la road map

Emergenza carceri, Nordio: più magistrati e riforma custodia cautelare

Il Guardasigilli punta sulla riforma della giustizia per affrontare il sovraffollamento delle carceri e il drammatico fenomeno dei suicidi tra i detenuti.

Emergenza carceri, Nordio: più magistrati e riforma custodia cautelare

Il contesto è drammatico: dall'inizio del 2024, più di sessanta detenuti si sono tolti la vita, un dato in forte aumento rispetto all'anno precedente. Di questi, quasi il 40% era in attesa di un primo giudizio. Nordio, consapevole che il sistema penitenziario italiano necessita di interventi rapidi e strutturali, ha definito il suo piano per fornire soluzioni a breve e medio termine.

Contro il sovraffollamento delle carceri e il crescente numero di suicidi tra i detenuti, il Guardasigilli ha delineato una strategia che si concentra su due principali direttrici: 1 - potenziare la pianta organica dei magistrati di Sorveglianza e 2- rivedere le norme sulla custodia cautelare, con l'obiettivo di garantire una giustizia più efficiente e umana. Queste misure, secondo Nordio, saranno probabilmente al centro di un incontro con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che dovrebbe avvenire nelle prossime settimane.

 

Magistrati in prima linea: una macchina giudiziaria sotto pressione

Uno dei nodi critici su cui Nordio vuole intervenire riguarda l'enorme mole di lavoro che grava sui tribunali di Sorveglianza. Attualmente, circa 100 mila casi sono in attesa di giudizio, molti dei quali riguardano condannati che devono scontare pene inferiori a quattro anni. Questa situazione, già critica, è ulteriormente aggravata dalla cronica carenza di personale.

Giovanni Maria Pavarin, ex responsabile del Coordinamento nazionale magistrati di Sorveglianza (Conams), non esita a definire "drammatica" la situazione: "Servirebbero almeno mille magistrati in più per far funzionare la macchina in modo efficiente". La carenza di magistrati è particolarmente acuta nei distretti di grandi città come Napoli, Milano e Roma, dove si devono gestire anche casi complessi come quelli legati al regime del 41 bis.

Marcello Bortolato, presidente del tribunale di Sorveglianza di Firenze, sottolinea ulteriori criticità: "Il decreto appena approvato non solo non migliora la situazione, ma rischia di complicarla. Nel mio distretto, la carenza di personale amministrativo raggiunge il 43,6%". Bortolato lamenta inoltre l’assenza di fondi adeguati, l'informatizzazione insufficiente e la mancanza di mezzi per i magistrati, costretti spesso a operare in condizioni precarie.

 

Riforma della custodia cautelare e soluzioni per i detenuti tossicodipendenti

Un altro punto chiave della road map di Nordio è la modifica della custodia cautelare. L'obiettivo è ridurre il ricorso a questa misura nei casi di detenuti tossicodipendenti, che potrebbero scontare la pena in comunità piuttosto che in carcere. Questa proposta mira a evitare carcerazioni ingiustificate e a offrire percorsi di recupero più adeguati a una categoria di detenuti particolarmente vulnerabile. Tuttavia, l'attuazione di tali riforme richiede non solo modifiche legislative, ma anche una maggiore disponibilità di risorse e personale. I magistrati di Sorveglianza, spesso costretti a operare in condizioni di emergenza, necessitano di supporto adeguato per poter svolgere efficacemente il loro ruolo. "Siamo la Cenerentola del processo", afferma Bortolato, "tutto si concentra sulla fase del giudizio, ma poco si fa per garantire che l'esecuzione della pena sia rapida ed efficace".

 

Il dialogo istituzionale e le prospettive future

Mentre Nordio si prepara a incontrare il Presidente Mattarella, il suo piano per affrontare l'emergenza carceraria prende forma. L'obiettivo è non solo quello di affrontare le criticità immediate, ma anche di gettare le basi per una riforma strutturale del sistema penitenziario italiano. La strada è in salita, ma il ministro sembra deciso a proseguire su questa via, nella speranza di ottenere risultati tangibili che possano migliorare le condizioni di vita dei detenuti e, allo stesso tempo, garantire una giustizia più equa ed efficiente. Il successo di questa strategia dipenderà in gran parte dalla capacità del sistema giudiziario di adattarsi alle nuove sfide e di ricevere il supporto necessario, sia in termini di risorse che di personale.

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