UNA sentenza controversa

Corte Suprema USA e immunità parziale a Trump: polemiche e conseguenze

La decisione della Corte Suprema americana ha suscitato reazioni accese tra i dem. Biden avverte: un precedente pericoloso che minaccia la democrazia.

Corte Suprema USA e immunità parziale a Trump: polemiche e conseguenze

La recente sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti ha concesso l'immunità parziale a Donald Trump, escludendolo da alcune accuse penali relative ai suoi atti ufficiali. Mentre Trump esulta per quella che considera una grande vittoria, il presidente Joe Biden e altre figure politiche esprimono preoccupazioni su possibili conseguenze per la democrazia. Questo verdetto segna un momento critico nella politica americana, con implicazioni che potrebbero influenzare le elezioni e il futuro del sistema giudiziario del paese.

 

Le reazioni dal fronte democratico

"La sentenza della Corte Suprema è un precedente pericoloso", ha dichiarato Biden dalla Casa Bianca. Il presidente ha sottolineato l'importanza di portare Trump a processo prima delle prossime elezioni, affermando che "gli americani devono decidere se è accettabile che" il tycoon "abbia incoraggiato la violenza per mantenere il potere". Biden ha ribadito che "nessuno è al di sopra della legge, neanche il presidente degli Stati Uniti".

Dichiarazioni queste che riflettono una forte preoccupazione per l'integrità del processo democratico e per il messaggio che questa sentenza invia al pubblico americano.

 

La vittoria di Trump e le sue implicazioni

Donald Trump ha accolto con entusiasmo la decisione della Corte Suprema, descrivendola come una "grande vittoria per la nostra costituzione e la democrazia". Il tycoon ha ottenuto questo risultato grazie alla maggioranza conservatrice dei giudici da lui nominati. Tuttavia, la sentenza ha suscitato aspre critiche dalle tre giudici liberal – Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Ketanji Brown Jackson. Sotomayor ha dichiarato che "i padri fondatori non l'avrebbero appoggiata, la nostra Costituzione non protegge il presidente", e ha avvertito che questa decisione "rende il presidente un re al di sopra della legge".

La sentenza della Corte Suprema avrà ripercussioni significative non solo per Trump ma anche per il futuro della giustizia americana. La giudice di Washington, Tanya Chutkan, dovrà ora determinare se alcune delle accuse contro Trump devono essere archiviate sulla base della distinzione tra azioni ufficiali e private. Questo processo potrebbe slittare oltre il giorno delle elezioni, il 5 novembre, il che era esattamente ciò a cui puntavano Trump e i suoi legali. Inoltre, se Trump dovesse vincere le elezioni, potrebbe influenzare ulteriormente il Dipartimento di Giustizia, forse imponendo l'archiviazione del procedimento o concedendosi la grazia.

 

Tensioni e strategie elettorali

La decisione della Corte Suprema ha esacerbato le tensioni all'interno del campo democratico. Nonostante gli sforzi per mantenere una facciata di calma, come la recente copertina di Vogue con la famiglia Biden, il clima è teso. Il presidente è sotto pressione sia dai membri della sua famiglia che dai donatori, alcuni dei quali accusano i suoi consiglieri di non averlo preparato adeguatamente per la campagna elettorale. Biden e il suo team stanno cercando di arginare l'emorragia di finanziamenti, con piani per chiamate dirette ai principali sostenitori per rassicurarli e mantenerli coinvolti nella campagna.

La strategia dei democratici potrebbe includere l'annuncio ufficiale della candidatura di Biden nella seconda metà di luglio, per consolidare il suo ruolo e dissipare le voci di una possibile sostituzione.

 

La decisione della Corte Suprema non cambia i fatti del 6 gennaio: Trump ha incitato una folla a ribellarsi contro i risultati di un'elezione libera e giusta. Questa sentenza, però, pone interrogativi cruciali sulla responsabilità presidenziale e sulla direzione futura della giustizia americana.

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