324 giorni di guerra

Israele-Hezbollah, nuovi attacchi e la minaccia di una guerra totale

Raid aerei, rappresaglie, lanci di razzi e di droni, potrebbero rappresentare la scintilla per un’escalation più ampia e pericolosa in Medio Oriente.

Israele-Hezbollah, nuovi attacchi e la minaccia di una guerra totale

Le tensioni tra Israele e Hezbollah, il potente gruppo paramilitare libanese sostenuto dall'Iran, hanno raggiunto livelli critici nelle ultime ore, alimentando il timore di un conflitto aperto lungo il confine settentrionale di Israele. L'assassinio del comandante militare di Hezbollah, Fuad Shukr, avvenuto a Beirut lo scorso luglio per mano israeliana, ha scatenato una serie di rappresaglie che minacciano di sfociare in una guerra regionale. In un clima già teso per la guerra in corso a Gaza, le ostilità tra Israele e Hezbollah potrebbero rappresentare la scintilla per un’escalation più ampia e pericolosa in Medio Oriente.

 

Hezbollah risponde all'uccisione di Fuad Shukr

Hezbollah ha lanciato la sua preannunciata rappresaglia contro Israele, in risposta all'uccisione del suo alto comandante militare, Fuad Shukr. Quest'ultimo, ritenuto responsabile di numerosi attacchi contro Israele, è stato eliminato a Beirut in un'operazione condotta dalle forze israeliane a luglio. In risposta, Hezbollah ha lanciato centinaia di razzi e droni esplosivi contro il territorio israeliano, concentrandosi su siti militari nel nord del paese. In una dichiarazione ufficiale, il gruppo ha dichiarato di aver colpito 11 basi militari israeliane, scatenando un'ondata di panico tra la popolazione locale.

Un video circolato online mostra uno dei droni di Hezbollah che colpisce un'autostrada nel nord di Israele, segno dell'intensità degli attacchi. Secondo una fonte politica israeliana, citata dalla televisione pubblica Kan, Hezbollah avrebbe mirato anche a obiettivi strategici nel centro del paese, incluso il Ministero della Difesa a Tel Aviv, ma i sistemi di difesa israeliani sarebbero riusciti a intercettare le minacce in tempo.

 

La risposta di Israele: attacchi preventivi e rappresaglie

L'esercito israeliano non ha tardato a reagire, lanciando una serie di attacchi preventivi e successivamente una massiccia offensiva contro Hezbollah. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno colpito centinaia di obiettivi in Libano, concentrandosi sulle postazioni di lancio dei razzi utilizzate dal gruppo libanese. Il portavoce dell'IDF, Daniel Hagari, ha affermato che decine di aerei israeliani sono stati impiegati per distruggere i siti da cui Hezbollah stava lanciando razzi e droni contro il territorio israeliano.

"Stiamo eliminando le minacce al fronte interno israeliano," ha dichiarato Hagari, sottolineando l'impegno dell'IDF nel proteggere i cieli di Israele da ulteriori attacchi. "Hezbollah sta lanciando razzi e droni contro Israele, ma i nostri sistemi di difesa aerea, insieme alla Marina e all'Aeronautica, stanno intercettando le minacce e colpendo ovunque in Libano sia necessario per rimuovere queste minacce."

L'IDF ha affermato di aver distrutto migliaia di lanciarazzi di Hezbollah puntati verso il nord e il centro di Israele e di aver colpito 40 siti strategici del gruppo. Prima di questa offensiva, l'IDF aveva già condotto raid aerei nella Striscia di Gaza, uccidendo oltre 70 persone, secondo quanto riportato dall'emittente Al Jazeera.

 

Il rischio di un conflitto regionale

L'escalation tra Israele e Hezbollah si inserisce in un contesto regionale già estremamente instabile, con la guerra a Gaza che continua senza tregua. Gli attacchi reciproci tra Israele e Hezbollah hanno aggravato ulteriormente la situazione, facendo temere un allargamento del conflitto che potrebbe coinvolgere anche altre potenze regionali, come l'Iran, che sostiene Hezbollah.

In Israele, il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha dichiarato lo stato di emergenza per le prossime 48 ore, concedendo all'IDF maggiori poteri per emanare restrizioni sulla popolazione civile. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha convocato il gabinetto di sicurezza per una riunione d'emergenza, durante la quale ha dichiarato: "Colpiamo chi ci colpisce", esortando i cittadini a seguire le istruzioni di sicurezza. Netanyahu ha ribadito che l'esercito israeliano continuerà a operare con forza per eliminare le minacce provenienti dal Libano.

Dall'altra parte dell'Atlantico, la Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sta seguendo da vicino gli sviluppi in Israele e Libano. Sean Savett, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha dichiarato che Biden è in costante contatto con il suo team di sicurezza nazionale e con i funzionari israeliani. "Continueremo a sostenere il diritto di Israele a difendersi," ha affermato Savett, aggiungendo che gli Stati Uniti lavoreranno per mantenere la stabilità nella regione.

Nonostante l'intensificazione degli scontri, una delegazione israeliana è in partenza per il Cairo per partecipare ai colloqui su un possibile cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Questo tentativo di mediazione, tuttavia, si scontra con una realtà sul campo sempre più complessa e drammatica, in cui il rischio di un conflitto totale tra Israele e Hezbollah appare sempre più concreto.

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