La guerra di Gaza, giorno 299

La vendetta dell’Iran: sale la tensione dopo l’assassinio di Haniyeh

L’Iran accusa Israele di terrorismo dopo l’uccisione del capo politico di Hamas e chiude lo spazio aereo. Stati Uniti: “Non siamo stati informati”.

La vendetta dell’Iran: sale la tensione dopo l’assassinio di Haniyeh

La guerra in Gaza ha visto una nuova escalation con l'assassinio del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran. L'operazione, attribuita al Mossad e all'esercito israeliano, ha provocato una forte reazione dall'Iran e sollevato preoccupazioni internazionali per un possibile allargamento del conflitto. Le tensioni tra Israele e Iran si intensificano, mentre le diplomazie occidentali cercano di evitare un'escalation regionale

 

L'assassinio di Haniyeh e la reazione iraniana

In una drammatica escalation, un missile ha colpito l'appartamento segreto a Teheran dove risiedeva Ismail Haniyeh, leader politico di Hamas. L'attacco, che ha devastato completamente la stanza, è stato annunciato da Hamas nelle prime ore del mattino. I media israeliani hanno prontamente diffuso notizie e immagini dell'attentato, sebbene non ci sia stata una rivendicazione ufficiale da parte del governo israeliano.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu, in un discorso alla nazione, ha dichiarato: "Abbiamo inferto colpi devastanti a tutti i nostri nemici", senza menzionare esplicitamente Haniyeh. Ha avvertito che "la guerra richiede tempo", suggerendo che la fine delle ostilità non è imminente. Netanyahu appare consapevole del significato politico di questo successo militare, che rafforza la sua posizione in un momento di crisi.

Nel frattempo, a Teheran, l'Iran ha reagito con veemenza. La Guida Suprema Ali Khamenei ha ordinato di colpire Israele in rappresaglia. Il presidente iraniano Massoud Pezeshkian ha promesso una risposta dura, affermando: "La Repubblica islamica difenderà il suo onore e farà pentire gli invasori terroristi della loro azione codarda". Tuttavia, l'Iran si trova a dover bilanciare la propria reazione con la necessità di non compromettere i propri progressi verso la capacità nucleare.

 

Diplomazia internazionale per evitare l'escalation

Dopo l'assassinio di Haniyeh, le diplomazie europee e statunitensi si sono mobilitate per prevenire un conflitto su larga scala. Il vicesegretario per gli Affari politici dell'Unione Europea, Enrique Mora, ha avviato colloqui con alti funzionari iraniani, mentre l'inviato per il Medio Oriente della Casa Bianca, Brett McGurk, è volato in Arabia Saudita per discutere della situazione. L'obiettivo è persuadere Teheran a non reagire o a limitare la sua risposta a un atto simbolico.

Il New York Times ha riportato che Khamenei ha ordinato di colpire Israele, citando fonti iraniane. I comandanti militari iraniani stanno considerando vari scenari, inclusi attacchi con droni e missili su obiettivi militari vicino a Tel Aviv e Haifa. Un'altra opzione è un attacco coordinato da più fronti, tra cui Yemen, Siria e Iraq. L'Iran deve valutare attentamente il rischio di un'escalation incontrollata che potrebbe coinvolgere direttamente anche gli Stati Uniti.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele è pronto a qualsiasi scenario. "Davanti ci sono giorni impegnativi, Israele esigerà un prezzo pesante per qualsiasi aggressione", ha detto. Netanyahu ha descritto il conflitto come una "guerra di sopravvivenza contro l'anello di missili di terrore intorno a noi" e ha promesso di "regolare i conti con chiunque ci faccia del male".

 

Gli effetti sul campo e le reazioni internazionali

Nel frattempo, l'esercito israeliano ha continuato i bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa e l'emittente Al Jazeera, almeno 11 persone sono state uccise e diverse altre ferite nei campi profughi di Nuseirat e Maghazi. Tra le vittime ci sono anche due reporter di Al Jazeera, Ismail a-Ghoul e Rami al-Rifee, uccisi in un raid israeliano.

La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza continua a deteriorarsi, con ospedali sovraffollati e risorse mediche sempre più scarse. Le organizzazioni internazionali hanno espresso preoccupazione per le vittime civili e hanno chiesto un immediato cessate il fuoco.

Le reazioni internazionali sono state variegate. Mentre alcuni paesi occidentali hanno espresso supporto per il diritto di Israele alla difesa, altri hanno condannato gli attacchi indiscriminati sui civili. L'Unione Europea ha ribadito la necessità di una soluzione diplomatica e ha sollecitato entrambe le parti a tornare al tavolo delle trattative. Anche il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito per discutere della situazione, ma le divisioni tra i membri hanno impedito una presa di posizione univoca.

 

L'assassinio di Ismail Haniyeh ha aperto un nuovo capitolo di tensioni tra Israele e Iran, con potenziali ripercussioni su scala regionale. Mentre l'Iran valuta la propria risposta, le diplomazie internazionali lavorano febbrilmente per prevenire un'escalation che potrebbe avere conseguenze devastanti. Il futuro del conflitto rimane incerto, ma la comunità internazionale osserva con apprensione ogni mossa delle parti coinvolte. Il rischio di una guerra su larga scala è più reale che mai, e le decisioni prese nei prossimi giorni saranno cruciali per determinare il corso degli eventi. In questo clima di incertezza, l'unica certezza è che le vittime civili continueranno a pagare il prezzo più alto di questo interminabile conflitto.

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