La sentenza 137/2024

Ncc, una sentenza della Corte Costituzionale abbatte il blocco licenze

La Consulta dichiara l’illegittimità dello stop. La decisione evidenzia i danni economici e sociali del provvedimento e rappresenta una svolta cruciale

Ncc, una sentenza della Corte Costituzionale abbatte il blocco licenze

La Corte costituzionale ha emesso una sentenza di grande rilievo, stabilendo l’illegittimità del blocco delle licenze di noleggio con conducente (Ncc). La norma contestata, inserita nell’articolo 10-bis, comma 6 del decreto legge 135 del 2018, aveva sospeso per cinque anni il rilascio di nuove licenze, in attesa della piena operatività del registro informatico nazionale. Tuttavia, la mancata realizzazione del registro ha prolungato lo stallo, causando gravi ripercussioni sull’offerta di servizi pubblici non di linea e compromettendo la mobilità urbana.

La sentenza 137/2024 della Corte ha evidenziato come questo blocco abbia creato una “barriera all’ingresso dei nuovi operatori” nel settore, limitando l’accesso a servizi necessari per la cittadinanza. Le conseguenze di questa misura sono state pesantemente avvertite soprattutto nelle aree metropolitane, dove la domanda di servizi di trasporto è elevata e insoddisfatta.

 

Un pronunciamento inequivocabile

La recente adozione del decreto n. 203 del 2024 dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che stabilisce la piena operatività del registro informatico entro sei mesi dalla pubblicazione, non ha influenzato la decisione della Corte. I giudici hanno sottolineato che il problema risiede nella struttura stessa della disposizione legislativa, che ha permesso di procrastinare indefinitamente l’entrata in vigore del registro, mantenendo di fatto il blocco delle licenze.

La Consulta ha accolto le preoccupazioni espresse dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), la quale aveva segnalato l’urgenza di ampliare l’offerta di servizi Ncc per rispondere ad una domanda crescente e largamente insoddisfatta. Questa carenza di servizi ha avuto un impatto negativo sulla mobilità urbana, aggravando le difficoltà già esistenti nel trasporto pubblico e nel servizio taxi.

 

Le reazioni delle istituzioni e del settore

La sentenza è stata accolta con favore da diverse figure politiche e operatori del settore. Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, ha espresso soddisfazione per la decisione della Consulta, sottolineando come questa sentenza convalidi le leggi regionali volte a distribuire nuove licenze Ncc in Calabria, con l’obiettivo di migliorare la mobilità per cittadini e turisti.

Anche Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha elogiato la sentenza, affermando che essa “smonta il muro alla concorrenza innalzato da chi difende la lobby dei tassisti”. La decisione, secondo Magi, rappresenta un colpo significativo contro le barriere alla concorrenza create negli ultimi anni.

Dal lato degli operatori, Uber ha accolto la sentenza come una svolta decisiva, ponendo fine ad uno stallo che ha limitato l’offerta di servizi di trasporto non di linea per oltre sei anni. La federazione “MuoverSi'”, che rappresenta le principali associazioni del settore, ha chiesto alla premier Giorgia Meloni di avviare un tavolo di concertazione per la creazione di una nuova legge quadro sul trasporto pubblico non di linea, necessaria per regolamentare e modernizzare il settore.

 

Verso una nuova era per il trasporto pubblico non di linea

La decisione della Corte costituzionale non solo restituisce dinamismo al settore del noleggio con conducente, ma pone anche le basi per una revisione complessiva delle normative che regolano il trasporto pubblico non di linea. La necessità di rispondere ad una domanda crescente e di migliorare la mobilità urbana diventa sempre più urgente, richiedendo interventi legislativi mirati e concertati.

L’eliminazione del blocco delle licenze Ncc rappresenta un passo avanti verso un sistema di trasporti più efficiente e inclusivo, capace di rispondere alle esigenze della popolazione e di sostenere lo sviluppo economico delle aree metropolitane. La mobilità urbana, infatti, è un elemento chiave per la qualità della vita e per la competitività economica delle città, e la possibilità di accedere a servizi di trasporto diversificati è fondamentale per affrontare le sfide future.

La sentenza della Corte costituzionale potrebbe quindi segnare l’inizio di una nuova fase per il settore, caratterizzata da una maggiore apertura e dalla creazione di un quadro normativo più flessibile e adeguato alle esigenze attuali.

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