il conflitto in Medio oriente

Trump e Netanyahu: incontro cruciale per il cessate il fuoco a Gaza

L’incontro tra i due leader a Mar-a-Lago, insieme ai colloqui a Roma, rappresenta un momento critico per la risoluzione del conflitto in Medio Oriente

Trump e Netanyahu: incontro cruciale per il cessate il fuoco a Gaza

L'ex presidente Donald Trump ha recentemente incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nella residenza di Mar-a-Lago, segnando il loro primo incontro da oltre tre anni. Questo incontro, richiesto da Netanyahu, avviene in un momento cruciale per la crisi a Gaza, con pressioni internazionali crescenti per un cessate il fuoco. Trump ha colto l'occasione per criticare la vicepresidente Kamala Harris, le cui dichiarazioni sulla sofferenza a Gaza hanno sollevato interrogativi sulla politica estera statunitense. 

 

Netanyahu e Trump  confronto su Gaza

L'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha incontrato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ieri presso la residenza di Mar-a-Lago. Questo è il primo incontro ufficiale tra i due leader da quando Trump ha lasciato la Casa Bianca oltre tre anni fa. L'incontro è stato richiesto da Netanyahu, secondo quanto riferito da fonti alla CNN. Il contesto di questo incontro è stato caratterizzato dalla discuassione sulle tensioni crescenti a Gaza e le pressioni diplomatiche su scala globale. Netanyahu in precedenza ha avuto una serie di incontri cruciali con il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris a Washington, colloqui che hanno avuto come obiettivo quello di consolidare il sostegno degli Stati Uniti a Israele.

La residenza di Mar-a-Lago è stata il teatro di discussioni delicate, poiché le tensioni tra Israele e Hamas continuano a crescere. Trump, che si è spesso autoproclamato il presidente più pro-Israele della storia moderna, ha utilizzato questo incontro per riaffermare il suo impegno nei confronti dello Stato ebraico. Tuttavia, il rapporto personale tra Trump e Netanyahu si è complicato negli ultimi anni, e questo incontro rappresentava un'opportunità per entrambi di superare le divergenze e lavorare insieme per una soluzione al conflitto.

 

Le dichiarazioni di Harris e la reazione di Netanyahu

La vicepresidente Kamala Harris ha recentemente espresso forte preoccupazione per le sofferenze dei civili a Gaza, dichiarando che gli Stati Uniti non rimarranno in silenzio di fronte a tali atrocità. "Non possiamo ignorare il dolore e la devastazione che stanno vivendo i civili a Gaza," ha detto Harris, sottolineando l'importanza di un cessate il fuoco immediato.

Netanyahu ha risposto venerdì a queste dichiarazioni, esprimendo il timore che possano complicare gli sforzi per un cessate il fuoco. "Penso che nella misura in cui Hamas capisce che non c'è luce del giorno tra Israele e gli Stati Uniti, questo accelera l'accordo," ha dichiarato Netanyahu. Il primo ministro ha inoltre ribadito che ogni divergenza percepita tra gli alleati potrebbe essere sfruttata da Hamas per ritardare il cessate il fuoco.

Trump, invece, ha criticato apertamente Harris, definendo le sue dichiarazioni "irrispettose" nei confronti di Israele. In un'intervista alla CNN, ha detto: "Non so come una persona ebrea possa votare per lei, ma questo dipende da loro." 

Non solo. Il discorso della Harris ha sollevato numerose domande tra i sostenitori dei diritti palestinesi, i quali si chiedono quale impatto avranno le sue parole sulla politica estera degli Stati Uniti. Molti critici accusano Washington di essere complice delle atrocità a Gaza a causa del suo sostegno militare e politico incondizionato a Israele. Secondo questi critici, l'espressione di solidarietà della vicepresidente non basterà a riconquistare la fiducia degli elettori alienati dal pieno supporto dell'amministrazione Biden a Israele.

