la variante Clade I

L’Italia rafforza la sorveglianza per il mpox, vaiolo delle scimmie

Dopo l’allarme dell’Ecdc, il nostro Paese intensifica la vigilanza. Il virus corre a Nordest: preoccupazione per i casi in Veneto e Friuli Venezia Giulia

L’Italia rafforza la sorveglianza per il mpox, vaiolo delle scimmie

La recente diffusione del vaiolo delle scimmie ha spinto molti Paesi a rafforzare le misure di prevenzione, tra cui l’Italia, che ha deciso di intensificare la sorveglianza epidemiologica. L’allarme è scattato dopo gli annunci dell'OMS di una emergenza sanitaria di rilevanza internazionale e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) che ha segnalato la possibilità di nuovi casi importati in Europa a causa di una variante virale, nota come Clade I, che si sta diffondendo in Africa. Nonostante la preoccupazione, le autorità sanitarie italiane assicurano che, al momento, la situazione è sotto controllo, ma sottolineano la necessità di mantenere alta l’attenzione.

 

Il virus corre a Nordest: casi in Veneto e Friuli Venezia Giulia

Mentre l'Italia intensifica la sorveglianza a livello nazionale, il Nordest diventa il nuovo epicentro di attenzione per il vaiolo delle scimmie. In Veneto sono stati confermati sei casi e altri due in Friuli Venezia Giulia, che rappresentano la maggior parte dei nove complessivi rilevati finora nel Paese. Questa concentrazione di contagi ha spinto il Ministero della Salute a preparare indicazioni specifiche per le Regioni, che verranno diramate lunedì. L’allerta è massima, soprattutto in Europa, dove è stata individuata la variante Clade I, ritenuta la più pericolosa. Le autorità sanitarie sono in stato di massima allerta per evitare che il virus si diffonda ulteriormente, adottando misure di contenimento rapide ed efficaci per proteggere la popolazione.

 

L’espansione del vaiolo delle scimmie e l’impatto in Europa

La segnalazione del primo caso di vaiolo delle scimmie in Svezia, seguita dall’allerta in Pakistan, ha portato l’Ecdc a mettere in guardia l’Europa. La nuova variante Clade I, diversa da quella che ha causato l’epidemia del 2022 nella Repubblica Democratica del Congo, potrebbe raggiungere l’Europa attraverso viaggi internazionali. 

L’attenzione dell’Ecdc si basa sull’evoluzione del quadro epidemiologico in Africa, dove il vaiolo delle scimmie ha già colpito duramente. Solo quest’anno, la Repubblica Democratica del Congo ha registrato 15.600 casi e 537 decessi. La direttrice dell’Ecdc, Pamela Rendi-Wagner, ha dichiarato che “a causa degli stretti legami tra l’Europa e l’Africa, dobbiamo essere pronti ad affrontare altri casi di Clade I importati”, evidenziando l’importanza di un monitoraggio costante e di misure preventive mirate.

 

Prevenzione e diagnosi: le mosse dell’Italia

Di fronte alla minaccia di nuovi casi di vaiolo delle scimmie, l’Italia ha deciso di rafforzare la rete di sorveglianza diagnostica, puntando su test più precisi e tempestivi. Attualmente, i test sierologici disponibili non permettono una diagnosi precoce, ma solo una conferma della malattia in fase avanzata. Il virologo Francesco Broccolo, dell’Università del Salento, sottolinea la necessità di sviluppare test molecolari specifici per il nuovo ceppo virale, che potrebbero migliorare significativamente l’efficacia della diagnosi e del trattamento, soprattutto considerando la carenza di farmaci antivirali e vaccini preventivi.

In questo contesto, il Ministero della Salute ha attivato i canali operativi con l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) per pianificare strategie di contenimento del rischio, qualora lo scenario epidemiologico dovesse mutare. La scorta nazionale di vaccini è attualmente sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale e che è in fase di elaborazione una nuova circolare informativa destinata alle Regioni e agli operatori impegnati nei siti di frontiera. Questa circolare conterrà indicazioni precise per la gestione del rischio sanitario, in particolare per quanto riguarda i viaggiatori provenienti da aree colpite.

 

Il vaccino per i giovani e le nuove sfide della prevenzione

Un altro aspetto cruciale nella gestione dell’emergenza riguarda la vaccinazione, soprattutto alla luce dei numerosi casi che in Africa hanno colpito adolescenti. Attualmente, il vaccino prodotto dall’azienda danese Bavarian Nordic è approvato in Europa solo per le persone di età superiore ai 18 anni. Tuttavia, visto l’incremento dei casi tra i più giovani, la stessa azienda ha richiesto all’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) l’autorizzazione all’uso del vaccino per la fascia d’età compresa tra i 12 e i 17 anni. Negli Stati Uniti, infatti, il vaccino è già stato autorizzato in emergenza per i minorenni a seguito dell’epidemia del 2022 nella Repubblica Democratica del Congo.

Parallelamente, il Ministero della Salute sta valutando la possibilità di istituire un tavolo interministeriale che coinvolga i Ministeri degli Esteri, dell’Economia e delle Finanze, degli Interni e dei Trasporti. L’obiettivo è sviluppare piani operativi coordinati per contrastare la diffusione del patogeno con un approccio strategico e organizzato, in grado di rispondere prontamente a eventuali emergenze future.

 

In conclusione, sebbene in Italia la situazione sia al momento sotto controllo, l’evoluzione dell’epidemia in altre aree del mondo impone una vigilanza costante e una pronta capacità di reazione. Le misure preventive, unite a una diagnostica avanzata e a un piano vaccinale adeguato, rappresentano le chiavi per fronteggiare efficacemente il rischio di diffusione del vaiolo delle scimmie nel nostro Paese.

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