giorno 910 dEL conflitto

Droni su Mosca, bombe su Zaporizhzhia e tensioni crescenti Mosca-Kiev

Pioggia di bombe e droni su entrambi i paesi, Kiev prevede evacuazioni di massa mentre Medvedev esclude negoziati senza una totale vittoria russa.

 Droni su Mosca, bombe su Zaporizhzhia e tensioni crescenti Mosca-Kiev

La guerra in Ucraina, giunta al giorno 910, continua a intensificarsi su più fronti, portando con sé devastazione e tensioni crescenti. Le città di Mosca e Zaporizhzhia sono state colpite duramente nelle ultime ore, con attacchi che hanno fatto risaltare l’implacabilità del conflitto. Mentre le difese russe hanno abbattuto dieci droni ucraini diretti verso la capitale, un bombardamento russo ha devastato un piccolo villaggio nella regione di Zaporizhzhia, uccidendo un adolescente e ferendo gravemente altri giovani.

Nel frattempo, Kiev pianifica l'evacuazione di migliaia di persone dalla regione di Sumy, mentre Dmitry Medvedev, ex presidente russo, dichiara che non ci saranno negoziati finché Kiev non sarà completamente sconfitta.

 

Droni su Mosca e bombardamenti in Ucraina

Le difese aeree russe hanno affrontato uno dei più grandi tentativi di attacco con droni dall'inizio del conflitto, abbattendo dieci velivoli ucraini diretti verso Mosca. Il sindaco della capitale, Sergei Sobyanin, ha confermato che la "difesa a strati" della città ha funzionato con successo, respingendo l'assalto. Questo attacco, definito uno dei più significativi contro Mosca, segna un'escalation nella strategia ucraina di colpire obiettivi profondi all'interno della Russia, come risposta ai continui attacchi russi su infrastrutture ucraine. 

Nel frattempo, la regione ucraina di Zaporizhzhia ha vissuto un altro tragico episodio di violenza. Un bombardamento russo ha colpito un bar nel villaggio di Malokaterynivka, uccidendo un 15enne e ferendo quattro altri giovani, tra cui un’18enne e tre ragazzi di 11, 14 e 17 anni. Questo attacco è solo l'ultimo di una lunga serie di bombardamenti che hanno devastato la regione, colpendo spesso obiettivi civili e causando numerose vittime innocenti.

 

Kiev evacua Sumy

A causa della crescente pressione militare russa, l'Ucraina si prepara a una massiccia evacuazione dalla regione di Sumy, dove 45mila persone potrebbero essere costrette a lasciare le proprie case. Questa decisione riflette la grave minaccia rappresentata dall'avanzata russa, che sembra non dare tregua. L’obiettivo di Kiev è quello di proteggere la popolazione civile, ormai esposta a continui attacchi e bombardamenti indiscriminati, che rendono la vita nelle regioni di confine sempre più insostenibile.

Nonostante le difficoltà, il governo ucraino mantiene una posizione di resistenza. Tuttavia, l'ex presidente russo Dmitry Medvedev ha ribadito che Mosca non intende aprire negoziati finché Kiev non sarà completamente sconfitta. Le sue parole segnano una chiara intenzione di prolungare il conflitto, alimentando ulteriori timori di una guerra senza fine. Intanto, Mosca continua a reclutare soldati, inclusi indiani, e a ristrutturare le sue forze armate per potenziare la capacità di resistenza e attacco, soprattutto nelle regioni di confine.

 

Droni russi sul confine rumeno

L'escalation non si limita solo ai campi di battaglia ucraini. Il ministero della Difesa rumeno ha annunciato di aver trovato frammenti di droni russi caduti nel distretto di Tulcea, vicino al confine con l'Ucraina. La scoperta, avvenuta in un'area paludosa fuori dai centri abitati, è ora oggetto di analisi da parte delle autorità rumene, che sono in stretto contatto con gli alleati della NATO. La Romania ha condannato fermamente questi attacchi, definendoli "ingiustificati" e in aperta violazione del diritto internazionale

In parallelo, la Russia ha denunciato nuovamente il coinvolgimento di forze occidentali nella guerra, sostenendo che i combattenti ucraini nella regione di Kursk sono stati addestrati in Gran Bretagna e Germania. Questa accusa, insieme alle ripetute denunce contro il coinvolgimento di mercenari e "corpi privati militari" statunitensi, complica ulteriormente i tentativi di trovare una soluzione diplomatica al conflitto, che appare sempre più lontana.