Organizzazioni per i diritti umani e gruppi di attivisti hanno chiesto maggiore trasparenza e un cambiamento tangibile nelle politiche statunitensi. Essi sostengono che, senza un significativo cambiamento nella fornitura di aiuti militari e un impegno verso una soluzione pacifica e sostenibile, le parole di Harris rimarranno solo retorica.

 

Trump e Netanyahu alla ricerca di un accordo

Durante un discorso a West Palm Beach, Trump ha continuato a criticare Harris e ha parlato del suo incontro con Netanyahu. Ha dichiarato di aver chiesto al primo ministro come un ebreo possa votare per i democratici, alla luce delle recenti dichiarazioni di Harris. Questo incontro è stato visto come un'opportunità per Trump e Netanyahu di ripristinare le loro relazioni, cruciali sia per la guerra tra Israele e Hamas sia per il ciclo elettorale del 2024.

L'incontro ha anche fornito a Trump una piattaforma per riaffermare il suo sostegno a Israele, mentre Netanyahu ha avuto l'opportunità di cercare una maggiore comprensione e supporto dagli Stati Uniti. La loro discussione ha toccato vari temi, inclusi gli sforzi per un cessate il fuoco e la necessità di una strategia coordinata per affrontare Hamas.

 

Relazioni tese ma strategiche

Nonostante la stretta relazione personale vantata da Trump durante il suo mandato, i rapporti con Netanyahu si sono deteriorati negli ultimi anni. Dopo le elezioni presidenziali del 2020, il sostegno di Netanyahu a Biden ha suscitato l'ira di Trump, portando a una relazione descritta da un ex funzionario dell'amministrazione Trump come una "relazione di amore-odio". Tuttavia, l'incontro di venerdì dimostra la disponibilità di Trump a mettere da parte le divergenze per lavorare insieme su questioni di interesse comune.

Trump ha spesso criticato Netanyahu per la sua gestione della guerra, sostenendo che Israele e il suo leader erano "impreparati" all'attacco di Hamas. Questo incontro è stato quindi cruciale per cercare di superare queste tensioni e sviluppare una strategia comune per il futuro.

 

Colloqui a Roma: vertice Cia-Mossad-Qatar-Egitto

Parallelamente, domenica si terrà a Roma un importante incontro tra il capo del Mossad, David Barnea, il direttore della Cia, William Burns, il premier del Qatar, Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani, e il capo dell'intelligence egiziana, Abbas Kamal. L'obiettivo è discutere un possibile accordo sugli ostaggi a Gaza. Tuttavia, secondo fonti israeliane e statunitensi, non ci si aspetta una svolta significativa nei negoziati, a causa delle posizioni rigide mantenute da Netanyahu.

Netanyahu, noto per la sua fermezza, ha richiesto l'istituzione di un meccanismo per monitorare il movimento di armi e militanti palestinesi dal sud della Striscia di Gaza al nord e il mantenimento del controllo israeliano del "Corridoio Filadelfia", la striscia di terra tra Gaza e l'Egitto. Queste richieste complicano ulteriormente i negoziati, rendendo difficile trovare un terreno comune.

 

Un momento decisivo

L'incontro tra Trump e Netanyahu, insieme ai colloqui a Roma, rappresenta un momento critico per la risoluzione del conflitto a Gaza. Le dinamiche di questi incontri influenzeranno non solo il futuro delle relazioni USA-Israele, ma anche le strategie di entrambi i paesi nei confronti del conflitto e delle elezioni future. Resta da vedere se questi sforzi diplomatici porteranno a un cessate il fuoco duraturo o se le tensioni continueranno a dominare lo scenario internazionale.

Un eventuale accordo potrebbe non solo portare sollievo ai civili coinvolti nel conflitto, ma anche stabilire nuove basi per le relazioni internazionali e per la pace in una regione da sempre travagliata. I prossimi giorni saranno determinanti per capire se le diplomazie coinvolte riusciranno a trovare un compromesso che soddisfi tutte le parti in gioco.

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