i dati del Ministero della Salute e ISS

Estate e Covid: aumentano i contagi. Ecco i sintomi da riconoscere

Nonostante il caldo estivo, il Covid continua a diffondersi, causando un’impennata dei casi. Fondamentale saper riconoscere i sintomi della variante KP.3

Estate e Covid: aumentano i contagi. Ecco i sintomi da riconoscere

Nonostante il caldo estivo, il Covid continua a diffondersi, causando un'impennata dei contagi. Con l'Italia che registra un aumento dei casi, è fondamentale saper riconoscere i sintomi della variante KP.3, attualmente la più diffusa. Gli esperti ci forniscono un quadro completo della situazione, evidenziando anche le complicanze multiorgano osservate.

 

L'aumento dei contagi

L'estate non ha fermato la diffusione del Covid-19, come dimostrano i dati del Ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS). Nell'ultima settimana di monitoraggio, dal 27 giugno al 3 luglio, in Italia sono stati registrati 3.855 nuovi casi, un aumento rispetto ai 2.505 della settimana precedente. Sebbene il numero dei decessi sia diminuito da 21 a 18, il numero di tamponi effettuati è salito da 79.339 a 81.900, con un tasso di positività in crescita dal 3,2% al 4,7%.

L'epidemiologo del Campus Biomedico di Roma, Massimo Ciccozzi, sottolinea che la nuova ondata è caratterizzata da sintomi specifici. "I sintomi principali di questa ondata estiva sono febbre, raffreddore e mal di testa. Sebbene siano generalmente lievi, è importante prestare attenzione poiché possono variare da persona a persona a causa delle diverse risposte del sistema immunitario", spiega Ciccozzi. Gli esperti avvertono che nonostante la sintomatologia sembri meno severa rispetto alle ondate precedenti, la velocità di trasmissione rimane preoccupante, in particolare tra le persone non vaccinate o con sistema immunitario compromesso.

L'esperienza delle precedenti ondate ci ha insegnato che la preparazione e la reattività sono fondamentali per limitare l'impatto del virus. "Dobbiamo continuare a investire nella ricerca e nella sanità pubblica," conclude Ciccozzi, "perché solo attraverso un approccio scientifico e coordinato possiamo sperare di superare questa crisi globale."

 

La variante KP.3: caratteristiche e diffusione

Identificata per la prima volta negli Stati Uniti nell'ottobre scorso, la variante KP.3 è ora la più prevalente negli USA, rappresentando il 25% dei casi. La sua diffusione rapida ha sollevato preoccupazioni tra gli esperti, nonostante i sintomi siano simili a quelli di altre varianti. Secondo gli studi, la KP.3 ricorda la variante Delta, ma con una minore aggressività. La rapida propagazione della KP.3 è dovuta alla sua capacità di eludere parzialmente la risposta immunitaria, rendendo le misure di prevenzione ancora più cruciali.

Inoltre, gli esperti monitorano attentamente una sua sottovariante, la KP.3.1.1, che sembra diffondersi altrettanto velocemente. "La KP.3.1.1 mostra una trasmissibilità elevata e potrebbe diventare la variante dominante nei prossimi mesi," afferma Maria Rosaria Capobianchi, virologa dell'Istituto Spallanzani di Roma. "Stiamo osservando attentamente la situazione per comprendere meglio l'evoluzione del virus e adattare le strategie di contenimento."

 

Complicazioni multiorgano: i recenti studi

Un recente studio coordinato dall'Università di Padova, in collaborazione con le Università di Yale e Birmingham e diverse Aziende Ospedaliero-Universitarie italiane, ha rivelato che le morti per Covid-19 non sono state causate solo dall'insufficienza respiratoria acuta. Lo studio, pubblicato nel Journal of Hepatology, ha riscontrato microtrombosi nei piccoli vasi sanguigni e una grave compromissione di organi come cuore, reni e fegato. Questi risultati sottolineano la natura sistemica del virus e la necessità di trattamenti che vadano oltre il semplice supporto respiratorio.

Paolo Simioni, direttore del Dipartimento di Medicina a Padova, spiega: "Abbiamo osservato la presenza di microtrombosi nel fegato, oltre che in cuore e reni, sebbene il significato di queste alterazioni epatiche rimanga incerto." Le microtrombosi possono portare a insufficienza d'organo e peggiorare il decorso clinico dei pazienti, rendendo essenziale una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo. Aurelio Sonzogni, responsabile del reparto di Patologia dell'Asst Bergamo Est Seriate, aggiunge: "Nell'area di Bergamo, il Covid-19 ha rappresentato una tragedia senza precedenti. La nostra ricerca continua per comprendere meglio le implicazioni a lungo termine dell'infezione."

 

Le nuove regole: stop alle mascherine in ospedale

Dal 1° luglio, in Italia è terminato l'obbligo di indossare le mascherine protettive nei reparti ospedalieri che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi. Questa misura, in vigore dal dicembre 2023, è stata revocata dieci giorni dopo la scadenza dell'ordinanza del Ministero della Salute. 

La revoca dell'obbligo di mascherine segna un passo significativo verso la normalizzazione, anche se gli esperti raccomandano di continuare a seguire le buone pratiche di igiene e a monitorare i sintomi per prevenire ulteriori ondate di contagi. "Il ritorno alla normalità deve avvenire con prudenza," afferma Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione presso il Ministero della Salute. "L'abolizione delle mascherine in ambienti ad alto rischio deve essere bilanciata da una maggiore attenzione alle misure di prevenzione e alla protezione delle categorie più vulnerabili."

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