Da Palazzo Chigi

Decreto Carcere Sicuro: tra umanizzazione e nuove misure per detenuti

Il provvedimento approvato ieri in CdM rappresenta un importante intervento del governo per rispondere alla drammatica situazione delle carceri italiane

Decreto Carcere Sicuro: tra umanizzazione e nuove misure per detenuti

Il governo ha approvato il decreto "Carcere Sicuro", una risposta concreta alla crisi delle carceri italiane, caratterizzate da sovraffollamento e un alto tasso di suicidi. Il provvedimento mira a semplificare le procedure burocratiche, promuovere l'umanizzazione degli istituti penitenziari e introdurre misure alternative alla detenzione.

 

Per una gestione penitenziaria più umana e funzionale  

Il decreto "Carcere Sicuro" approvato ieri in Consiglio dei ministri, rappresenta un importante intervento del governo per rispondere alla drammatica situazione delle carceri italiane, segnate da un sovraffollamento cronico e da un allarmante incremento dei suicidi tra i detenuti nel 2024. Al centro del provvedimento vi è l'istituzione di un albo di comunità in grado di accogliere detenuti con pene residue brevi, tossicodipendenti e condannati per specifici reati, consentendo loro di scontare la parte finale della condanna in un ambiente diverso dal carcere. Il decreto introduce anche una semplificazione delle procedure per la concessione della liberazione anticipata, che potrebbe diventare automatica, e per l'applicazione di misure alternative.

Questa iniziativa è una risposta necessaria alla situazione di sovraffollamento delle carceri, una problematica che affligge il sistema penitenziario italiano da decenni. Le strutture spesso ospitano un numero di detenuti ben oltre la loro capacità, con conseguenze devastanti sulle condizioni di vita all'interno degli istituti. Il sovraffollamento, infatti, rende difficili le attività di riabilitazione e aumenta i rischi di violenza e di episodi di autolesionismo e suicidio tra i detenuti. In questo contesto, la creazione di un albo di comunità rappresenta una soluzione innovativa, che mira a decongestionare le carceri e a offrire ai detenuti un percorso di reintegrazione sociale più efficace.

 

Misure per una giustizia più rapida ed efficace

Le nuove misure previste dal decreto permetteranno al magistrato di sorveglianza di decidere definitivamente e più rapidamente, senza passare per il tribunale collegiale, in merito alla concessione di misure alternative alla detenzione. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha dichiarato: "Questo intervento riflette una visione orientata sull'umanizzazione carceraria. Puntiamo a trasferire in comunità, tramite decisione del giudice di sorveglianza, persone con disagi psichici, tossicodipendenti e minori". Nordio ha sottolineato che queste misure rappresentano un passo significativo verso il reinserimento sociale dei detenuti e un rimedio al sovraffollamento delle carceri, pur ribadendo che la decisione finale sulla libertà dei detenuti spetta sempre alla magistratura di sorveglianza.

Il provvedimento prevede, inoltre, che le misure alternative alla detenzione possano essere decise in via definitiva e con maggiore celerità. Questa innovazione rappresenta una svolta importante, in quanto attualmente molte decisioni devono passare attraverso il tribunale collegiale, un processo che può richiedere tempi molto lunghi. Snellire questa procedura significa rendere il sistema giudiziario più efficiente e garantire una giustizia più tempestiva per i detenuti. Inoltre, rendere automatica la concessione della liberazione anticipata, in presenza di determinati requisiti, offre ai detenuti una prospettiva chiara e concreta di un possibile ritorno alla libertà, incentivandoli a tenere un comportamento corretto durante la detenzione.

 

Aumento delle comunicazioni e rafforzamento del personale

Il decreto prevede anche un incremento del numero di telefonate consentite ai detenuti, da quattro a sei al mese, con la possibilità di ulteriori aumenti. "Comunicare più frequentemente con le famiglie", ha detto Nordio, "sarà un piccolo ma significativo aiuto per migliorare l'umore e ridurre la depressione dei detenuti". Sul fronte del personale, è prevista l'assunzione di mille nuovi agenti di polizia penitenziaria e l'aumento del numero di dirigenti penitenziari, con modifiche alla loro formazione. Questo rafforzamento mira a migliorare la gestione delle carceri e a garantire una maggiore sicurezza.

 

Maglie strette per mafiosi e terroristi

Il decreto introduce modifiche anche al regime detentivo differenziato del 41 bis, escludendo mafiosi e terroristi dai programmi di giustizia riparativa. Il sottosegretario Ostellari ha assicurato che non si tratta di uno "svuota carceri", ma di un impegno a snellire la burocrazia. Il decreto, afferma Ostellari, non risolve in modo definitivo il problema del sovraffollamento, ma si affianca al ddl Nordio, che avrà un impatto significativo sulla riduzione del numero di reclusi attraverso interventi sulla carcerazione preventiva. Nordio ha inoltre annunciato accordi con Stati esteri per il trasferimento dei detenuti stranieri, che potrebbero coinvolgere fino a 10.000 detenuti, contribuendo ulteriormente a decongestionare le carceri italiane.

La scelta di escludere mafiosi e terroristi dai programmi di giustizia riparativa riflette la volontà del governo di mantenere un controllo rigoroso su queste categorie di detenuti, che rappresentano una minaccia particolare per la sicurezza pubblica. Il regime del 41 bis, noto anche come "carcere duro", prevede misure particolarmente restrittive per impedire ai detenuti di mantenere contatti con le organizzazioni criminali di appartenenza. Rafforzare queste misure significa garantire che mafiosi e terroristi rimangano sotto stretto controllo, impedendo loro di continuare a influenzare attività criminali anche dall'interno delle carceri.

 

Conclusioni della conferenza stampa

La presentazione delle nuove misure è stata illustrata durante una conferenza stampa dal ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e dal viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo. L'obiettivo del decreto "Carcere Sicuro" è chiaro: rendere il sistema penitenziario italiano più umano, efficiente e sicuro, affrontando le problematiche attuali con un approccio pragmatico e innovativo.

Durante la conferenza stampa, i ministri hanno sottolineato l'importanza di un intervento strutturale che miri non solo a risolvere le emergenze immediate, ma anche a costruire un sistema penitenziario più sostenibile nel lungo termine. Nordio ha ribadito che la sfida del sovraffollamento non può essere affrontata solo con misure temporanee, ma richiede un cambiamento culturale e istituzionale. In questo contesto, il decreto "Carcere Sicuro" rappresenta un passo avanti, ma è solo l'inizio di un percorso più ampio di riforma del sistema penitenziario italiano.

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