnativa. Si stima che tale riduzione potrebbe richiedere un risparmio di circa 10 miliardi di euro l’anno.

Tuttavia, se il governo decidesse di mantenere in vigore tutte le misure della manovra precedente, oltre alle spese inderogabili, il conto totale potrebbe superare i 20 miliardi di euro. Tra le voci più pesanti figurano il taglio del cuneo fiscale per 14 milioni di lavoratori, che costerebbe circa 10,7 miliardi, e l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef, con un impatto stimato di 4 miliardi. Altre spese significative includono i 1,9 miliardi necessari per sostenere le Zone Economiche Speciali (Zes), 1 miliardo per le missioni internazionali, e oltre 800 milioni per la detassazione del welfare aziendale e dei premi di produttività.

 

Coperture finanziarie e incertezze

Per quanto riguarda le coperture finanziarie, il governo punta su una serie di misure, tra cui la spending review e il recupero di risorse da provvedimenti aboliti come l’Aiuto alla Crescita Economica (Ace), oltre che sulle entrate fiscali. Una delle iniziative più discusse è il concordato biennale proposto a circa 2,7 milioni di lavoratori autonomi e imprese, che prevede la possibilità di dichiarare i redditi per il 2024 e il 2025 con la garanzia di essere esclusi dai controlli fiscali, con un gettito previsto di circa 2 miliardi di euro. Tuttavia, questa stima è considerata eccessivamente ottimistica da alcune fonti parlamentari, che evidenziano come oltre un milione di contribuenti potenzialmente coinvolti presentino un basso indice di affidabilità fiscale, sollevando dubbi sulla loro adesione entro il termine del 31 ottobre.

 

Tempistiche serrate e prospettive future

Un altro elemento chiave per le coperture della manovra è rappresentato dagli incassi derivanti dal pagamento delle ultime rate della rottamazione quater, la cui scadenza è stata prorogata al 15 settembre. Tuttavia, il quadro complessivo delle coperture finanziarie sarà definito solo nelle prossime settimane. Secondo il calendario previsto, entro il 20 ottobre il governo dovrà approvare il Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles e al Parlamento italiano. Successivamente, sarà il momento di definire l’articolato della manovra, che dovrà essere approvato entro il 31 dicembre, nel rispetto delle scadenze imposte dalle normative europee. 

La strada verso l’approvazione della manovra si preannuncia dunque complessa, con il governo chiamato a prendere decisioni difficili per garantire la sostenibilità dei conti pubblici e allo stesso tempo sostenere la crescita economica del Paese. La sfida sarà riuscire a coniugare rigore finanziario e misure di sviluppo, in un contesto economico e politico sempre più incerto.

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