150esimo giorno

Gaza, crisi umanitaria e politica. Israele si allontana dal dialogo

La vicepresidente Usa Harris chiede un cessate il fuoco immediato e l’invio di aiuti umanitari. Si dimettono diversi portavoce dell’esercito israeliano

Gaza, crisi umanitaria e politica. Israele si allontana dal dialogo

Il conflitto tra Israele e Hamas, iniziato il 7 ottobre 2023, non accenna a fermarsi. Nonostante gli sforzi diplomatici di diversi paesi e organizzazioni internazionali, le parti in causa non riescono a trovare una soluzione pacifica e duratura. Il bilancio delle vittime è drammatico: oltre 30.400 morti e 71.700 feriti nella Striscia di Gaza, secondo i dati forniti dal Ministero della Sanità palestinese controllato da Hamas. Israele non ha fornito cifre ufficiali sulle sue perdite, ma si stima che siano almeno 300 i soldati e i civili uccisi dai razzi lanciati da Gaza.

 

Israele diserta i negoziati al Cairo

Una delle principali sedi di dialogo tra Israele e Hamas è il Cairo, dove si svolgono periodicamente dei colloqui mediati dall’Egitto, con la partecipazione di altre delegazioni regionali e internazionali. Tuttavia, Israele ha deciso di non inviare i suoi rappresentanti alla riunione prevista per oggi, affermando di voler prima conoscere i nomi dei prigionieri israeliani che Hamas si è impegnata a rilasciare in cambio di un certo numero di detenuti palestinesi. Questa condizione è stata respinta da Hamas, che accusa Israele di voler sabotare il processo negoziale.

 

Harris: “Cessate il fuoco subito”

La situazione a Gaza è stata al centro dell’incontro tra la vicepresidente americana Kamala Harris e il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz, che si sono visti oggi a Washington. Harris ha espresso la sua preoccupazione per la crisi umanitaria che affligge la popolazione palestinese, sottolineando la necessità di un cessate il fuoco immediato e di almeno sei settimane, come previsto dall’accordo proposto dall’Egitto. Harris ha anche chiesto ad Israele di facilitare l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza, evitando di attaccare i convogli e di bloccare i valichi. Harris ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti alla sicurezza di Israele, ma ha anche sottolineato il diritto dei palestinesi a vivere in pace e dignità.

 

Dimissioni di massa nell’esercito israeliano

Mentre il conflitto continua, si registra una crisi interna nell’esercito israeliano, che ha visto le dimissioni di diversi portavoce e responsabili della comunicazione. Tra questi, il numero due dell’unità di portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), il tenente colonnello Daniel Hagari, e il portavoce per i media esteri, il tenente colonnello Richard Hecht. Secondo l’emittente israeliana Channel 14, le dimissioni sarebbero motivate da questioni “professionali e personali”, ma sarebbero anche il segno di una gestione problematica della guerra da parte dei vertici militari. Channel 14 ha anche rivelato i nomi di altri ufficiali che hanno lasciato il loro incarico, tra cui Merav Granot e Tzupia Moshkovich.

 

Raid aerei e violazioni dei diritti umani

Nel frattempo, i raid aerei israeliani su Gaza non si fermano, provocando nuove vittime tra i civili palestinesi. Oggi, almeno sei persone sono state uccise e altre ferite in un attacco che ha colpito un edificio residenziale a est di Rafah, nel sud della Striscia. Nella notte, altre sette persone erano state uccise in un bombardamento a nord della stessa città. Ieri, 12 persone erano morte in un raid sul campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia. Questi dati sono stati confermati dall’emittente araba Al Jazeera e dall’agenzia di stampa palestinese Wafa. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) ha denunciato anche gravi abusi sui detenuti palestinesi da parte delle forze israeliane, tra cui torture, umiliazioni e violenze sessuali. L’UNRWA ha chiesto una indagine indipendente e imparziale su queste violazioni dei diritti umani.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA