Reazioni e implicazioni politiche

Covid, pressioni politiche su Meta: Zuckerberg accusa la Casa Bianca

La società ammette di aver subito pressioni dall’amministrazione Biden per censurare contenuti su Facebook. Il CEO promette: in futuro Meta rimarrà neutrale

Covid, pressioni politiche su Meta: Zuckerberg accusa la Casa Bianca

In una rivelazione inaspettata, Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Meta, ammette ramarricato che l'amministrazione Biden ha esercitato pressioni indebite sul gigante dei social media per censurare alcuni contenuti legati al Covid-19 durante la pandemia. Le affermazioni di Zuckerberg, espresse in una lettera indirizzata a Jim Jordan, presidente della commissione giudiziaria della Camera, sollevano interrogativi sul rapporto tra le grandi piattaforme tecnologiche e il governo degli Stati Uniti. Zuckerberg ha sottolineato come gli alti funzionari dell'amministrazione abbiano insistito ripetutamente affinché Meta limitasse la diffusione di determinati contenuti, incluso materiale satirico e umoristico, a suo avviso, considerati politicamente sensibili.

"La pressione del governo è stata sbagliata", ha scritto Zuckerberg nella lettera, condivisa pubblicamente su X dalla commissione giudiziaria. "Rimpiango che non siamo stati più espliciti nell'esprimere la nostra opposizione a tali interferenze. In futuro, ci impegneremo a non compromettere i nostri standard di contenuto in risposta alle pressioni politiche, indipendentemente da quale amministrazione sia in carica, e siamo pronti a respingere qualora dovesse succedere di nuovo".

 

Neutralità politica e il futuro delle donazioni

Zuckerberg ha inoltre ribadito il suo impegno per la neutralità politica, annunciando che Meta non contribuirà ulteriormente al sostegno delle infrastrutture elettorali attraverso la Chan Zuckerberg Initiative, la sua fondazione filantropica. Le precedenti donazioni, per un totale di oltre 400 milioni di dollari, erano destinate a garantire che le giurisdizioni elettorali locali avessero le risorse necessarie per operare durante la pandemia. Tuttavia, queste donazioni sono state interpretate come un favore verso una specifica parte politica, un'accusa che Zuckerberg ha cercato di smentire. "Il mio obiettivo è rimanere neutrale e non coinvolgermi politicamente, né dare l'impressione di farlo", ha dichiarato. "Per questo motivo, non intendo fare ulteriori contributi in questo ciclo elettorale".

Questa decisione segna una chiara presa di distanza dal passato, quando Zuckerberg e la sua fondazione erano stati criticati per presunte influenze politiche derivanti dalle loro donazioni. L'impegno a non ripetere tali interventi, sottolinea Zuckerberg, è dettato dalla volontà di evitare qualsiasi percezione di parzialità, soprattutto in un momento in cui il dibattito sulla neutralità delle piattaforme social è particolarmente acceso.

 

Reazioni e implicazioni politiche: tra libertà di espressione e sicurezza

La Casa Bianca ha risposto alle dichiarazioni di Zuckerberg affermando che durante la pandemia l'amministrazione aveva cercato di promuovere azioni responsabili per la tutela della salute pubblica. Un portavoce ha dichiarato che "la nostra posizione è stata sempre chiara e coerente: riteniamo che le aziende tecnologiche debbano considerare gli effetti delle loro azioni sul popolo americano, pur facendo scelte indipendenti sulle informazioni che diffondono". Tuttavia, questa affermazione non ha dissipato le preoccupazioni di chi teme che la pressione governativa possa influenzare le decisioni delle piattaforme social.

 

Nel contesto di un acceso dibattito globale sulla libertà di espressione e la sicurezza online, le parole di Zuckerberg assumono un significato ancora più rilevante. La questione è alimentata dalle dichiarazioni di Elon Musk, proprietario di X, che si autodefinisce un assolutista della libertà di parola, e dall'arresto del CEO di Telegram Pavel Durov in Francia per presunti fallimenti nella moderazione dei contenuti sull'app di messaggistica. Sono tutte questioni che sollevano domande cruciali su quanto le piattaforme social debbano bilanciare il diritto alla libertà di espressione con la necessità di garantire la sicurezza online.

 

Il dibattito si è ulteriormente intensificato con le affermazioni del candidato repubblicano ed ex presidente Donald Trump, che ha criticato più volte le piattaforme social per quella che percepisce come una censura delle voci conservatrici. A luglio, Trump ha dichiarato sulla sua piattaforma, Truth Social, che se fosse rieletto, perseguirebbe i presunti truffatori elettorali "a livelli mai visti prima", con severe punizioni. In una nota rivolta direttamente a Zuckerberg, Trump ha aggiunto: "Sappiamo già chi sei. NON FARLO! ZUCKERBUCKS, stai attento!".

 

Meta, verso un futuro di neutralità politica?

Le dichiarazioni di Zuckerberg rappresentano un raro caso in cui un leader di un'importante piattaforma social riconosce pubblicamente l'influenza politica esercitata dal governo sulla moderazione dei contenuti. Sebbene Zuckerberg abbia lodato Trump per la sua reazione a un presunto tentativo di assassinio, ha precisato di non voler prendere una posizione politica. Inoltre, ha riferito che Zuckerberg avrebbe chiamato Trump per scusarsi di un problema tecnico di moderazione su Facebook, sottolineando che non intende sostenere alcun candidato democratico, per rispetto.

In un contesto così complesso e polarizzato, la dichiarazione di Zuckerberg riguardo alla controversa notizia del New York Post su Hunter Biden prima delle elezioni del 2020 aggiunge ulteriori dimensioni al dibattito. Zuckerberg ha rivelato che la decisione di limitare temporaneamente la diffusione della storia era stata presa dopo un avvertimento dell'FBI su una possibile campagna di disinformazione russa. Tuttavia, la storia non si è poi rivelata come disinformazione russa.

 

Le parole di Zuckerberg indicano un cambio di rotta da parte di Meta verso una maggiore indipendenza dalle pressioni esterne, cercando di preservare un ruolo di neutralità in un contesto politico sempre più complesso e divisivo. Se questo impegno sarà sufficiente a dissipare le preoccupazioni sollevate dalle pressioni governative passate e a mantenere la fiducia del pubblico, è una questione che rimane aperta. Tuttavia, è chiaro che il futuro delle piattaforme social, e la loro interazione con il potere politico, continuerà a essere un tema cruciale nel panorama globale.

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