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Guerra a Gaza, Netanyahu sul raid a Rafah: un “tragico incidente”

L’escalation di violenza a Rafah scuote il panorama internazionale. Dall’ONU all’Europa forte condanna e richiesta di azioni immediate atte ad evitare morti

Guerra a Gaza, Netanyahu sul raid a Rafah: un “tragico incidente”

La recente operazione militare israeliana a Rafah che mietuto almeno 45 vittime tra cui donne e bambini bruviati vivi ha sollevato un’ondata di indignazione globale. Il raid, mirato a colpire figure chiave di Hamas, ha avuto conseguenze devastanti per la popolazione civile palestinese, con un bilancio tragico di vittime innocenti. Questo evento, avvenuto in un contesto geopolitico delicato, ha catalizzato l’attenzione della comunità internazionale, che ora si trova di fronte all’urgente necessità di rispondere a questa crisi umanitaria e politica.

 

La tragedia di Rafah

Il raid aereo israeliano su Rafah, una città situata nella parte meridionale della Striscia di Gaza, ha provocato una strage che ha scosso le fondamenta della comunità internazionale. L’attacco, che ha causato la morte di almeno 45 persone e il ferimento di oltre 180 civili, tra cui donne e bambini, è stato definito dal Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu come un “tragico incidente”. Tuttavia, la giustificazione non ha placato le voci di condanna che si sono levate in tutto il mondo, soprattutto in seguito alla recente sentenza della Corte Internazionale di Giustizia.

 

Le indagini condotte dal procuratore militare israeliano hanno rivelato che la causa immediata della tragedia a Rafah è stata un incendio scaturito subito dopo il raid. L’attacco ha preso di mira l’area di Tel Sultan, nella parte occidentale di Rafah, e si è concentrato su due alti comandanti militari di Hamas, Yassin Rabia e Khaled Nagar, accusati di essere i mandanti di operazioni in Cisgiordania e di numerosi attacchi contro Israele. L’IDF (Israel Defense Forces) sostiene di aver adottato misure precauzionali per ridurre il rischio di vittime civili, come la sorveglianza aerea e l’impiego di armamenti speciali. Tuttavia, il risultato tragico suggerisce che tali precauzioni non siano state sufficienti.

 

Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha descritto l’evento come un “tragico incidente” e ha espresso rammarico. Una commissione indipendente è stata incaricata di gestire l’indagine. Dal canto suo, Hamas ha etichettato l’evento come un “massacro sionista” e ha chiamato i palestinesi di Cisgiordania, Gerusalemme e della diaspora a insorgere. In risposta al raid, Hamas ha informato i mediatori internazionali che non parteciperà ai negoziati previsti per discutere una nuova tregua e il rilascio degli ostaggi israeliani.

 

La situazione a Rafah rimane il fulcro del conflitto attuale e potrebbe innescare ulteriori tensioni. Il recente scontro a fuoco ha visto soldati israeliani uccidere un militare egiziano, un incidente che rischia di esacerbare le già tese relazioni tra Egitto e Israele. L’IDF ha avviato un’indagine sull’incidente, sebbene i media israeliani abbiano attribuito la responsabilità dello scontro ai soldati egiziani. Questo non è il primo incidente del genere, ma la frequenza di tali eventi solleva preoccupazioni sulla sicurezza e la stabilità della regione.

 

 

Reazioni e ripercussioni

La reazione internazionale non si è fatta attendere. L’Algeria ha immediatamente richiesto una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere l’escalation di violenza. La sessione, prevista per le 15:30 ora locale, le 21:30 in Italia, si svolgerà a porte chiuse. Nel frattempo, il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha espresso una condanna inequivocabile dell’attacco, sottolineando l’assenza di sicurezza per i civili a Gaza e l’impellente necessità di porre fine a questo orrore. Inoltre, le indagini preliminari sulla morte di un soldato egiziano, ucciso da colpi di arma da fuoco israeliani durante un conflitto a fuoco al confine di Rafah, hanno portato alla creazione di una commissione d’inchiesta, evidenziando la complessità e la gravità della situazione attuale.

 

L’ONU ha richiesto un’indagine “approfondita e trasparente” e ha sottolineato la necessità di proteggere i civili. Tor Wennesland, coordinatore speciale per il processo di pace in Medio Oriente, ha esortato tutte le parti a evitare azioni che possano allontanare ulteriormente la possibilità di porre fine alle ostilità. Gli Stati Uniti hanno esortato Israele a prendere tutte le precauzioni possibili per proteggere i civili, mentre il rappresentante della politica estera dell’UE Josep Borrell e il presidente francese Emmanuel Macron hanno condannato fermamente gli attacchi. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha promesso di perseguire i responsabili di questi “crimini”.

 

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