il futuro dell’alleanza

Netanyahu al Congresso USA tra divisioni, proteste e assenze di peso

Il premier israeliano con il suo discorso divide Capitol Hill, diverse le proteste e le assenze parlamentari (circa 80, secondo la CNN) in segno di dissenso

Netanyahu al Congresso USA tra divisioni, proteste e assenze di peso

La visita del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al Congresso degli Stati Uniti ha sollevato un vespaio di polemiche e divisioni politiche. Mentre Netanyahu cerca di rafforzare l'alleanza tra Israele e USA per fronteggiare la minaccia iraniana e risolvere la crisi degli ostaggi nella Striscia di Gaza, numerosi parlamentari democratici e manifestanti filo-palestinesi hanno espresso il loro dissenso in modo eclatante. In questo clima teso, il futuro delle relazioni tra i due paesi sembra sempre più incerto, con Biden e Netanyahu chiamati a trovare un terreno comune per superare le divisioni e promuovere la pace e la stabilità nella regione.

 

Un congresso diviso e le parole di Pelosi

La visita di Netanyahu a Capitol Hill ha sollevato un'ondata di proteste da parte dei parlamentari democratici. Molti di loro hanno abbandonato i loro posti in segno di dissenso, con circa 80 deputati democratici, secondo la CNN, che hanno boicottato il discorso. Al di fuori del Capitol e dell'hotel di Netanyahu, migliaia di manifestanti filo-palestinesi si sono radunati, costringendo la polizia a utilizzare spray al peperoncino per disperderli.

Nancy Pelosi ha espresso duramente il suo disappunto, definendo il discorso di Netanyahu come "il peggior discorso di un leader straniero". Pelosi ha criticato Netanyahu per non concentrarsi sulla liberazione degli ostaggi nella Striscia di Gaza, affermando: "Le famiglie degli ostaggi vogliono un cessate il fuoco per riportarli a casa e noi ci auguriamo che il premier spenda il suo tempo a centrare questo obiettivo". L'incontro di oggi tra il presidente americano Joe Biden e Netanyahu sarà cruciale per superare gli ostacoli rimanenti e raggiungere un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi.

 

Netanyahu: "Usa e Israele devono stare insieme"

Durante il suo discorso, Netanyahu ha insistito sulla necessità di un'alleanza forte tra Stati Uniti e Israele per affrontare le minacce comuni, in particolare quella rappresentata dall'Iran. "Sono venuto qui per assicurarvi una cosa: che vinceremo e la nostra sarà una vittoria totale. Quello che sta accadendo non è uno scontro di civiltà, ma tra barbarie e civiltà", ha dichiarato Netanyahu tra applausi e fischi. Il premier israeliano ha sottolineato la necessità di continuare la lotta contro Hamas fino al suo annientamento e di contenere i gruppi filo-iraniani come Hezbollah e Houthi.

Netanyahu ha ringraziato Biden per il suo sostegno, cercando di rafforzare i legami con entrambi i partiti americani. Ha ricordato il suo "pieno impegno" per completare l'accordo sul cessate il fuoco, un tema su cui Biden ha posto grande enfasi. 

 

Proteste, assenze e un Congresso blindato

La visita di Netanyahu ha visto un'assenza significativa di esponenti democratici di spicco, come Kamala Harris, Patty Murray e Bernie Sanders, che hanno scelto di non presenziare in segno di protesta contro i bombardamenti a Gaza. Sanders ha criticato aspramente Netanyahu, dichiarando di concordare con la Corte penale internazionale sul fatto che il premier israeliano sia un criminale di guerra.

Le proteste fuori dal Capitol sono state intense, con oltre 200 arresti. I manifestanti hanno esposto bandiere palestinesi e slogan contro Netanyahu, definendolo un "criminale di guerra". Nonostante l'atmosfera tesa, Netanyahu ha cercato di mantenere una posizione ferma e ha respinto le critiche con fermezza, ribadendo la necessità di una coalizione forte tra Usa e Israele per contrastare le minacce comuni.

 

Un futuro incerto

L'incontro di oggi tra Biden e Netanyahu sarà determinante per il futuro delle relazioni tra Stati Uniti e Israele e per il raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Mentre Netanyahu cercherà di consolidare il supporto americano, le divisioni all'interno del Congresso e le proteste pubbliche evidenziano le profonde spaccature esistenti su come affrontare la situazione in Medio Oriente. Resta da vedere se i due leader riusciranno a superare le differenze e a trovare una soluzione condivisa per garantire pace e stabilità nella regione.

In questo scenario, il ruolo di figure chiave come la vicepresidente Kamala Harris, che ha scelto di non presiedere il Parlamento a Camere riunite per il discorso di Netanyahu, è particolarmente significativo. Harris ha invocato precedenti impegni elettorali a Indianapolis, una mossa che molti interpretano come un tentativo di prendere le distanze dalla gestione della guerra a Gaza

Lo speaker della Camera Mike Johnson ha criticato Harris per la sua assenza, accusandola di slealtà verso "il nostro più importante alleato strategico in questo momento". Tuttavia, anche altri esponenti di spicco, come candidato repubblicano alla vicepresidenza, il senatore J.D. Vance, hanno scelto di non partecipare al discorso di Netanyahu, impegnati in campagne elettorali. Le defezioni democratiche, quasi il doppio rispetto a quelle del 2015, sono state una chiara manifestazione di protesta contro i bombardamenti a Gaza e contro un leader considerato da molti un ostacolo alla pace.

 

In sintesi, la visita di Netanyahu a Capitol Hill ha messo in luce le profonde divisioni all'interno del Congresso americano e nella società civile. Mentre il premier israeliano cerca di rafforzare i legami con gli Stati Uniti e ottenere un maggiore sostegno per la sua politica in Medio Oriente, le proteste e le assenze significative di parlamentari democratici indicano un crescente dissenso nei confronti della sua gestione del conflitto. Il futuro delle relazioni tra Usa e Israele dipenderà dalla capacità di Biden e Netanyahu di trovare un terreno comune e di lavorare insieme per la pace e la stabilità nella regione.

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