doppia eliminazione

Raid israeliano a Teheran: ucciso il leader politico di Hamas

Ismail Haniyeh colpito nella sua residenza in Iran da un missile, immediate le reazioni di condanna. Morto anche il comandante Fuad Shukr di Hezbollah

Raid israeliano a Teheran: ucciso il leader politico di Hamas

Nella notte tra martedì e mercoledì, un raid israeliano ha colpito la residenza di Ismail Haniyeh a Teheran, uccidendo il leader politico di Hamas. L'attacco, avvenuto alle 2 ora locale, ha scatenato una serie di reazioni sia in Medio Oriente che sulla scena internazionale. L'agenzia di stampa saudita Al-Hadath ha riferito che la residenza è stata colpita da un missile guidato, confermando i sospetti iniziali sul coinvolgimento israeliano. 

Ismail Haniyeh, 62 anni, guidava l'ufficio politico di Hamas dal 2017. In precedenza, era stato primo ministro dell'Autorità Nazionale Palestinese dal 2006 al 2007 e capo dell'amministrazione della Striscia di Gaza dal 2014 al 2017. Nato in un campo profughi di Gaza, Haniyeh era fuggito con la sua famiglia dalla città di Asqalan dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948.

 

Reazioni e condanne

Il presidente palestinese Abu Mazen ha condannato l'uccisione di Haniyeh definendola "un atto codardo e uno sviluppo pericoloso". Abu Mazen ha esortato "il popolo palestinese e le forze popolari all'unità, alla pazienza e alla fermezza di fronte all'occupazione israeliana". Da parte sua, Sami Abu Zuhri, funzionario di Hamas, ha dichiarato che l'assassinio rappresenta "una grave escalation che non raggiungerà i suoi obiettivi".

Musa Abou Marzouk, altro dirigente di Hamas, ha aggiunto: "L'assassinio del comandante Ismail Haniyeh è un atto codardo e non passerà sotto silenzio". Le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno annunciato un'indagine sull'incidente, dichiarando che i risultati saranno comunicati in seguito. Nel frattempo, una riunione di emergenza del Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale iraniano si è tenuta presso la residenza del leader supremo Ali Khamenei, a testimonianza della gravità della situazione.

 

Un'operazione in un contesto di tensioni

L'assassinio di Haniyeh avviene in un periodo di forti tensioni tra Israele e Hamas, con Israele che ha giurato di eliminare i leader del gruppo dopo l'attacco del 7 ottobre contro il territorio israeliano. Tel Aviv non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sull'attacco, seguendo la prassi di non commentare le operazioni attribuite alla sua agenzia di intelligence, il Mossad. Tuttavia, l'analisi degli esperti suggerisce che l'operazione rientra in una lunga serie di azioni mirate contro figure chiave della resistenza palestinese e iraniana.

L'Iran, che ha ospitato Haniyeh in occasione della cerimonia di insediamento del presidente Masoud Pezeshkian, non ha fornito dettagli sull'attacco, ma i media di stato hanno subito puntato il dito contro Israele. Le tensioni tra Israele e Iran sono storicamente alte, con Israele sospettato di aver condotto numerosi omicidi mirati di scienziati nucleari iraniani e altre figure associate al programma atomico di Teheran.

 

Implicazioni regionali

L'eliminazione di Haniyeh potrebbe avere profonde implicazioni per la regione. Poco dopo l'annuncio della sua morte, Hezbollah ha confermato la morte del suo comandante Fuad Shukr in un raid israeliano su Beirut, sottolineando ulteriormente l'ampiezza delle operazioni israeliane. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato: "L'eliminazione di Fuad Shukr dimostra che nessuno può uccidere israeliani impunemente e che non c'è luogo in cui Israele non possa colpire".

Hamas ha ribadito che l'assassinio di Haniyeh non passerà impunito, annunciando una risposta adeguata all'atto. L'organizzazione ha trasmesso un comunicato ufficiale su Al Aqsa Tv, definendo l'attacco "un atto codardo". Intanto, l'Iran continua a monitorare da vicino la situazione, con le Guardie rivoluzionarie che promettono una risposta ferma e decisa.

L'uccisione di Ismail Haniyeh segna un momento di svolta nelle già tese relazioni tra Israele e i gruppi di resistenza nella regione, con possibili ripercussioni a lungo termine per la stabilità del Medio Oriente. Haniyeh era una figura centrale, il cui ruolo politico e simbolico era significativo per Hamas e per la causa palestinese.

 

Chi era Ismail Haniyeh?

Ismail Haniyeh era nato nel campo profughi di al-Shati, a Gaza, da una famiglia che aveva perso tutto nel 1948. Dopo aver studiato letteratura araba all'Università Islamica di Gaza, si unì al blocco studentesco islamico, precursore di Hamas. La sua ascesa nel movimento fu rapida, diventando uno stretto collaboratore del co-fondatore Ahmed Yassin. Haniyeh sopravvisse a diversi tentativi di assassinio e periodi di detenzione in Israele, consolidando la sua posizione all'interno di Hamas.

Nel 2006, dopo la vittoria elettorale di Hamas, divenne primo ministro dell'Autorità Nazionale Palestinese, ma le tensioni interne portarono rapidamente alla divisione tra Gaza e la Cisgiordania. Haniyeh guidò l'amministrazione di Gaza dal 2014 al 2017, affrontando un blocco economico e conflitti armati con Israele. Dal 2017 era a capo dell'ufficio politico di Hamas, svolgendo un ruolo chiave nelle relazioni internazionali del movimento.

Dal 2019, Haniyeh viveva in Qatar, dove aveva trovato rifugio politico. La sua morte segna una perdita significativa per Hamas e aggiunge ulteriore incertezza a un quadro regionale già complesso e volatile.

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