 

Accuse e minacce: la Russia contro l'Occidente

Il Cremlino ha ufficialmente accusato Washington di partecipare direttamente all’offensiva ucraina nella regione di Kursk. Secondo le autorità russe, i mercenari americani sono stati coinvolti negli attacchi e Mosca non esclude di poter rispondere militarmente. In particolare, il governo russo ha convocato Stéphanie Holmes, incaricata d’affari dell’ambasciata statunitense a Mosca, per consegnarle una nota di protesta. Nella nota, la Russia ha denunciato non solo la presenza di reporter americani nella regione di Kursk, ma anche la partecipazione di "corpi privati militari" statunitensi. Questi mercenari, secondo Mosca, sono entrati illegalmente in territorio russo e, per questo motivo, sono stati dichiarati "legittimi bersagli militari" per le forze armate della Federazione Russa.

Il portavoce della Commissione Europea, Peter Stano, ha ribadito che Kiev ha il diritto di difendersi dalle aggressioni di Mosca, sostenendo che l'offensiva ucraina è una legittima risposta alle "azioni illegali di Putin contro l'Ucraina". Diversa, invece, la posizione degli Stati Uniti, con il presidente Joe Biden che ha commentato l'offensiva solo otto giorni dopo il suo inizio, il 6 agosto, sottolineando che questa sta creando un "vero dilemma" per Putin. Tuttavia, Mosca ha avvertito che l'ingerenza statunitense rischia di trasformare i mercenari e i “consiglieri” militari stranieri in bersagli legittimi delle sue forze armate.

 

Ristrutturazione e avanzate militari

Nel frattempo, il governo russo sta riorganizzando i suoi comandi militari per rafforzare le difese ai confini occidentali. Il ministro della Difesa, Andrei Belousov, ha annunciato di aver assunto la responsabilità delle decisioni più importanti e di aver nominato come suo vice nel Consiglio per la sicurezza delle regioni di confine il generale Yunus-Bek Yevkurov, già vice ministro della Difesa. Yevkurov è noto per il suo ruolo come coordinatore delle forze russe in Africa, in particolare in Mali, Niger e Burkina Faso, dove la Russia ha consolidato la sua influenza dopo i colpi di Stato che hanno allontanato i governi filo-francesi.

In parallelo, l’offensiva russa continua a intensificarsi nel Donbass. Fonti militari ucraine, citate dalla testata Rbc, riferiscono che il presidente Putin avrebbe ordinato ai suoi generali di espellere le truppe ucraine dalla regione entro il primo ottobre, senza però ritirare le forze dalle aree chiave del Donbass, dove i combattimenti si concentrano da mesi. Secondo osservatori ucraini, l’attacco a Kursk mirava a ridurre la pressione sul Donbass, ma Mosca ha continuato a spingere l’avanzata, in particolare nella regione di Donetsk, dove la situazione è diventata "difficile", come ha ammesso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

 

La diplomazia russa si rivolge alla Cina

In un contesto di tensioni crescenti, la diplomazia russa cerca di rafforzare le sue alleanze internazionali. In questo scenario, l’arrivo a Mosca del primo ministro cinese Li Qiang assume un’importanza strategica. Li ha in programma un incontro con il presidente Putin, durante il quale i due leader discuteranno di cooperazione economica e militare, nell'ottica di rafforzare ulteriormente i legami tra i due Paesi. Pechino, pur mantenendo una posizione ufficialmente neutrale sul conflitto ucraino, ha mostrato più volte segni di avvicinamento a Mosca, in particolare attraverso il rafforzamento delle relazioni commerciali e l'incremento degli scambi di armi e tecnologia militare.

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