effetto domino

In Europa l’asse franco-tedesco vacilla, von der Leyen in difficoltà

La vittoria di Le Pen in Francia e l’inizio della presidenza ungherese dell’UE complicano il futuro politico europeo, mettendo a rischio la sua rielezione

In Europa l’asse franco-tedesco vacilla, von der Leyen in difficoltà

Il panorama politico europeo è in subbuglio. La vittoria di Marine Le Pen in Francia e l'inizio della presidenza ungherese dell'UE guidata da Viktor Orbán preannunciano giorni di profonda incertezza per le istituzioni comunitarie. L'effetto domino di questi eventi potrebbe rendere arduo il percorso di Ursula von der Leyen verso un secondo mandato alla guida della Commissione Europea.

 

Il "lunedì nero" degli europeisti

Il "lunedì nero" degli europeisti ha segnato l'inizio di un periodo critico. La prospettiva di una vittoria del Rassemblement National ai ballottaggi del 7 luglio potrebbe complicare ulteriormente la situazione per von der Leyen, che ha riconosciuto fin dall'inizio che il suo principale ostacolo per la rielezione risiede nel Parlamento Europeo. La presidente uscente sta cercando di garantirsi un appoggio esterno per evitare la trappola dei franchi tiratori, ma i negoziati con le delegazioni esterne alla maggioranza composta da PPE, Socialisti e Renew si stanno rivelando complessi.

Von der Leyen ha iniziato a muoversi, incontrando il co-presidente dei Verdi, Bas Eickhout, al Palazzo Berlaymont. Tuttavia, il messaggio dei Greens è chiaro: "Abbiamo discusso costruttivamente di una maggioranza stabile e democratica, ma non faremo parte di una coalizione che negozia o dipende dall'estrema destra, inclusa l'ECR", ha affermato Eickhout. Questa posizione diventa ancora più rilevante alla luce della posizione di Giorgia Meloni nel Consiglio europeo e del recente indebolimento dell'asse franco-tedesco dopo il voto in Francia.

 

La strategia di Ursula e l'incognita dei Conservatori

Per ottenere il sostegno dei meloniani (24 eurodeputati), von der Leyen potrebbe dover agire attraverso canali meno ufficiali. Tuttavia, non ci sono ancora segnali concreti di apertura da parte dell'ECR. Il gruppo dei Conservatori è attualmente impegnato in giornate di studio in Sicilia, e la giornata chiave per definire la loro posizione sarà mercoledì. Inoltre, la composizione dell'ECR potrebbe cambiare, soprattutto in seguito ai ballottaggi in Francia.

Identità e Democrazia (ID) ha rinviato la sua riunione costitutiva dal 3 all'8 luglio per valutare se confluire nella nascente formazione dei Patrioti, promossa da Viktor Orbán con il supporto dei cechi di Andrej Babis e degli austriaci dell'FPO. La decisione dipenderà in gran parte dalle intenzioni di Marine Le Pen, principale esponente di ID. La Lega ha già manifestato entusiasmo per il progetto di Orbán, e anche i portoghesi di Chega hanno espresso il loro sostegno.

Nel frattempo, la possibilità di una coabitazione tra von der Leyen e i meloniani rimane un'incognita. Da una parte, Ursula deve affrontare il dilemma di avvicinarsi a forze politiche che potrebbero compromettere l'unità della sua maggioranza. Dall'altra, l'incertezza sui movimenti interni all'ECR complica ulteriormente il quadro, lasciando von der Leyen in una posizione di estrema vulnerabilità politica.

 

Orbán e la presidenza ungherese

In questo contesto, Viktor Orbán si trova a suo agio. Atterrato a Bruxelles per l'inizio della presidenza ungherese dell'UE, il premier magiaro ha incontrato Charles Michel e Alexander De Croo, celebrando al museo Bozar l'inizio del semestre europeo guidato dall'Ungheria. Tuttavia, non c'è stato alcun incontro con von der Leyen, e la Commissione non si recherà a Budapest nei primi giorni della presidenza, un fatto insolito nelle prassi comunitarie. Fonti europee hanno cercato di minimizzare la situazione, ma le posizioni di Budapest su Ucraina, Green Deal e agricoltura potrebbero creare tensioni con l'esecutivo UE.

Orbán ha dichiarato che al gruppo dei Patrioti europei al Parlamento Europeo si aggiungerà presto un partito italiano. In un'intervista all'emittente televisiva magiara M1, il premier ha affermato: "È impossibile dire se una delle regioni europee sarà un attore dominante nell'alleanza. Dopo tutto, ai cechi, agli austriaci e agli ungheresi si sono già aggiunti i portoghesi, e gli italiani si aggiungeranno presto". Secondo Orbán, il nuovo gruppo potrebbe diventare il terzo più grande nel Parlamento europeo.

 

L'assenza di un incontro tra von der Leyen e Orbán segna un significativo segnale politico. La Commissione Europea sembra voler prendere le distanze dalla presidenza ungherese, un fatto che potrebbe alimentare ulteriormente le tensioni. Inoltre, l'influenza crescente del gruppo dei Patrioti, con il sostegno di Orbán, potrebbe rappresentare una minaccia diretta alla leadership di von der Leyen.

 

Il futuro incerto dell'Unione Europea

L'Unione Europea sta attraversando un periodo di turbolenza politica senza precedenti. La vittoria di Marine Le Pen in Francia non solo ha destabilizzato l'asse franco-tedesco, ma ha anche messo in discussione la capacità dell'UE di mantenere una direzione unitaria. La presidenza ungherese, con Orbán al timone, introduce ulteriori incertezze, soprattutto considerando le posizioni di Budapest su temi chiave come l'Ucraina e il Green Deal.

La possibilità di una coabitazione forzata tra von der Leyen e i partiti dell'estrema destra europea potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro dell'Unione. Ursula von der Leyen dovrà navigare con attenzione tra le varie forze politiche per assicurarsi un secondo mandato, ma la strada è tutt'altro che semplice. L'influenza crescente dei gruppi sovranisti potrebbe portare a un'ulteriore frammentazione del panorama politico europeo.

Nel frattempo, la comunità internazionale osserva con attenzione. Le dinamiche interne dell'UE hanno implicazioni globali, e le scelte politiche che verranno fatte nei prossimi mesi saranno cruciali per il futuro dell'Europa. La capacità di von der Leyen di costruire alleanze e negoziare compromessi sarà messa alla prova come mai prima d'ora.

 

L'Europa è di fronte a una delle sue sfide più grandi degli ultimi anni. La vittoria di Le Pen in Francia e la presidenza ungherese dell'UE guidata da Orbán hanno complicato il quadro politico, mettendo in pericolo la stabilità dell'Unione e la rielezione di Ursula von der Leyen. I prossimi mesi saranno cruciali per determinare il futuro politico dell'Europa e la capacità delle sue istituzioni di mantenere l'unità e affrontare le sfide globali. Von der Leyen dovrà muoversi con grande abilità diplomatica per superare gli ostacoli e garantire un futuro stabile e prospero per l'Unione Europea.

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