dopo undici giorni di ricerche

Giacomo Bozzoli arrestato: la fine della latitanza in un cassettone

Era nella sua villa, nascosto nel cassettone del letto matrimoniale con 50mila euro. La fuga era iniziata 10 giorni dopo la condanna all’ergastolo

Giacomo Bozzoli arrestato: la fine della latitanza in un cassettone

La caccia all'uomo è terminata nella villa di Soiano del Garda, dove Giacomo Bozzoli si era nascosto nel cassettone del letto matrimoniale. I carabinieri, dopo undici giorni di ricerche, hanno trovato il condannato all'ergastolo per l'omicidio dello zio Mario Bozzoli, scomparso misteriosamente nel 2015. La sentenza della Cassazione era stata notificata senza successo il primo luglio, data da cui era iniziata la fuga.

Il procuratore di Brescia, Francesco Prete, ha illustrato i dettagli dell'arresto: "Abbiamo compreso che si trovava nella villa di Soiano e lo abbiamo trovato nascosto in un cassettone del letto matrimoniale. Aveva con sé 50mila euro in un borsello. Sappiamo che era andato in Spagna con la compagna e il figlio, per poi rientrare in Italia con mezzi di fortuna".

 

La grande fuga e poi il rientro in Italia

Bozzoli è stato catturato alle 17:45 di ieri, dopo una caccia serrata. Durante la conferenza stampa, Prete ha aggiunto: "Riteniamo che non avesse intenzione di costituirsi, dato il luogo dove si era nascosto. Si è dichiarato innocente e ha affermato di voler dimostrarlo". Al momento dell'arresto, Bozzoli indossava una t-shirt e mostrava segni di trascuratezza, con capelli spettinati e barba non curata. La villa era costantemente monitorata, e i carabinieri, dopo aver notato movimenti sospetti, sono intervenuti e hanno perquisito l'abitazione, trovandolo infine nel cassettone.

Il procuratore generale Guido Rispoli aveva promesso che la magistratura e la polizia giudiziaria non avrebbero allentato la pressione su Bozzoli: "Non avrà vita facile. Se davvero gli interessa il bene del figlio, dovrebbe costituirsi, per il bene della sua famiglia".

 

I complici e l'inchiesta

Durante la fuga, Bozzoli era stato ripreso dalle telecamere di un hotel a Marbella, in Spagna, insieme alla compagna Antonella Colossi e al figlio di 9 anni. La donna e il bambino erano tornati in Italia il 5 luglio, ma dai loro interrogatori non erano emersi dettagli rilevanti. Nonostante la sua Maserati Levante fosse scomparsa, la sua fuga sembrava troppo ben orchestrata per essere frutto del caso. 

Proprio per questo, la procura di Brescia ha avviato un'inchiesta contro ignoti per "procurata inosservanza della pena", nel tentativo di individuare eventuali complici che possano aver assistito Bozzoli nella sua fuga e nel rientro in Italia.

 

L'omicidio, la condanna e l'arresto

Giacomo Bozzoli era stato condannato all'ergastolo per l'omicidio dello zio Mario Bozzoli, imprenditore di Marcheno scomparso l'8 ottobre 2015. Secondo le sentenze di primo grado, appello e Cassazione, Bozzoli avrebbe gettato il corpo dello zio nel forno della fonderia di famiglia. La Corte di Cassazione, il primo luglio scorso, aveva confermato la condanna, rendendo definitiva la sentenza. Nonostante ciò, Giacomo Bozzoli era rimasto in libertà per nove anni e non aveva partecipato all'udienza a Roma, dove era presente solo il padre Adelio. 

La fuga di Giacomo Bozzoli, iniziata prima della sentenza definitiva, si è conclusa ieri nella sua villa sul lago, mettendo fine a uno dei casi di cronaca più seguiti degli ultimi anni.

L'arresto di Giacomo Bozzoli ha scosso l'opinione pubblica locale e ha sollevato domande riguardo alla durata della sua latitanza e alla possibilità di supporti esterni. Il sindaco di Soiano del Garda, Luigi Villani, ha commentato: "Siamo soddisfatti che la caccia all'uomo sia terminata con successo. Ora la comunità può tornare a sentirsi più sicura".

Nel frattempo, il dibattito sui casi di latitanza e sui meccanismi di fuga si intensifica, con l'attenzione che si concentra anche sulla sicurezza delle sentenze giudiziarie e sull'efficacia dei controlli territoriali.

 

Il caso di Giacomo Bozzoli ha evidenziato le sfide e le complessità del sistema giudiziario italiano nel gestire casi di latitanza prolungata e di fuga internazionale. Mentre la giustizia continua a muoversi per individuare complici e adottare misure preventive, la comunità locale cerca di ritrovare un senso di normalità dopo mesi di tensione e incertezza.

In definitiva, l'arresto di Giacomo Bozzoli segna un capitolo cruciale nella sua vicenda legale e personale, gettando luce su una storia che ha tenuto con il fiato sospeso un'intera nazione.

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