giorno 305esimo di guerra

Crisi MO, l’Iran chiede aiuto alla Russia, Israele: “Pronti a tutto”

Risuonano le sirene antiaeree nel nord di Israele, mentre l’Iran minaccia rappresaglie contro Tel Aviv. Gli USA avvertono: evitare una guerra totale

Crisi MO, l’Iran chiede aiuto alla Russia, Israele: “Pronti a tutto”

Nel giorno 305 del conflitto a Gaza, le sirene antiaeree hanno nuovamente squarciato l’aria nel nord di Israele, segnalando l'approssimarsi di potenziali minacce. Mentre l'Iran proclama la volontà di punire Israele senza innescare un'escalation, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, dichiara che Israele è pronto a tutto, alimentando speculazioni su un possibile attacco preventivo. La situazione è resa ancora più complessa dalle recenti richieste dell'Iran alla Russia per ottenere sistemi di difesa aerea avanzati. Questa collaborazione tra Teheran e Mosca potrebbe alterare significativamente l'equilibrio di potere nella regione. Gallant ha affermato: "Siamo pronti a qualsiasi scenario," sottolineando la determinazione israeliana di difendersi da eventuali attacchi.

Secondo i media iraniani, il presidente Masoud Pezeshkian ha incontrato il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Sergei Shoigu, a Teheran. Durante l'incontro, Shoigu ha dichiarato che la Russia è pronta a una piena cooperazione con l'Iran sulle questioni regionali. Tuttavia, questa alleanza potrebbe esacerbare ulteriormente le tensioni già elevate tra Israele e Iran. Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha commentato: "È giustificato far morire di fame due milioni di persone," riferendosi alla popolazione di Gaza, un'affermazione che ha suscitato immediate polemiche e condanne internazionali.

 

Israele, Iran e il coinvolgimento russo

Il New York Times ha rivelato che l'Iran ha chiesto alla Russia sistemi di difesa aerea avanzati, in preparazione di una possibile risposta contro Israele dopo l'assassinio del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, avvenuto a Teheran. Funzionari iraniani hanno confermato la richiesta e l'inizio del trasferimento di tali sistemi, tra cui radar e altre capacità di difesa aerea. Shoigu, durante i suoi incontri a Teheran, ha espresso la disponibilità della Russia a cooperare pienamente con l'Iran su questioni regionali, rafforzando un'alleanza che potrebbe avere profonde implicazioni geopolitiche.

Nel frattempo, funzionari statunitensi hanno avvertito Israele di contenere una possibile risposta contro l'Iran, per evitare una guerra totale. Lo scorso aprile, una coalizione internazionale ha sventato un attacco iraniano con droni e missili, e ora la stessa coalizione si prepara a fronteggiare una nuova minaccia. Il messaggio da Washington è chiaro: "Non spingete troppo," esortano gli Stati Uniti, sottolineando l'importanza di evitare un'escalation che potrebbe sfociare in un conflitto regionale esteso.

Il Wall Street Journal ha invece riportato che l'Iran ha spostato lanciamissili e condotto esercitazioni militari, segno di una possibile imminente offensiva. Queste mosse sono viste come una preparazione a un attacco coordinato contro Israele, potenzialmente in collaborazione con Hezbollah, il gruppo militante libanese sostenuto da Teheran. Le informazioni di intelligence indicano che l'Iran potrebbe agire nelle prossime ore o giorni, aumentando la preoccupazione per una possibile risposta militare israeliana.

 

Le reazioni interne e internazionali

A Tel Aviv, le proteste contro il governo di Benjamin Netanyahu sono culminate con il blocco dell'autostrada Ayalon da parte dei parenti degli ostaggi, che chiedono un accordo per la loro liberazione. Decine di manifestanti, guidati da donne, hanno intonato canti contro Netanyahu, accusandolo di abbandonare gli ostaggi. "Netanyahu sta abbandonando, Netanyahu non è adatto a servire," hanno gridato, esponendo uno striscione con la scritta "Smettetela di prenderci in giro," riprendendo una frase usata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden in una recente telefonata con il premier israeliano.

Nel frattempo, il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha annunciato un viaggio a Mosca per discutere il processo di pace, ribadendo che l'unica via per la pace e la sicurezza universali passa attraverso una soluzione politica. Abbas ha criticato l'uccisione di Haniyeh, definendola un atto volto a prolungare il conflitto e complicare i colloqui di pace. "Non c'è dubbio che lo scopo dell'assassinio del signor Haniyeh sia quello di prolungare la guerra ed espanderne la portata," ha affermato Abbas. Il leader palestinese ha sottolineato l'importanza di rispettare il diritto internazionale e di implementare l'Iniziativa di Pace Araba.

 

Operazioni militare, la violenza continua

Se da una parte Israele si sta preparando alla risposta iraniana all'assassinio del capo politico, dall'altra prosegue con i raid aerei. Cinque le città palestinesi colpite a Gaza e in Cisgiordania, dagli attacchi che hanno causato la morte di quattro persone e il ferimento di altre sette. Le operazioni hanno preso di mira Deir el-Balah nella Striscia di Gaza centrale e vari insediamenti in Cisgiordania, inclusi Karawat Bani Zeid e Kafr Ayn nei pressi di Ramallah, Bakat al-Khatab a est di Qalqilya e Azun a ovest di Nablus. L'intensificarsi delle operazioni militari israeliane riflette la crescente tensione e la continua instabilità nella regione.

Le forze statunitensi, in un’operazione separata, hanno distrutto droni e veicoli senza equipaggio del movimento Houthi nello Yemen, evidenziando la pericolosità delle armi supportate dall'Iran. Inoltre, un obiettivo aereo sospetto è stato abbattuto nel nord di Israele, alzando ulteriormente la tensione. L'infiltrazione di un drone proveniente dal Libano ha scatenato l'allarme, sebbene non siano stati riportati feriti. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha discusso con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant dell'attacco contro la base aerea di Al-Asad in Iraq, che ha ferito cinque membri del personale statunitense. Austin ha ribadito l'impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele, condannando il ruolo destabilizzante dell'Iran nella regione.

 

In questo scenario di escalation, Israele sta valutando un attacco preventivo contro l'Iran, in caso di prove concrete di un imminente attacco. Tuttavia, il messaggio da Washington rimane chiaro: evitare una guerra totale è la priorità. I prossimi giorni saranno cruciali per capire se la diplomazia riuscirà a prevalere sulla logica della guerra, con l'Organizzazione della Cooperazione Islamica che terrà una sessione straordinaria per discutere della situazione.

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